Valentina D'Agostino

Valentina D’Agostino, da bambini si riconoscono i “cattivi”

Abbiamo incontrato in una piacevole chiacchierata l’attrice Valentina D’Agostino. Palermitana, con tanta esperienza tra Cinema e Televisione, che è stra i protagonisti di “La mafia uccide solo d’estate 2”, la fiction RAI in onda dal 26 aprile con la seconda stagione.

Valentina D’Agostino, benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo. Sei tra i protagonisti di “La mafia uccide solo d’estate 2”, dove interpreti nuovamente Patrizia. Parlaci del tuo personaggio.

Per chi già lo conosce dalla prima serie, il mio personaggio nella seconda ha una piccola evoluzione: mentre nella prima interpretavo un po’ la stupidotta ingenua, goffa e a tratti buffa, adesso inizia a vedere che il terreno sotto i piedi frana dal punto di vista amoroso e cercherà di far si che il marito torni più legato a lei dal punto di vista amoroso. Diciamo che non è che migliori tanto l’aspetto con cui guarda il mondo, l’indole di Patrizia resta la stessa, ma comincia ad aprire gli occhi.

Come donna da un punto di vista di risposta alla mafia, ancora non reagisce di fronte al fatto che il marito, agli occhi di tutti, sia invischiato in affari mafiosi. Io credo che lei non reagisca in nessuno modo un po’ perché è l’ultima a capire le cose, ma soprattutto perché vuole far finta di non vedere per amore.

Valentina D'Agostino è Patrizia nella Famiglia Giammarresi in La Mafia uccide solo d'estate 2.
Valentina D’Agostino è Patrizia nella Famiglia Giammarresi in La Mafia uccide solo d’estate 2.

E’ difficile recitare in un ruolo che riesce a tenere nell’animo tanta omertà, “obbligata dall’amore”? Cosa ne pensi, come persona, di un amore che accetta tal ricatto morale?

Parlando di Patrizia, i nodi non credo si sciolgano già nella seconda serie (anche perché potrebbe essercene anche una terza), ma in una coppia, nella vita di tutti i giorni, i nodi vengono sempre al pettine. Quando non sei così indipendente dal punto di vista morale ed economico, quando la tua vita dipende completamente da un’altra persona, poi le cose non vanno.

Lei sicuramente lo fa perchè lo ama, perchè magari, ancora non le pesa. Si potrebbe solo poeticamente vedere una bella ingenuità nel lato infantile di questo amore… ma prima o poi devi opporti per evitare di essere schiacciati da questo tipo di amore.

Quali sono i film che preferisci vedere al cinema e soprattutto, ci sono degli attori italiani che apprezzi?

Allora… diciamo che tra quelli viventi, la Vitti è la mia preferita. Tra i non viventi, la Magnani sicuramente. Come genere non ne ho uno, scelgo i film da vedere basandomi sul passaparola. Secondo me è una carta vincente nel caso del passaparola positivo. Mi piacciono molto le biografie. Di recente ho visto Darkest Hour, su Winston Churchill, ed ho apprezzato anche Sicilian Ghost Story di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza.

Al Cinema con Carlo Verdone e tanta fiction con Don Matteo, Piper, Un passo dal cielo, I Borgia, Liberi sognatori, La mafia uccide solo d’estate. Dove si sente più a suo agio Valentina D’Agostino?

Non faccio la differenza tra cinema e TV, e nemmeno tanto sui ruoli che interpreto. Per me sono le persone con cui lavori a fare la differenza. La mafia uccide solo d’estate mi fa vivere un ruolo intenso e bellissimo, ma io sono contenta più per chi c’è intorno: Ribuoli, Scianna, per tutto quello che mi hanno insegnato e per come mi hanno trattata sul set. Sentivo che stavamo lavorando insieme per fare bene.

Una differenza forse la vedo più da spettatrice: mentre vedevo una serie televisiva mi dicevo, ma questi come fanno a vedere tutti i giorni le fiction distratti dalla pubblicità. Il cinema è più magico perchè non hai cellulare, non puoi fare altro o allontanarti dalla TV. La fruizione della settima arte sul grande schermo è tutta insieme e senza contaminazioni esterne.

Abbiamo incontrato in una piacevole chiacchierata l'attrice Valentina D'Agostino. Palermitana, con tanta esperienza tra Cinema e Televisione, che è stra i protagonisti di "La mafia uccide solo d'estate 2"

C’è un’esperienza importante del set che ti ha segnata?

L’esperienza che mi ha più segnato è sicuramente quella de I Borgia, questo perché io venivo da fiction di successo con attori importanti ed ero abituata a vivere di dinamiche del tutto italiane. Con I Borgia, c’erano attoroni pazzeschi da tutto il mondo, e mi colpiva il fatto che eravamo tutti insieme in un solo camerino (divisi solo tra uomini e donne) senza divismi e senza richieste. Tante ore di lavoro al giorno ma sempre tutti con il sorriso sulle labbra a lavorare sodo e senza considerare il “chi sono io e chi sei tu”. E’ stato per me un grande insegnamento di umiltà.

Un messaggio che vuoi lasciare agli spettatori della serie?

Il motivo per cui bisogna guardare questa serie, è che sono state fatte tante serie sulla malavita, ma questa, anche quando non ci sono mafiosi, ti fa capire l’importanza di riconoscere sin da piccoli un atteggiamento mafioso, dal quale, scappando puoi vincere questo dramma!

Su Francesco Russo

Francesco Russo, giornalista e direttore del quotidiano "La Gazzetta dello Spettacolo", comunicatore digitale ed ufficio stampa di eventi e VIP.

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