Scrivere per fare business, di Michela Trada
Scrivere per fare business, di Michela Trada

Scrivere per fare business, di Michela Trada

Michela Trada è giornalista, speaker e amante del bello in ogni sua forma ed espressione.

Attraverso il Brand Journalism, in cui è specializzata, dà voce alle eccellenze italiane. È autrice del libro “Scrivere per fare business, dal personal branding al brand journalism” edito da Do it Human, di cui parliamo per la nostra rubrica “Libri e scrittori”.

Il libro è disponibile di seguito:

Continuando a parlare di Michela Trada, dal 2018, con Sabrina Falanga, è CEO della casa editrice Brainding, direttore di Inkalce Magazine e vice direttore di News48, un magazine Italiano di giornalismo costruttivo. È parte del team nazionale dell’ufficio stampa del Lions Club e membro del Constructive Network. Crede in un Giornalismo costruttivo al servizio della comunità e nella valorizzazione del talento di ciascun individuo, in primis dei giovani.

Michela Trada, benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo. Uno dei tuoi capitoli si intitola “In principio fu il Personal Branding”: cosa è la Brand Identity?

Ho paragonato questa definizione al nostro nome e cognome. Se ci pensiamo, infatti, quando nasciamo siamo già portavoce di un brand, il nostro: unico ed inimitabile. Per questo ci tengo sempre a dire che noi siamo il brand di noi stessi: un brand fatto di valori costruttivi che meritano di essere conosciuti e raccontati. Noi siamo la nostra azienda, la nostra impresa, la nostra marca; poco importa che, in termini occupazionali, si abbia una partita Iva singola, una Srl o si rappresenti da “dipendenti” una società non costituita da noi. Che impatto vogliamo lasciare con e nella nostra vita? Chi vogliamo essere? Cosa vogliamo che le generazioni future pensino o dicano di noi? Come ci sentiamo quando pronunciamo il nostro nome e cognome ad alta voce? Scegliere di essere noi stessi è la scommessa più grande che possiamo giocare e per poterla vincere dobbiamo imparare a comunicare e a comunicarci secondo le nostre regole e il nostro linguaggio.

Come consigli di usare questo libro?

Ho definito questo libro un ricettario, un punto di partenza da cui prendere spunto per iniziare a comunicarsi attraverso la scrittura. La scrittura è una tecnica che si acquisisce e si consolida con l’allenamento, con la pratica e con la costanza; iniziare a dar vita ai propri contenuti scritti ha lo stesso effetto del ricominciare a fare sport dopo mesi di inattività. Inizialmente si proverà dolore e non sarà semplice presentarsi puntuali agli allenamenti; dopo alcuni giorni, però, i nostri muscoli non saranno più rigidi e tutto ci sembrerà più semplice. Il mio scopo, attraverso queste pagine, è quello di essere la miccia che porta a infilarsi tuta e scarpe per uscire di casa e andare a camminare prima e a correre poi. A chi è utile, quindi, questo libro? A chi si sente invisibile e vuole diventare visibile, facendosi scegliere da clienti e partner per la propria identità personale; a chi ha già messo in atto una strategia di content marketing (online e offline), ma non riesce a coglierne i frutti desiderati; a chi fa il mio mestiere e desidera rimettersi in gioco con il brand journalism.

Storytelling, content marketing, brand journalism: a fianco alla tua penna di giornalista e autrice quella di Alessio Beltrami, che ha curato la prefazione, e i contributi di volti noti del mondo della Comunicazione tra cui Riccardo Scandellari, Giulia Bezzi, Salvatore Russo e Oscar di Montigny. Cosa pensi di aver imparato da loro nel momento in cui hai scritto la parola FINE?

Molti dei miei contributor sono anche amici oltreché professionisti che stimo molto; ho chiesto loro di impreziosire questo libro poiché tutti hanno un tratto comune per me fondamentale: l’autenticità. Non ci può essere business senza coerenza e autenticità. Le loro testimonianze i loro spunti hanno dimostrato la validità di questo concetto.

Di comunicazione e cultura ti occupi a 360 gradi e, difatti, è recente una bella iniziativa che vede nuovamente coinvolte te e Sabrina Falanga… Raccontaci.

Ho l’onore di essere presidente, ormai dal lontano 2014, dell’Associazione Culturale RinasciMente e di avere al mio fianco come vice Sabrina; lo scorso autunno è stata lei, infatti, ad avere avuto una felice e costruttiva intuizione: creare un Salotto Letterario a Vercelli, la città in cui viviamo. A febbraio questa idea è diventata realtà;il Salotto vuole offrire uno spazio esclusivo dove riunirsi periodicamente, dibattere e conversare in merito a libri, argomenti legati all’attualità, all’arte e in cui incontrare persone protagoniste del mondo dell’editoria e della cultura. Obiettivo del progetto è quello di diffondere l’amore per la lettura, per la conoscenza, per la scrittura ed è anche quello di avere una maggior opportunità sia di conoscere libri e testi di case editrici indipendenti che, altrimenti, rischiano di rimanere poco conosciuti rispetto a quanto meritano, sia di incontrare autori e personaggi di spicco del mondo editoriale. Abbiamo scelto di farlo in un luogo fisico, il Salotto Letterario appunto, perché per noi è importante dare ai partecipanti la possibilità di costruire relazioni basate su interessi in comune e crescita personale reciproca. Nei prossimi mesi partirà anche il Salotto Letterario Young rivolto ai ragazzi delle scuole superiori. Scopo di RinasciMente è quello di diffondere bellezza e valorizzare i talenti: dopo due anni e mezzo di “oscurità” e di connessioni online abbiamo scelto di puntare anche all’onlife e gli oltre 15 abbonati in solo un mese di attività sono la dimostrazione che non ci siamo sbagliate.

Insomma, tanti bei progetti. E un nuovo libro si profila all’orizzonte Michela Trada?

A maggio, in occasione del Salone del Libro di Torino, uscirà la mia seconda “fatica” letteraria questa volta in compagnia di Edizioni Effetto. “Io sono Notizia – Comunicare nell’Era del Digitale per generare valore” vuole essere un prontuario pratico e applicabile nella nostra trasformazione in media autentici riprendendo uno dei concetti espressi nel corso di questa intervista. Noi siamo il brand di noi stessi o, ancora meglio, noi siamo i media di noi stessi e, in quanto tali, facciamo notizia, diventiamo ogni giorno notizia. In un’epoca in cui il digitale e la disintermediazione la fan da padrone saper padroneggiare al meglio la comunicazione via Web è fondamentale per ottenere risultati sia sul piano relazionale che su quello lavorativo. Ogni volta che ci approcciamo a scrivere un contenuto sui Social Media, rispondiamo ad un commento, interagiamo in una community ci trasformiamo nel nostro media personale veicolando qualcosa di noi all’esterno. Per cosa vogliamo essere trovati online? La nostra identità digitale è coerente con quella reale? I nostri contenuti ci rispecchiano? Le parole sono un potente strumento valoriale da utilizzare con cura per generare benessere verso noi stessi e verso l’ecosistema che ci circonda. 

Su Francesca Ghezzani

Giornalista, addetto stampa, autrice e conduttrice di programmi televisivi e radiofonici. In passato ha collaborato con istituti in qualità di docente di comunicazione ed eventi.

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