Il mondo al femminile visto da Ginevra Roberta Cardinaletti
Per parlare nel modo giusto dell’universo femminile occorrono garbo, ispirazione e sensibilità. Tutte doti che di certo non fanno difetto a Ginevra Roberta Cardinaletti, un innato talento per la scrittura e tanta voglia di raccontare (e di raccontarsi) attraverso le pagine di un libro arrivando al cuore dei lettori.
E’ ciò che questa abile scrittrice in forte ascesa ha fatto con il suo nuovo lavoro, il secondo della sua carriera, dal titolo Undici donne nelle pagine di un diario (Edizione Aloha), che continua con pathos e partecipazione l’opera iniziata con il precedente ed apprezzatissimo Il peggio è passato e gli ho sorriso (Edizione Aloha). Abbiamo fatto quattro chiacchiere con la dottoressa Cardinaletti per farci spiegare come nasce Undici donne nelle pagine di un diario e cosa rappresenta per lei (ph. D. Giudici)…
Quali sono state le principali ispirazioni che ti hanno portato a scrivere il tuo nuovo libro Undici donne nelle pagine di un diario?
Ogni volta che una donna si racconta davvero, mi rendo conto di quanto il suo universo interiore sia diverso e distante da ciò che mostra ogni giorno. Credo che spesso ci sentiamo costrette a un ruolo che ci è stato appiccicato addosso. Dall’ascoltare e dall’osservare storie vere, ho voluto raccontarne non i fatti, ma gli stati d’animo.
Quali sono le differenze sostanziali tra questo nuovo libro e il precedente Il peggio è passato e gli ho sorriso?
Nel precedente libro ho raccontato la mia storia perché sapevo che molte persone ci si sarebbero ritrovate, come infatti è stato. Questa volta ho cambiato prospettiva, ho fatto un passo oltre, ho indossato i loro panni e la loro voce.
Qual è stato il complimento che ti hanno fatto dopo aver letto Undici donne nelle pagine di un diario che ti ha emozionato di più?
Molte persone mi hanno detto di aver ritrovato un pezzetto di sé in ognuna di queste undici donne. Credo sia un grande complimento perché è proprio ciò che volevo fare, raccontare ognuno di noi.
Quanto hai messo di te stessa, di autobiografico, nei ritratti di queste donne che proponi nel tuo libro?
Tanto. Ci ho messo ciò che ho provato e ciò che ho assorbito dalle persone che ho incontrato. Un esempio di questo è il racconto della donna che aspetta un bambino, l’ho raccontato come fossi io, l’ho sentito mio, anche se non mi è mai accaduto.
Come vedi oggi la professione della scrittrice, in un periodo in cui leggere è diventato un hobby sempre meno seguito?
Forse non si è mai letto molto. Tante persone parlano di quanto sia importante leggere, ma non lo fanno. Molti addirittura preferiscono scrivere, trascurando il fatto che è imprescindibile dal leggere moltissimo. È un po’ un sintomo della voglia di parlare che è sempre più diffusa della voglia di ascoltare. Chi sa davvero cosa è la passione per la scrittura legge sempre, scrive sempre e poi, solo quando è veramente sicuro di essere arrivato al libro che aveva in mente, allora fa il passo successivo, quello di farsi leggere.
Oltre a fare la scrittrice di cosa ti occupi?
Mi occupo di scrittura in molti suoi aspetti. Scrivo articoli e rubriche, ma mi occupo anche di aiutare i giovani scrittori a lavorare alle loro idee e a renderle libri con pubblicalibro.it. Un libro non è il frutto della semplice passione per la scrittura e di una buona intuizione, è fatto anche di un importante lavoro sulla struttura, sullo stile, sulla credibilità, sull’attenzione ai dettagli, ed è quello in cui cerco di guidarli.
Sappiamo che tieni una rubrica su una rivista di spettacolo ed attualità. Come è nata questa collaborazione?
Ho iniziato molti anni fa a collaborare con dei periodici, ho curato rubriche di psicologia rivolte principalmente alle donne e ho scritto molti articoli su questi temi. Ora ho voluto fare qualcosa di diverso, ma altrettanto affine alle mie passioni e alle mie competenze, una rubrica sui libri. Come dicevo prima, per poter essere scrittori bisogna innanzitutto essere lettori insaziabili.
Quali autori ti piace leggere e qual è stato il libro che hai letto di recente e che ti è piaciuto di più?
Mi piace spaziare da autori che mi fanno riflettere sulla crescita personale come Wayne Dyer, Donald N. Walsh, Brian Weiss, ai romanzi di Nick Hornby, Stephen King, passando per Jane Austen. Di recente ho riletto Il fu Mattia Pascal e l’ho apprezzato molto di più di quando lo avevo letto tanti anni fa, credo che per ogni libro ci sia anche un momento giusto per leggerlo.
Come nasce la tua passione per la scrittura e quando hai cominciato a scrivere libri?
Il peggio è passato e gli ho sorriso è stato il mio primo libro. Dopo quarant’anni passati a leggere e scrivere, ho sentito che era arrivato il momento di pubblicare il mio primo libro. La passione per la scrittura c’è sempre stata, rileggendo i miei temi delle elementari provo una buffa ammirazione per quella bambina che sceglieva con tanta cura le parole più adatte da utilizzare.
Quali sono i tuoi progetti professionali per il futuro e stai già scrivendo un altro libro?
Sono tutti progetti legati alla scrittura e all’editoria. Sto già scrivendo un altro libro e nel frattempo sto continuando ad aiutare altri autori nella realizzazione del loro sogno, quello di pubblicare il loro libro nel cassetto.