Claudia Campagnola. Foto di Silvia Gerbino
Claudia Campagnola. Foto di Silvia Gerbino

Claudia Campagnola: ballerina, attrice e… molto di più

Oggi siamo insieme all’artista Claudia Campagnola, ideatrice e direttrice artistica di un evento di cui vi abbiamo parlato qualche giorno fa, “E…state al Wood”, che raggiunge la sua terza edizione.

Claudia Campagnola. Foto di Silvia Gerbino
Claudia Campagnola. Foto di Silvia Gerbino

Un incontro molto piacevole, ricco di sano ottimismo, tutte doti da associare a Claudia, che ringraziamo della disponibilità.

Grazie per essere con noi de La Gazzetta dello Spettacolo a Claudia Campagnola. Come stai?

Grazie per avermelo chiesto. Non è affatto una domanda banale! In questo momento vivo un periodo di grande entusiasmo. Dovrò affrontare un lasso di tempo impegnativo ed avrò bisogno di grande coraggio e fiducia. Sono attorniata da persone belle, con cui posso condividere tutto, e questo mi rende felice. Non accuso stanchezza alcuna.

Abbiamo attraversato un periodo particolare, inaspettato. Come lo hai vissuto e quali consapevolezze ha apportato alla tua persona, al tuo modo di affrontare la vita?

Ho faticato molto ed ho sfruttato la creatività, strumento di grande sopravvivenza, utilizzato da molti. Ho cercato di fare qualcosa di creativo che, in qualche modo, mi avvicinasse alla vita che ho sempre condotto. Ho, tra l’altro, frequentato un master di Teatroterapia, con la scuola Artedo. Una bellissima esperienza che ti consente, al termine di questo percorso, di collaborare con degli psicologi in contesti scolastici ed anche in altri ambiti.

Raccontaci di “E…state al Wood”, una bellissima esperienza, in quel di Fregene…

Dei giovani imprenditori dopo avermi vista in una replica a teatro, mi hanno chiesto di collaborare ad una rassegna, ben cinque anni fa. Un progetto fortemente voluto che, da entusiasta, ho accettato e, nel tempo, fortunatamente, ha preso sempre più forma. Si parla di recital, di spettacoli molto carini, che hanno riscosso successo anche la scorsa estate. Quest’anno, nello specifico, ho voluto impegnarmi sin da gennaio, nella realizzazione. Il coprifuoco, le mascherine e i vari stop non hanno fermato la nostra corsa. Ci saremo anche questa estate, con grande orgoglio. [PER IL CARTELLONE DEGLI EVENTI E…STATE AL WOOD VI RIMANDIAMO QUI]

Ti esibisci spesso insieme al bravo Marco Morandi. Come nascono i vostri progetti?

La rassegna ha inizio proprio con, “Chiamatemi Mimì”, in cui mi esibirò insieme a Marco. Originariamente, il soggetto, era stato scritto per un’attrice ed una cantante donna. Ho pensato di chiedere consiglio a Marco e, dopo avermi proposto alcuni nomi, mi ha chiesto di portarlo in scena insieme. Di Marco, da sempre, mi colpisce la sua umiltà, annessa alla bravura. È una persona timida, riservata ed il suo proporsi, conoscendo bene questi suoi aspetti, mi ha davvero colpita. Vigono affinità elettive, tra noi, sia sul palco che nella vita, artisticamente parlando. Abbiamo desiderato questo progetto, credendoci tanto ed avevamo ragione. Lo spettacolo funziona, va alla grande!

Claudia Campagnola e Marco Morandi in Chiamatemi Mimi. Foto di Valerio Faccini
Claudia Campagnola e Marco Morandi in Chiamatemi Mimi. Foto di Valerio Faccini

Sei un’artista in piena regola. Ballerina, attrice e tanto di più..

Ho mosso i primi passi nella danza, anni fa. La successiva inquietudine adolescenziale, mi ha portata a dedicarmi al teatro, quasi per gioco. Mi ci sono aggrappata, scoprendolo sempre più. La danza mi portava a potermi esprimere, a tirar fuori la mia grinta. Il teatro, diversamente, mi porta a vivere le sfide, anche il fallimento, se vogliamo, associabile al confronto con me stessa. Il cinema, indubbiamente, mi regala maturità, consapevolezza.

Altri progetti che ti vedranno protagonista?

Con Marco Morandi siamo in giro con “Chi mi manca sei tu”, un nostro personale omaggio a Rino Gaetano. Uno spettacolo a cui poterci dedicare, a quarant’anni dalla morte di Rino. Sarò poi ne, “L’uomo ideale”, con Simone Montedoro e Toni Fornari. Sarò la Bridget Jones italiana, alla ricerca dell’uomo perfetto. Vi sono altre cose in ballo, ma saprete tutto appena possibile. Intanto, vi aspetto in giro per l’Italia!

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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