Edoardo Strano. Foto di Paolo Stucchi
Edoardo Strano. Foto di Paolo Stucchi

Edoardo Strano: l’incontro con Harrison Ford? Magico!

L’attore siciliano Edoardo Strano è nel cast dell’ultimo film su Indiana Jones, al cinema, al fianco del mito Harrison Ford.

Un incontro, quello con Ford, definito magico, un’avventura bellissima su un set da molti desiderato. Questo e tanto di più su Edoardo Strano in questa nostra intervista.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Edoardo Strano. “Indiana Jones and the Dial of Destiny”, l’ultimo capitolo della saga legata al personaggio interpretato da Harrison Ford, ti vede tra i suoi protagonisti. Che esperienza è stata e come ha preso vita il tutto?

È stata un’esperienza entusiasmante, incredibile, che resterà scolpita nel mio cuore. Ho ricevuto proposta per un provino riservatissimo, qualche tempo fa, da parte di Francesco Vedovati e, attraverso le poche battute lette, ho avuto modo di comprendere di che natura fosse quel progetto. Dopo un mese ho poi avuto conferma dalla mia agenzia circa il ruolo da interpretare. Mi sono ritrovato, di lì a poco, ad essere catapultato nel mondo di Indiana Jones. Una vera e propria avventura dentro l’avventura, un periodo in cui mi sono misurato con le varie attività fisiche, provando a cavalcare in maniera cinematografica, allenando la mia persona a tutto. Ho avuto modo, durante le riprese a Siracusa, di incontrare, presso La Tonnara del Secco, alcuni componenti del cast e lo stesso Harrison Ford.

Ne “Indiana Jones and the Dial of Destiny” interpreti l’assistente di Archimede, un piccolo ruolo chiave nella storia. L’incontro con Harrison Ford è stato, dunque, necessario. Quanta emozione vi è stata nel poter essere al fianco di tale leggenda?

Un ruolo piccolo, si, ma davvero interessante, per cui ho avuto modo di prepararmi come possibile, con la passione di cui sempre mi nutro. Un genio del siracusano, Archimede, che ho davvero avuto modo di comprendere con maggiore passione. L’incontro con Harrison Ford, ti dirò, è stato magico. Si è presentato a tutti, singolarmente, sul set e questo mi ha dimostrato quanto siano grandi i grandi, per l’appunto. Un Ford che, alla sua età, avrebbe benissimo potuto evitare di girare tale film così pieno di azioni e invece ha avuto la voglia di esserci ancora e questo dimostra la passione di cui noi attori ci nutriamo. Niente di più bello e vero!

Un inizio, quello legato alla recitazione, che si è sviluppato nella tua Sicilia, anni fa. Come ha preso vita il tutto?

Questa sana e forte passione per la recitazione ha avuto inizio da adolescente. I miei genitori hanno contribuito a ciò, a questa forte vocazione che proveniva dallo schermo, dal vivere le storie rappresentate. Oggi, a ripensarci, ho fatto bene ad inseguire tale strada e per nulla al mondo tornerei indietro.

“Il traditore”, di Marco Bellocchio, ti ha visto recitare al fianco di Pierfrancesco Favino e vi è poi stata anche l’occasione de “Leonora addio”, in cui sei stato diretto da Paolo Taviani. Esperienze importanti, degne di nota, caratterizzate da registi abili, acclamati. Quali sono state le tue sensazioni a riguardo?

Ritengo una fortuna, un privilegio, l’avere avuto modo di vivere tali situazioni. L’esordio con Bellocchio è stato davvero entusiasmante e lo stesso vale per l’occasione avuta con Taviani, nel pieno della sua produzione artistica. Mi hanno dato modo di scoprire quanto sia bello creare insieme, plasmare un personaggio, un prodotto, creare la giusta sinergia tra attori e registi e non solo. Dei veri maestri per me!

Chi è Edoardo Strano, quale passioni caratterizzano il tuo vissuto, e cosa ti auguri di poter concretizzare, in futuro?

Potrei definirmi la persona della porta accanto, semplice, vivace, amante della natura. Ho il privilegio di vivere vicino all’Etna, di poter raggiungere tale luogo in poco tempo, di poterne godere a pieni polmoni. Sono curioso, inoltre, e porto tale aspetto con me, specie nel lavoro, non solo nel quotidiano. Porto con me, tra l’altro, la passione per la poesia, che mi permette di esprimere la mia anima con gli occhi, diversamente dalla recitazione.

Attualmente sei sul set de “Those About To Die”, per la regia di Roland Emmerich. Cosa puoi anticiparci, nei limiti del possibile?

Si, sono parte integrante della serie e ne sono davvero felice. Sto conoscendo un qualcosa di importante, legato alla serialità, a me attualmente sconosciuta. Sono contento, inoltre, di essere diretto da Emmerich.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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