Nina Pons. Foto di Mirko Morelli
Nina Pons. Foto di Mirko Morelli

Nina Pons: ognuno ha il suo tempo

Giovanissima, Nina Pons, e già sicura di percorrere una giusta strada, ponderando le sue scelte, di pari passo con i suoi credo, le sue convinzioni.

‘Ognuno ha il suo tempo’, ci diceva durante questa intervista, e noi siamo pienamente d’accordo con lei, tra i protagonisti de “Pare parecchio Parigi“..

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Nina Pons. Parlaci della tua nuova esperienza ne “Pare parecchio Parigi”, ad opera di Leonardo Pieraccioni.

È stato molto entusiasmante parlare con lui, essere su quel set. Interpreto una studentessa di filosofia, Annina, vicina di casa della famiglia di Pieraccioni. Di divertente vi è che Annina pensa di avere una soluzione ad ogni problema della vita, una specie di piccolo grillo parlante che cerca di dare una giusta direzione alle cose.

Come hai appreso questa collaborazione con Leonardo Pieraccioni?

Avendo un ruolo secondario non ho avuto modo di essere spesso presente sul set ma, per fortuna, conoscevo già alcune persone della troupe. Leonardo è dotato di tantissimo carisma, è divertente, e poi il ruolo era buffo e lui, come attore e regista, regala sempre l’occasione di avere uno spazio proprio.

Nina, sei giovanissima ma con all’attivo la partecipazione a film e serie davvero importanti. Ultimamente hai anche preso parte al film di Pietro Castellitto, “Enea”..

Una partecipazione amichevole di cui sono stata davvero felice. Pietro ha un grandissimo coraggio, specie nel racconto ed è riuscito a cogliere tantissime sfaccettature della Roma bene. Un involucro che spesso racchiude immensi vuoti, solitudini e malinconie. Emozionante anche essere con lui a Venezia..

Hai affermato di non trovare, guardandoti intorno, alcuno stimolo nelle persone per poter andare avanti. A cosa devi questa affermazione?

Siamo abituati, negli ultimi tempi, a vivere una sorta di apatia generale. Siamo abituati a vivere a testa bassa, accettando il dolore, standoci dentro. Tutto ciò mi spaventa tantissimo! Penso sia importante aggrapparsi alle cose fondamentali, vitali, che caratterizzano il nostro percorso.

Chi è Nina e da cosa è partita la voglia di far parte di questo ambiente?

È difficile rispondere a questa domanda! (ride) Sono una persona semplice, che ama essere vicina a chi vuole bene. Mi piace leggere, scrivere, vivere di fantasia, così come accadeva da piccola. Amo viaggiare, specie per lavoro, svegliandomi spesso in una stanza non mia, soltanto per raggiungere un obiettivo comune: il mio lavoro.

Quale strada avresti scelto se non avessi intrapreso questo percorso?

Ho iniziato a recitare da giovanissima, a sedici anni e, prima di allora, non avevo chiaro cosa seguire, quale passione nello specifico. Vivevo di fantasia, fino al momento in cui ho incrociato la recitazione..

La nota dolente di questo lavoro, Nina Pons?

La nota dolente c’è sempre, come in ogni mestiere. Vuoi per l’esposizione forte, vuoi per la società che viviamo, estremamente performante. Di certo vi è che non possiamo vivere ‘male’ un dato momento, perché ognuno ha il suo tempo ed è fondamentale non uscire da quel tempo.

Quali sensazioni ti ha regalato, guardando a “Vita da Carlo”, la possibilità di essere sul set diretta proprio da Carlo Verdone?

Mi ha trasmesso una carica pazzesca, anche per via del fatto che dovevo impersonare una ragazza molto estroversa, diversissima da me. Il bello di questo lavoro è proprio questo, entrare nei panni di qualcuno che non ti appartiene ma, poterlo fare e bene, è bellissimo.

Quale ruolo, tra quelli interpretati, hai amato maggiormente Nina Pons?

Il ruolo più bello l’ho girato da poco ma non posso anticiparvi nulla, purtroppo (ride). Il bello di questo ruolo risiede nell’aver interpretato una ragazza piena di vita ma di una vitalità che le è stata sottratta..

Nina, quali consigli senti di lasciare a coloro che tentano di voler intraprendere questo percorso?

Lo studio è fondamentale, così come il prendere ogni cosa con leggerezza. Se subentra la ‘pesantezza’, in questo lavoro, allora ha poco senso portarlo avanti..

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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