Simon Grechi: Malamore, contro ogni violenza
Quattro chiacchiere con l’attore Simon Grechi, che ci racconta la trama del film “Malamore”, dove lo vedremo al cinema.
Una relazione tossica, una spirale di vendetta in cui restare intrappolati, questa la trama di “Malamore”, il primo film diretto da Francesca Schirru in cui vi è anche Simon Grechi tra i protagonisti. Un progetto che gli ha regalato tanto, che parla di violenza, qualcosa da ‘abbattere’…
L’intervista a Simon Grechi
Ben ritrovato su La Gazzetta dello Spettacolo, Simon Grechi. Dal 10 maggio sarai al cinema ne “Malamore”, ad opera di Francesca Schirru, cosa anticiparci a riguardo?
Non ho idea dell’impatto che questo film potrà avere sul pubblico ma sono curioso di scoprirlo. Il mio personaggio è ‘bianco’, di contrasto a tutto il nero che lo circonda, e sarà una sorta di grande appiglio per la protagonista, capace di portarla via da una forte situazione malata, di asfissia… un film che parla di qualcosa di attuale, purtroppo, di violenza, di quanto siano sbagliate alcune sue forme.
Una tematica molto attuale, esattamente…
Si, difatti mi auguro che i ragazzi possano vederlo per poter comprendere quanto delle situazioni apparentemente normali possano, in realtà, essere più che sbagliate.
Un messaggio da lanciare, fondamentalmente…
Mi auguro di si, che non resti soltanto un mero esercizio di stile.
Come sono stati i rapporti con i tuoi compagni di set, con la regista Schirru?
È la prima volta che mi capita di interagire con una sola attrice, Giulia Schiavo, in questo caso. Ho conosciuto anche gli altri, che sono un ottimo gruppo, ma non ho avuto modo di vivere alcuna scena da realizzare insieme. Di Francesca posso, invece, dirti che è una regista bravissima, alla sua opera prima. Mi auguro che il film vada bene, per lei, per tutti, e che possa realizzare tanto altro in futuro.
Una carriera in continuo divenire e, a tal proposito, che bilancio ne fai di questo tuo percorso?
Raramente sono contento, sono sincero! Ciò che spero e mi auguro, è di poter vivere di questo lavoro, cosa non da tutti, e di potermi sentire sempre più realizzato affrontando ruoli di volta in volta diversi e intriganti.
Quale ruolo, a tal proposito, vorresti poter impersonare un domani?
Ho un’età che mi consentirebbe di affrontare ruoli realmente esistiti, che mi porterebbero ad essere anche, se vogliamo, giudicato. Una sfida che accetterei molto volentieri!

Qualche anno fa c’è stata l’occasione di “Un Posto al Sole”, la soap di Rai 3 all’ombra del Vesuvio. Ti piacerebbe ripetere un’esperienza simile?
Mi sono trovato molto bene, umanamente parlando, ad Un Posto al Sole e, per di più, adoro Napoli. La serialità mi è piaciuta, ne conservo un ottimo ricordo ed è stata una palestra fantastica.
Come vivi il rapporto con il pubblico, con chi ti riconosce in strada?
Lo vivo bene, in maniera molto serena, differentemente dai primi anni in cui ero più schivo, specie nei momenti privati. È il pubblico che ci dà lavoro e a cui dover riconoscere tanto, diciamo pure che oggi sono meno orso.
Quali consapevolezze caratterizzano il tuo vissuto?
Ho ancora tanti sogni da realizzare e tante sono state le scelte da prendere, in passato, non sempre ‘vicine’ ai miei reali desideri. Oggi sento di essere ancora ‘ragazzo’, voglioso di mettermi alla prova, di vivere tanto altro ma, di base, resto una brava persona, pronta a raccogliere tutto ciò che ho seminato.
Anticipazioni sul futuro artistico di Simon Grechi?
Farò parte di una nuova serie Mediaset in un ruolo del tutto fuori dalle righe, qualcosa che non ho mai impersonato prima. Vivrò una storia d’amore con una donna più grande ma non posso anticipare altro, se non che la regia è di Raffaele Mertes, con cui lavorai in occasione di “Carabinieri”. Ritrovarlo è stato molto bello, piacevole, a distanza di anni.