Alessia Cinquegrana e Gianfranco Gallo protagonisti di La Gatta Mammona
Un cortometraggio dai forti sapori quello scritto e diretto da Paolo Cipolletta, La Gatta Mammona. Protagonisti dello stesso, un Gianfranco Gallo insolito poliziotto ed Alessia Cinquegrana, con la sua vita da Moncherì, trans con le storie degli uomini che la frequentano visti attraverso gli occhi della sua gatta, che osserva e ascolta.
Le dichiarazioni
Gianfranco Gallo protagonista del prossimo numero di La Gazzetta dello Spettacolo Magazine racconta: “Quando ho letto la sceneggiatura de La Gatta Mammona ho deciso che avrei trovato il tempo di girarla. Mi interessavano l’argomento, la psicologia dei personaggi e la possibilità di dare vita e volto ad una contraddizione, una di quelle con le quali siamo costretti a convivere. L’essere umano si destreggia tra quel che è e quel che gli chiedono di essere, l’affermazione è antica i riferimenti pirandelliani obbligatori, ma in quest’occasione mi si dava la chance di interpretarla e modernizzarla, di farla mia attraverso lo script del corto. Noi attori abbiamo il dovere, quando intravediamo del talent, di dare fiducia ai giovani. In questo caso Paolo Cipolletta ha ripagato la fiducia. Spero che non si avvilisca per la difficoltà di portare avanti le sue idee in un mondo difficile come quello del cinema“.
Alessia Cinquegrana dal suo canto, alla prima esperienza attoriale, è nota alla stampa nazionale per essere la prima trans ad aver ottenuto il riconoscimento di genere e quindi ad unirsi in matrimonio civile, senza cambiare sesso. Su La Gatta Mammona racconta: “Paolo Cipolletta con la sua sceneggiatura è riuscito a toccare le corde del mio cuore. Nel personaggio che interpreto ho intravisto gran parte della storia di vita di noi trans e molti aspetti caratteriali che mi appartengono. Ma la Gatta Mammona non è un docu-film sulla mia vita e questo rappresenta un ulteriore opportunità per me. Per la prima volta mi è stata data la possibilità di misurarmi nel ruolo di attrice e quindi essere giudicata per quello che faccio e non per quello che sono. Ringrazio Gianfranco Gallo che con la sua professionalità ed umanità mi ha dato tanto sul set. Girare questo film è stata una dell’esperienze più emozionanti della mia vita, ricordo ancora il pianto dell’ultimo ciak“.
Anche il regista che ha voluto dare una forte intensità al progetto, non curante delle possibili critiche che potrebbe ricevere ai Festival racconta: “In questo cortometraggio risiede un’idea inquieta: squarciare l’occhio dello spettatore, anche attraverso immagini crude e violente per aprirgli la mente oltre le convenzioni sociali e le regole imposte dal vivere civile. E lo si fa, travalicando il limite del conscio e ponendolo dinanzi a quella oscurità recondita di pulsioni che smuovono l’agire umano, per consentirgli la ricerca della “verità”. Oltre a Moncherì, il filo rosso del film resta l’inconscio nella sua continua relazione col vivere individuale e con la sua critica alle maschere dietro cui si celano i protagonisti. La Gatta Mammona sarà lo specchio in cui nessuno vorrà guardarsi“.
Il cortometraggio verrà presentato al mercato internazionale del Festival Clermont Ferrand (primo festival al mondo dei corti) e allo short film market del Festival di Torino.