Nando Paone sul set de Il Ladro di Cardellini. Foto di Anna Camerlingo
Nando Paone sul set de Il Ladro di Cardellini. Foto di Anna Camerlingo

Nando Paone: l’attore, un mestiere da rispettare

L’incontro di oggi è con l’attore Nando Paone, che ha da poco ricevuto un riconoscimento speciale per nella XII edizione del Gala del Cinema e Fiction in Campania, come migliore attore Film Commedia come protagonista del film “IL Ladro di cardellini”.

Noi l’abbiamo incontrato per rivolgergli qualche domanda sulla sua carriera e su come sta vivendo questo periodo tra pandemia e premi.

Nando Paone sul set de Il Ladro di Cardellini. Foto di Anna Camerlingo
Nando Paone sul set de Il Ladro di Cardellini. Foto di Anna Camerlingo

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo a Nando Paone. Questo è un anno “fortunato” per lei nonostante la Pandemia, che le ha portato prestigiosi riconoscimenti al suo talento…

E’ evidente che si tratta comunque di una magra consolazione visto che ormai da un anno l’umanità intera combatte contro il “nemico invisibile” con conseguenze nefaste in tutti i comparti d’impresa, specialmente nel settore dello spettacolo. Sono però molto contento di essere stato premiato al Gala del Cinema e della Fiction; a ottobre ho ricevuto anche un altro riconoscimento sempre come protagonista de “Il Ladro di Cardellini”, unico film italiano in concorso al “Festival della Commedia” fondato da Ezio Greggio e Mario Monicelli che si svolge ogni anno a Montecarlo.

Ci parla del film “Il ladro di cardellini”?

Il film nasce sotto una buona stella con la regia di Carlo Luglio, prodotto da Bronx Film, “Filmitalia”, “Minerva” e con l’impiego di poche risorse economiche. La storia si snoda intorno al protagonista da me interpretato, tale Pasquale Cardinale, un personaggio comico secondo i canoni attuali della comicità. E’un film commedia che ha anche risvolti nostalgici come la personalità dello stesso protagonista e molte note sentimentalmente pregnanti, contestualizzato in una dimensione dove si evidenziano anche momenti di grande ilarità. In Italia la commedia viene classificata come cinema comico e pertanto impone una risata dall’inizio alla fine. “Il Ladro di cardellini” come genere è molto più simile al film commedia francese dove si riscontra grande leggerezza ma che rispecchia anche tutta la gamma dei sentimenti umani. Pasquale Cardinale è un uomo che è stato licenziato perché massacrato dai debiti, vedovo inconsolabile da anni e che di conseguenza si è tuffato per distrarsi nel gioco delle slot machine; ha una figlia obesa che lo perseguita perché vuole i soldi per fare la liposuzione e trascorre il suo tempo con i colleghi “cardellari” anche loro oberati di problemi. In realtà il plot si muove intorno alla truffa che questo gruppo di vecchietti arzilli mette in opera ma dietro tutto ciò c’è l’allegoria dell’uomo paragonato a questi uccellini che nascono e muoiono in cattività; ciascuno dei personaggi è ingabbiato da una seria problematica.

La Campania e Napoli sono sempre di più set prediletti per le produzioni audiovisive nazionali e non: la causa di questo fenomeno?

Napoli è da sempre un set a cielo aperto ma da qualche anno evidenzia anche un’ altissima professionalità di tutti gli operatori dell’audiovisivo, dai costumisti, ai fotografi, alle manovalanze, elettricisti, macchinisti.

Lei si definisce un attore teatrale o di cinema?

Mi auto definisco semplicemente un attore anche se riconosco che il teatro rispetto all’audiovisivo ti trasfonde emozioni diverse, maggiore soddisfazione; il teatro è un miracolo che si rinnova ogni sera.

Proprio sul palcoscenico cominciò la sua carriera?

In effetti sì; la mia prima grande esperienza è stata con Eduardo De Filippo; avevo 24 anni ed il maestro era anziano ma molto energico. In compagnia c’era ovviamente il figlio Luca ed anche Vincenzo Salemme con il quale da subito nacque una straordinaria amicizia. Con Eduardo ho fatto tre spettacoli: La fortuna di Pulcinella, La donna è mobile, Ditegli sempre di sì.

Nando Paone. Foto di Anna Camerlingo
Nando Paone. Foto di Anna Camerlingo

Ci racconti qualche curiosità della vita di palcoscenico con Eduardo?

Il mio primo lavoro con Eduardo risale al 1980; lui era già molto anziano, molto gracile con la benda nera sull’occhio; quando dirigeva noi attori, si sedeva su una poltroncina sul palcoscenico davanti a noi e con la sua voce flebile dava suggerimenti; quando c’era qualcuno che non riusciva a cogliere le sue direttive, si animava improvvisamente come se avesse i sette spiriti, saltava dalla poltrona senza l’aiuto di nessuno, veniva al centro del palcoscenico, sbraitava e si animava come una marionetta al punto da lasciare tutti noi stupiti; poi si tranquillizzava e tornava a sedersi sulla sua poltroncina.

Come potrebbe definire Eduardo De Filippo?

Un miracolo vivente…

L’insegnamento di Eduardo più prezioso?

Il maestro mi ha insegnato la serietà, la disciplina sul palcoscenico, il rigore ed il grande rispetto per il mestiere di attore.

Nando Paone è noto anche il suo sodalizio con Salemme?

Con Salemme abbiamo fatto tanti lavori insieme, dal teatro al cinema; basti pensare a “E Fuori nevica”, “L’amico del cuore”, “Amore a prima vista” eccetera. Nella vita privata io e Vincenzo siamo fratelli.

Paone, chi può dimenticare il suo personaggio in “Benvenuti al Sud”?

E’stata un’esperienza bellissima; grazie a mia moglie Geppy Sommella, mi inventai il personaggio di un postino balbuziente che con lo stuzzicadenti riusciva a domare questo difetto. E poi Alessandro Siani è un ragazzo gentile, perbene, carino, affatto montato nonostante il suo successo.

Paone come occupa il suo tempo libero?

Io sono diplomato all’Accademia di belle arti; pertanto spazio dalla scultura alla pittura, amo molto intagliare il legno.

Se dovesse descrivere artisticamente Napoli, la sua città?

Dipingerei un grande occhio azzurro ed una bocca rossa; l’occhio è lo specchio dell’anima ed è come se guardasse dentro questa città, azzurro come il colore del suo mare; la bocca rossa esprime voracità amore, passione.

Su Maridi Vicedomini

Insegnante di diritto e giornalista.

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