Gianni Verdoliva
Gianni Verdoliva. Foto da Ufficio Stampa

A tu per tu con Gianni Verdoliva

Gianni Verdoliva vive e lavora a Torino. Dopo aver ultimato la scuola triennale di counselling ad indirizzo Analitico-Transazionale, è attualmente S.F.E.R.A. Coach.

“Come anime scelte che si ritrovano” è la sua prima prova letteraria pubblicata da Robin Edizioni nella collana Robin&sons, e finalista al Premio “Il Convivio” nella categoria opera inedita.

Gianni Verdoliva. Foto da Ufficio Stampa

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo a Gianni Verdoliva. La tua opera d’esordio Come anime scelte che si ritrovano presenta storie in cui vi è un interessante connubio tra il reale e il fantastico. Di cosa parla più nel dettaglio la tua raccolta di racconti?

Sono personaggi in viaggio, reale ma anche metaforico. Sfuggono da pene d’amore o sono in vacanza per riposarsi o devono portare avanti dei progetti professionali. Entrando in sincronia con l’ambiente circostante, percepiscono cose che sfuggono agli altri, grazie alla loro particolare sensibilità, ed entrano in contatto con delle anime di trapassati. Questi incontri, tra il passato e il presente, non sono mai negativi, anzi portano nuove e positive energie per il futuro.

Le storie di Come anime scelte che si ritrovano sono avvolte nella magia e nel mistero. Hai avuto esperienze dirette con il paranormale, che si sono poi riflesse nella tua opera?

In passato sono stato, per un breve periodo, un ghost hunter. Ne faccio brevemente accenno nel racconto “Ti ho ritrovata amore mio”. Il personaggio di Gianna è un po’ una mia versione femminile. Ho davvero dormito in una stanza di un castello in cui parrebbe ci siano fenomeni paranormali, anche se non ho vissuto le esperienze della protagonista. Ho avuto un paio di esperienze dirette con il paranormale che però non ho impiegato come fonte di ispirazione nei racconti.

Nei tuoi racconti sono riscontrabili diverse influenze, a mio avviso sia letterarie che cinematografiche. Vuoi parlarcene?

Sicuramente il personaggio di Helen del racconto “L’ultimo ballo” è un omaggio al film Carol e mi sono liberamente ispirato al film per creare questo racconto. La scena dei giovanotti che ballano per esercitarsi in campagna prima di recarsi nella sala da ballo è tratta da una scena di un vecchio film di Pupi Avati. Dal punto di vista letterario non so dire il perché ma scrivendo mi pareva di scrivere a volte fiabe per adulti.

Qual è stata la storia che ha mosso in te il desiderio di racchiuderla insieme ad altre in una raccolta di racconti? E qual è invece quella che più hai amato scrivere, e che ancora oggi ti dona un brivido quando la rileggi?

“Caro Niccolò, ti dono questo cestello” è un racconto che è per me davvero emozionante, al punto che nelle presentazioni non riesco a leggerlo, tale è il carico emotivo per me. Le storie comunque sono tutte state scritte, fin dall’inizio, per essere inserite in una raccolta di racconti.

Nei tuoi racconti si parla di storie d’amore libere, in cui non conta il genere sessuale, in cui non conta neanche essere sullo stesso piano spazio/temporale. Come anime scelte che si ritrovano è un’opera che fa dell’ inclusività uno dei suoi punti di forza. Pensi che la letteratura possa spingere l’essere umano a riflettere e a migliorare dal punto di vista sociale e individuale?

Anche se non credo che uno scrittore debba necessariamente essere impegnato e, nel mio caso, le specificità delle storie raccontate, sono dovute in primis ad un desiderio di originalità, penso anche che aver scritto storie positive ed edificanti, possa certamente spingere verso cambiamenti sia individuali che sociali.

Dalla tua biografia si apprende che sei uno S.F.E.R.A. Coach. Vuoi parlarci della tua attività lavorativa?

Il coach è come un cocchiere. Una persona che accompagna qualcuno verso un punto di arrivo. Si lavora per fare in modo di avere le più alte possibilità di raggiungere o di avvicinarsi a un determinato obbiettivo in ambito sportivo, di lavoro o di vita. Si tratta di tirare fuori il meglio delle persone. Scrivendo sono anche un po’ il coach di me stesso.

Quale sarà il tuo prossimo progetto in ambito letterario?

Ad inizio 2020 uscirà il mio primo romanzo “Ritorno a Villa Blu”, una saga famigliare ambientata in riva ad un lago. Sto inoltre lavorando alla stesura del mio secondo romanzo dal titolo “L’appartamento del silenzio”.

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