Iva Zanicchi - Gargana
Iva Zanicchi - Gargana

Iva Zanicchi: più che soddisfatta della mia vita

Una carriera costellata di successi, di importanti vittorie, di grandi incontri e di continue riconferme, quella che ha accompagnato il vissuto di Iva Zanicchi, nota ai molti anche come, L’Aquila di Ligonchio.

Parleremo di Gargana, pubblicato dopo la partecipazione all’ultimo Festival di Sanremo, dei suoi trascorsi e della grande amicizia che la legava a Virna Lisi e delle tre, indimenticate, vittorie sanremesi, di cui detiene il record tra le donne che hanno avuto modo di parteciparvi.

L’album è disponibile di seguito:

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Iva Zanicchi. Come procede il suo vissuto?

Bene, molto bene, grazie!!

Gargana è il titolo del suo ultimo lavoro discografico. Cosa può dirci a riguardo?

Gargana, parla d’amore e di sociale, allo stesso tempo. Vola colomba, di Sal Da Vinci, parla, ad esempio, di guerra, di crisi, di temi forti. Ero indecisa se portarla o meno a Sanremo, ma ho preferito scegliere, Voglio amarti. Tra le cover, invece, vi è Canzone, un omaggio a Milva, ed una canzone dedicata al grandissimo Modugno, che ritengo essere un grande innovatore della musica pop, ai tempi. Così poco di te, è invece una bellissima canzone realizzata da Attilio Fontana. Un pezzo davvero delizioso. Nell’album vi è anche un pezzo arabo, Abandonada, non lanciato in Italia, che ho voluto presentare a modo mio. Vi è, in ultimo, una canzone scritta da una giovanissima cantautrice, Beatrice De Dominicis, che parla di ciò che, per similitudine, sta accadendo adesso, Appunti di viaggio. Un pezzo meraviglioso.

È tornata a calcare il palco del Festival di Sanremo per l’undicesima volta e detiene il record di vittorie, tre con esattezza, tra le donne. Quali sensazioni sono legate ad Iva Zanicchi per quest’ultima partecipazione alla nota kermesse canora?

Ho avuto un’accoglienza magnifica, davvero bella e inaspettata. L’emozione ha fatto il suo, come la paura di poter sbagliare le parole e la speranza che il pezzo potesse davvero piacere. Sanremo è l’unico palco che, per pubblico e per importanza, può decretare più di tutto il successo, o meno, di un pezzo. Un’esperienza appagante, irripetibile. Volevo chiudere con il Festival e sono stata felice di avervi potuto prendere parte. Di certo, se richiesta, tornerei volentieri come ospite, ma di certo non vi prenderò più parte come cantante in gara. Una canzone, quella che ho avuto modo di portare sul palco, che era chiusa in un cassetto da ben ventinove anni, vestita di un nuovo arrangiamento, per cui devo un grande grazie a Celso Valli. Un Festival positivo, felice, appagante.

Ho avuto il piacere di intervistare sua nipote, Virginia, che ha recentemente realizzato un singolo, Sotto la luna. Cosa le consiglia per il suo futuro personale ed artistico?

Non sono certa che la mia Ginevra voglia fare la cantante. Al momento, personalmente, le auguro di studiare, di concludere la sua carriera universitaria, dal momento in cui ha sempre avuto la testa sulle spalle. Se, al momento, vuole esibirsi per puro divertimento, ben venga, le sarò accanto. Ha una gran bella voce, ma deve impegnarsi molto, nel caso in cui volesse davvero intraprendere questa strada. Di straordinario, tra l’altro, ha la musicalità, caratteristica di pochi e, valore aggiunto, suona il pianoforte, cosa in cui, negli anni, non sono mai riuscita. Questo ambito richiede pazienza, forza, legato ai tanti momenti si e a tanti, purtroppo, momenti no.

Anni fa ebbe modo di prendere parte alla nota fiction di Canale 5, Caterina e le sue figlie, insieme alla bravissima, indimenticata, Virna Lisi. Che ricordo ha di quel periodo, della vostra amicizia?

Ebbi modo di conoscere Virna in quell’occasione e le confesserò che fu proprio lei a scegliermi, tra i tanti nomi che le furono proposti. Non esitai un attimo a dire di si, con immensa felicità. Ricordo che mi disse, se solo vivessi a Roma, di certo saresti la mia più cara amica. Mi diceva che non aveva mai riso tanto come nel periodo in cui lavorammo insieme. Diceva sempre che avrebbe voluto insegnarmi un po’ di disciplina, e ci riuscì, così come, da me, ebbe modo di prendere tutta l’allegria che le trasmettevo. Ho un ricordo stupendo di lei, di una donna bellissima, anche senza trucco, con gli occhi da eterna ragazza. Amavo la sua classe, la sua eleganza, il suo dire con estrema educazione tutto ciò che pensava. Fece lo stesso con me, consigliandomi di non muovermi troppo, di rendere al meglio le scene che realizzavamo insieme e così fece per altri consigli. Ho davvero un bellissimo ricordo di lei.

Quali sensazioni sono legate a questo momento storico, a questa guerra “inaspettata” in atto?

Una guerra non tanto inaspettata, purtroppo, cara. Questo signore aveva da tempo voglia di dare vita a tutto ciò. È, ad ogni modo, una tragedia immane, dopo essere già stati colpiti da un qualcosa di altrettanto devastante. Ho vissuto sulla mia pelle, con la perdita di mio fratello, un dolore grande, spiazzante. Il non poter avere una vita sociale, non poter abbracciare le persone care, ha segnato tutti noi, specie quelle persone che, come me, sono abituate a dare affetto. Ho visto grandi cambiamenti anche nei ragazzi, come per mia nipote, che ha festeggiato i suoi diciotto anni chiusa in casa, senza avere la possibilità di condividere quel traguardo con gli amici più cari. Proprio ora che cominciavamo a respirare, ha avuto inizio questa brutta storia. Non credo che questa persona riuscirà a fermarsi. Mi auguro possa esserci, però, tanto buonsenso da parte dei grandi della terra, nella speranza che possano arrivare al cuore di questa persona. Potrebbe essere una buona strada e, a chi crede, mi auguro che possano pregare affinché tutto ciò possa avere fine.

È soddisfatta di tutto ciò che è riuscita a realizzare nella vita?

Il bilancio della mia vita è assolutamente positivo. Se pensiamo al luogo in cui sono nata, mi rendo conto che spesso faccio anche ridere. Sono nata in una stalla, perché mia mamma accudiva una mucca, in quel momento. Ho avuto il piacere di incontrare persone importanti, che mi hanno cambiato la vita, da Picasso ad Ungaretti, a tanti altri scrittori, pittori e non solo, come non essere soddisfatta della vita che ho avuto.

Grazie Iva Zanicchi per la disponibilità. È stato un vero piacere.

No, sono io che ringrazio voi! A presto.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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