Non mi ricordo una mazza, di Gianni Mazza
Non mi ricordo una mazza, di Gianni Mazza

Non mi ricordo una Mazza, di Gianni Mazza

Una vita in musica per il maestro Gianni Mazza che in questo periodo presenta il suo libro, “Non mi ricordo una Mazza”, un trattato di amnesia consapevole, titolo che riprende con simpatia il suo cognome.

Aneddoti dal passato, ricordi di persone a cui deve tanto e con cui ha collaborato, in questa intervista consapevole, per l’appunto, per cui ringraziamo il maestro Mazza.

Il libro è disponibile di seguito:

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Gianni Mazza. Ha scritto un bellissimo libro, qualcosa che mancava, perché il suo libro va a scavare nei ricordi di un vissuto e di una televisione che oggi non vi sono più. Come ha preso vita questa idea?

Si tratta di un’idea nata per necessità, come dice il titolo, perché è vero che non ricordo nulla. Ho voluto, inoltre, giocare sul mio cognome, ed è davvero facile farlo. Ho voluto mettere nero su bianco i ricordi della mia vita per non dimenticare. Un libro nato dalla forte voglia di autoreferenziarmi, tentando di mettere in ordine il mio curriculum. Bertoli ha voluto credere in questo libro e lo ringrazio per questo.

Sua nonna è stata fondamentale nella sua vita, per la sua carriera…

Lo è stata di certo, anche perché si trattava dell’unica nonna rimasta in vita. Una donna in grado di fare famiglia, di mettere ordine, che chiamavo “carabiniera” per via della sua severità. Per lei c’era sempre da studiare e mi bacchettava, mi obbligava ad andare a scuola di pianoforte e da lì è cominciata la mia avventura. Non posso che ringraziarla.

Tanti gli artisti con cui ha avuto modo di collaborare. Chi ricorda con maggiore affetto?

Corrado è stato il primo a credere realmente in me e devo ringraziarlo. È stato un pazzo! Mai avrei pensato di andare in video, anche perché mi intimoriva tantissimo, ma gli devo molto.

Con Arbore un sodalizio molto importante..
Certo, senza Renzo molto probabilmente non staremmo nemmeno parlando al telefono. Renzo ha dato vita a programmi storici, patrimonio dell’umanità italiana. Mi ha insegnato a non fossilizzarsi, a non cullarsi sugli allori. Il suo “Indietro tutta” resterà nella storia e non solo quello.

Un ricordo di Fabrizio Frizzi?

Certo, il compiantissimo Fabrizio! Siamo circondati di amici che vanno via, purtroppo.

Lei è parte di una televisione che non esiste più, oggi..

Si, quella televisione non esiste più ma ho poi preso parte anche ad altro. Ho incontrato Guardì, che ha realizzato cose diverse da Renzo, ma si tratta comunque di una televisione seria, pulita.

Cosa sognava da ragazzo Gianni Mazza e quanto pensa di essere riuscito a realizzare oggi?

Sognavo di fare lo scopino (ride). Mi affascinavano questi uomini che osservavo dalla finestra, da bambino, nella mia stanza. Subito dopo mi sono ricreduto, naturalmente, ed ho pensato che la musica fosse molto meglio. Ho sbattuto la testa contro le difficoltà del caso, facendo tanta gavetta, ma sono poi approdato in televisione, seppure adulto.

Come intende il modo di vedere la musica, attualmente?

Oggi ci sono giovani bravissimi che, grazie anche alla tecnologia, subiscono anche il famoso rovescio della medaglia. Tali arnesi non favoriscono il riconoscimento di una carriera perché si tende a correre troppo. Ci sono, invece, step indispensabili che ti portano ad imparare in maniera reale e pratica il mestiere.

Assisteremo, a breve, al Festival di Sanremo 2023. Che ricordo ha della sua partecipazione con “Il lazzo”?

È stato un grandissimo divertimento che ho voluto concedermi, ai tempi (ride). Sapevo di andare a combattere con un’arma a doppio taglio, ma volevo comunque prendervi parte. La canzone era molto carina, orecchiabile, ed è piaciuta. Il titolo la dice tutta. Il lazzo è stato semplicemente uno scherzo. Tutto qua. Ho cantato un testo mio, arrangiamento mio e poi mi sono anche diretto l’orchestra. Cosa volere di più? Mi sono molto divertito.

A quale programma le piacerebbe prendere parte Gianni Mazza?

Oggi non mi viene in mente nulla che possa davvero interessarmi. Mi piacciono i programmi intelligenti di Rai3, ma nulla più. La televisione però forse è giusto che non la faccia più. Ho fatto già tanto. Sto spaziando ora in maniera diversa. A breve potrete difatti vedere un nuovo video, un qualcosa di ironico. Sto, inoltre, scrivendo un qualcosa di classico, valido. Mi ritengo soddisfatto di ciò che ho realizzato ed ho ancora tante idee da concretizzare. In molti si chiedono come mai io sia scomparso dalla televisione. La risposta è che sto bene, sono comunque felice, pieno di entusiasmo. L’entusiasmo, difatti, è qualcosa che non deve mancare, mai.

Se potesse tornare indietro cosa non ripeterebbe del suo passato televisivo e personale?

Ho preso parte ad alcuni programmi legati a periodi di “sopravvivenza” che, ad oggi, avrei preferito evitare. Programmi a cui sono comunque grato perché mi hanno davvero aiutato.

Cosa può anticiparci sul suo futuro artistico?

Sto pensando di andare all’estero per fare musica con la mia orchestra. Non ho mai avuto un vero e proprio impresario e questo aspetto oggi mi piacerebbe. Vorrei poter uscire dalle mura domestiche per portare il meglio della musica italiana con cantanti che, spero, vogliano potermi seguire.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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