Incontriamo Salvatore Romano, sceneggiatore e regista del film “L’incontro”, sua seconda opera. Il lungometraggio, disponibile su Amazon Prime, Chili e Vativision, vanta la partecipazione di attori del calibro di Giorgio Colangeli, Peppe Zarbo, Nina Soldano, Daniela Fazzolari, Antonio Tallura e molti altri. Il ruolo principale è affidato a Giuseppe Marvaso, calabrese di nascita, alla sua prima esperienza da protagonista.
Ti ringraziamo per essere con noi, Salvatore Romano. Come stai?
Sto bene, fortunatamente. Non è affatto una domanda banale, specie di questi tempi!
Come nasce il tuo amore per il cinema?
Nasce da ragazzo. Ho vissuto in provincia di Reggio Calabria, dove c’era tempo per sognare. Mi è sempre piaciuto osservare le cose e, in maniera automatica e naturale, è nata la mia voglia di renderle vive, di rappresentarle. Una passione che, nel corso degli anni, è cresciuta con me, sino a diventare un vero e proprio lavoro.
“L’incontro” è la tua seconda opera da regista. Parlaci di questo progetto.
L’ispirazione è nata nel vedere un ragazzo posizionare un crocifisso in una chiesa. Ho percepito una sorta di scambio di sguardi, tra questo ragazzo ed il crocifisso stesso. Ho cominciato così ad immaginare un viaggio di una persona che, attraverso il Cristo, rivede, in qualche modo, tutta la sua vita, i suoi errori, dopo aver commesso un grave reato. Vi è quindi questa forte contrapposizione tra lui e il Cristo. La storia, romanzata, è frutto di questo scontro tra due diverse realtà, tra una persona che non crede in Dio e questo Cristo che rappresenta, invece, un simbolo di pace, l’amore per il prossimo.
Cosa si prova a mettere in scena una sceneggiatura propria, sapendo di avere la possibilità di poterla anche dirigere?
Chi fa regia e riesce poi anche a scrivere, è di certo privilegiato. Non hai, di conseguenza, l’esigenza di spiegarla in maniera dettagliata al produttore o chi di dovere. Nel mio caso, quando si è deciso di fare questo film, lo si è deciso dal trattamento. La sceneggiatura è quindi diventata quasi una forma tecnica, di quello che era già stato deciso. Il tutto è stato rapido, veloce, senza revisioni alcune da attuare.
“L’incontro” sarà presentato, il prossimo 22 maggio, al cinema di Mormanno. A breve, presenzierà anche a dei Festival?
Il film, al momento, è disponibile su Amazon Prime, su Chili e su Vativision, il nuovo canale del Vaticano. La presentazione al cinema di Mormanno, il 22 maggio, è una sorta di prima, da dedicare alla Calabria, nel luogo in cui abbiamo realizzato il film. Di certo lo presenteremo ai Festival più importanti. Fa parte di un normale decorso da realizzare a tappe.
La Calabria, la terra in cui sei nato, è testimone di questo tuo nuovo progetto. Quali sono state le sensazioni a riguardo?
Per noi del sud, il legame con la terra è sempre molto forte. Anche il primo film, “Liberarsi, figli di una rivoluzione minore”, è stato realizzato nella zona di Reggio. La cosa incredibile, è che la tua idea possa essere girata proprio nei luoghi scelti. Il viaggio di questo Cristo, ad esempio, trova il suo contesto naturale proprio nel Pollino. Amo ambientare i miei film nella mia Calabria, dove vi sono location bellissime, adatte ad ogni tipo di genere. La soddisfazione che si prova, in tal caso, è di certo maggiore.
Nel cast de “L’incontro”, figurano gli attori Peppe Zarbo e Nina Soldano, da anni nel cast di Un Posto al Sole, la nota Soap Opera di Rai3. Per anni, sei stato parte integrante di questa grande famiglia partenopea. Che ricordi hai di quel periodo?
Ho preso parte all’ultimo blocco di Un Posto al Sole nel 2020, dopo l’interruzione legata al Covid-19. Conservo dei ricordi bellissimi di tutti loro, dell’intera troupe. Ho pensato a Peppe Zarbo e Nina Soldano, per questo film, perché sono due persone fantastiche. Questi ruoli, così delicati, gli si addicevano. Sono dell’idea che, sul set, sia importante la valenza umana di un attore, ancor prima della bravura che possa caratterizzarli.
Girare al tempo del Covid-19. Quali problematiche ha comportato?
Ai tempi della lavorazione, la pandemia non era ancora presente. Le problematiche si sono verificate dopo, durante il montaggio. Sono cambiate, quindi, le strategie distributive, così come le musiche. Avremmo dovuto mettere insieme venti elementi ma, non è stato possibile.
Il mondo dello spettacolo, in seguito a questa inaspettata pandemia, ha subito un lungo fermo. Qual’è la tua opinione a riguardo?
Questa situazione ha di certo modificato le strategie artistiche e lavorative di molti di noi. In tanti si sono ritrovati senza lavoro, specie chi lavora dietro le quinte. La pandemia ha apportato maggiore difficoltà a situazioni che erano già molto gravi. Fortunatamente, sembra che adesso qualcosa stia cambiando. Si spera di poter tornare presto alla normalità.
Volgiamo uno sguardo al futuro. Stai lavorando ad altro?
Sto lavorando ad un nuovo film per il cinema. La sceneggiatura è già scritta. Stiamo cercando di definire la parte più difficile, quella economica. Chiaramente, ci sono progetti più avviati ed alcuni meno avviati, dovuti all’incertezza del nostro lavoro. Ci sono cose che non sempre dipendono da noi. Posso dire che ciò che dipende da me, a breve, verrà eseguito, per il resto ci toccherà aspettare. Stay tuned!