Carlo Valli: la mia voce per Robin Williams ed Anthony Hopkins

Carlo Valli in sala doppiaggio

Carlo Valli: la mia voce per Robin Williams ed Anthony Hopkins

Intervista al doppiatore Carlo Valli, una delle voci che per anni abbiamo ascoltato, associandola al volto di Robin Williams

La voce di Carlo Valli è da sempre nelle nostre case, da prima ancora che ‘conoscessimo’ Robin Williams, a cui ha prestato la voce per anni, e ancora oggi ci regala grandi emozioni. I più fortunati il 20 ottobre potranno trovarlo al “Suggestioni dal set” ad opera di Marco Bonardelli, all’interno della XIX Festa del Cinema di Roma.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Carlo Valli. Il 20 ottobre, insieme a molti colleghi attori/doppiatori, sarai parte del “Suggestioni dal set”, ad opera di Marco Bonardelli. Quali sensazioni a riguardo?
Impossibile parlare di sensazioni prima ancora di presenziare ad una data situazione. Sono felice di poterne fare parte perché ho conosciuto Marco anni fa, durante un evento, e ritrovarlo mi crea sempre un grande piacere.

Che ricordo porti con te dei primi passi mossi nella recitazione e nel doppiaggio?
Presto la mia voce al doppiaggio dal 1966 ma ancor prima c’è stato il teatro, sin dai dieci anni di età, la televisione dei ragazzi, per poi approdare ad una televisione in via sperimentale. Il modo di lavorare è cambiato, le macchine oggi sono molto utili, all’avanguardia, servono a far guadagnare tempo, rispetto alla pellicola che veniva utilizzata anni fa. Sono cambiate anche le tempistiche, il tutto si è ridotto mentre una volta di tempo ne avevamo in abbondanza.

Sei da sempre più che riconosciuto per aver prestato la voce a Robin Williams così come a tanti altri attori. Quali soddisfazioni ti regala la possibilità di incontrare il tuo pubblico?
Sono in tanti a riconoscermi, ad associare la mia voce a Williams, agli artisti doppiati nel corso degli anni. La morte di Robin Williams ha colto tutti di sorpresa. Ero in vacanza in Valle d’Aosta in quei giorni ed un collega mi inoltrò un messaggio nel pieno della notte. Mi dispiacque molto e porto con me il rammarico di non averlo mai incontrato ma, nonostante ciò, lo conoscevo abbastanza bene. Conoscevo, ormai, il suo modo di respirare, le sue pause.

Carlo Valli

Un rammarico, come dicevi poc’anzi, non essere riuscito a stringergli la mano…
Si! Venne in Italia in occasione della promozione di “Mrs. Doubtfire” e fu ospite di Maurizio Costanzo. Gli mostrarono alcuni pezzi del film, da me doppiati, e ne rideva, sembrava compiaciuto. Lo osservai da casa. Dei colleghi, presenti in sala, gli svelarono il mio nome e si complimentò per la voce, ringraziandomi. Un ricordo molto piacevole.

Hai dei rimpianti legati al tuo vissuto artistico?
Sono molto contento del percorso intrapreso, degli spettacoli teatrali portati in scena ancora oggi. Lo stesso vale per il doppiaggio. Certo, avrei voluto portare in scena Mercuzio di “Romeo e Giulietta” ma va bene così, non mi lamento.

Quali sviluppi ci sono stati nel tuo percorso ultimamente?
Con la morte del compianto Dario Penne sono diventato la voce ufficiale di Anthony Hopkins, aggiudicandomi i provini in occasione del suo ultimo film.

Negli anni sei stato anche insegnante in una importante scuola di doppiaggio?
Esattamente, sono insegnante per la Voice Art Dubbing. Un lavoro gratificante ma al contempo anche stancante. Avevo i miei turni di doppiaggio di giorno e alla sera le lezioni e, non ultimo, i ragazzi cambiavano spesso, il tutto diveniva complicato. Avrei preferito avere un gruppo più consolidato, meno impegnativo.

Quale messaggio cercavi di trasmettere a tutti loro?
Nel doppiaggio è fondamentale guardare bene lo schermo, l’attore che devono doppiare, segnando pause e intonazioni, incollando la propria voce su quella persona, senza inventare nulla. Personalmente, quando ho cominciato, cercavo di imparare a memoria le battute da dire, anelli da trenta secondi circa o poco meno, per aiutarmi nella maniera migliore, in modo da seguire su schermo la persona doppiata. Devo ciò al mio maestro, bravissimo attore e doppiatore, Renzo Palmer, che mi portò a doppiare anche senza cuffie, senza alcun sonoro.

A dare un seguito a questa tua professione, nonché grande passione, i tuoi figli…
Si, anche se uno dei due ha lasciato, vive in Germania, ed è laureato in astrofisica. Anche l’altro, il più piccolo, ha da poco lasciato dopo aver prestato la voce ad un personaggio di una serie importante.

Anticipazioni sul tuo futuro artistico?
Nel mio immediato passato ho da poco preso parte ad uno spettacolo molto carino, “Tabù”, testo di Nicola Manzari, scomparso da qualche tempo, ed ho coinvolto anche un grande amico affinché si occupasse della regia. Prossimamente prenderò parte ad un nuovo spettacolo, sempre a due, che partirà qui da Roma, “Life is a flower”.

Potrebbe interessarti

Pasquale Anselmo

Pasquale Anselmo: doppiare mi ha regalato tutto

Incontriamo Pasquale Anselmo, un doppiatore italiano che si racconta su quello che sono state le sue esperienze nel campo.

Angiola Baggi al doppiaggio

Angiola Baggi: sin da bambina tra doppiaggio e recitazione

Intervista ad Angiola Baggi, doppiatrice di esperienza, che ci racconta il suo prossimo spettacolo "Regine di cartone" in scena a Roma.

Spellbound - L'incantesimo

Spellbound: ecco i doppiatori

Gigi e Ross, insieme con il cantante Massimo Ranieri, sono i doppiatori del film d'animazione Spellbound - L'Incantesimo.

Benedetta degli innocenti

Benedetta Degli Innocenti: la fortuna di essere una doppiatrice

Intervista a Benedetta Degli Innocenti, doppiatrice italiana che è stata apprezzata per aver doppiato tra le tante, Lady Gaga.

Renato Cortesi. Foto di Maurizio Pittiglio

Renato Cortesi: il doppiaggio e l’incontro con Fellini

Continua il nostro viaggio nel mondo del doppiaggio cinematografico e televisivo, ed oggi incontriamo Renato Cortesi.

Chiara Fabiano

Chiara Fabiano: pronta a qualsiasi sacrificio per il doppiaggio

Il suo "amato doppiaggio" raccontato nel dettaglio da una delle protagoniste di questo lavoro, Chiara Fabiano.

Lascia un commento