Laceno D'oro 2019

Laceno D’Oro pronta la 44a edizione

Andrà ai registi Franco Maresco e Pedro Costa il Premio alla Carriera per la 44a edizione del Laceno d’oro diretto da Antonio Spagnuolo.

Laceno D'oro 2019

Lo storico festival internazionale del cinema del reale di Avellino, festeggia sessant’anni dalla storica prima edizione realizzata da Pier Paolo Pasolini nel 1959 insieme con gli intellettuali irpini Camillo Marino e Giacomo D’Onofrio, per valorizzare il territorio con una rassegna cinematografica di ispirazione neorealista.

In continuità con l’intuizione di Pasolini, il Laceno d’oro torna con otto giorni di cinema d’autore, indipendente e di ricerca, con proiezioni, incontri con gli ospiti, tre concorsi, retrospettive, mostre, e presentazione di libri. Cuore del festival il Cinema Partenio con eventi anche al Cinema Comunale di Bagnoli Irpino e al Complesso Monumentale Carcere Borbonico.

I premiati

Autore di “La mafia non è più quella di una volta”, un viaggio dentro la mafia e l’antimafia nella Palermo di oggi, Premio speciale della giuria a Venezia 76, il regista siciliano Franco Maresco riceverà il riconoscimento, “Premio alla carriera Laceno d’oro 44”, in una serata in suo onore dove incontrerà il pubblico prima della visione del film. Siamo nel 2017, a venticinque anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio, e Franco Maresco realizza il film  partendo da un suo recente lavoro dedicato a Letizia Battaglia, fotografa ottantenne che con i suoi scatti ha raccontato le guerre di mafia, definita dal New York Times una delle “undici donne che hanno segnato il nostro tempo”. Il regista sente il bisogno di affiancare a Letizia una figura proveniente dall’altra parte della barricata: Ciccio Mira, ‘mitico’ organizzatore di feste di piazza, già protagonista nel 2014 di “Belluscone. Una storia siciliana”. Nei pochi anni che separano i due film, Mira sembra cambiato. Forse cerca un riscatto, come uomo e come manager, al punto da organizzare un singolare evento allo Zen di Palermo: i neomelodici per Falcone e Borsellino. Eppure le sue parole tradiscono ancora una certa nostalgia per “la mafia di una volta”. Intanto, assistendo alle celebrazioni dei martiri dell’antimafia, il disincanto di Maresco si confronta con la passione di Letizia Battaglia.

Il regista portoghese Pedro Costa riceverà il “Premio alla Carriera Pier Paolo Pasolini”. Dopo la cerimonia di consegna sarà proiettato il suo ultimo film “Vitalina Varela” che ha trionfato a Locarno 2019 con il Pardo d’oro per il miglior film e miglior interpretazione femminile. Potente opera sull’emigrazione capoverdiana nel quartiere di Fontainhas, bidonville di Lisbona, tema più volte affrontato dall’autore, il film racconta la storia di Vitalina Varela, personaggio già apparso in “Cavalo dinheiro” del 2014, capoverdiana di 55 anni che arriva a Lisbona tre giorni dopo il funerale del marito. Sebbene il coniuge che l’ha tradita e ripudiata non ci sia più, Vitalina decide di rimanere in Portogallo per elaborare il lutto. Una vicenda personale che diventa simbolo collettivo, un film che conferma la sontuosità e il rigore della cinematografia di Costa capace di fondere luci e ombre, reale e visione.

Su Silvana De Dominicis

Vice direttore di La Gazzetta dello Spettacolo, amante degli animali, la natura e la cucina veg. Umiltà e sensibilità sono nel contempo i miei pregi e difetti.

Lascia un commento