Francesca Fariello. Foto di Dino Borelli
Francesca Fariello. Foto di Dino Borelli

Francesca Fariello: “Diari della Quarantena”

La bella e brava Francesca Fariello ha risposto alla nostra iniziativa ed ha affidato alle nostre pagine le sue riflessioni nate dalla emergenza CoronaVirus che ci impone l’obbligo di restare a casa.

Francesca Fariello. Foto di Dino Borelli
Francesca Fariello. Foto di Dino Borelli

Un diario vero e proprio dove i pensieri di Francesca Fariello sottolineano l’importanza di assaporare il tempo, le piccole cose che ci circondano, apprezzando i nostri amici animali e sperando che tutto questo sia un monito per riflettere e migliorarci.

Diari della Quarantena: “Parlare a noi stessi per imparare ad amare più profondamente il “Mondo che Verrà”. ​Le lezioni di storia ci insegnano in qualche modo a distaccare lo sguardo egocentrico da “Uomo Vitruviano” ma anche ad esorcizzare la paura. Oggi ci accorgiamo più che mai che l’essere umano non è al centro dell’Universo. Quella visione che poneva l’essere umano al centro del mondo, nel corso dei secoli, purtroppo, è stata tradita da quello stesso essere facendo sì che quegli stessi ideali – inneggiati per plasmare l’utopia del sogno di un futuro colmo di bellezza -, trasformassero l’ambiente nel quale l’uomo vive in uno scenario distopico: l’uomo è diventato un consumatore che avendo consumato tutto ciò che lo circonda, adesso, consuma se stesso.

​È la contropartita di una Natura che alza la voce e ci lascia lì nell’angolo: ciascuno con i propri pensieri, in spazi più piccoli, solitudini più grandi. Siamo soli insieme al nostro prossimo più vicino senza poter barare; qui ed ora, ci obbliga alla sobrietà, al pensiero di ciò che è veramente essenziale… ​Tuttavia, è sempre la storia ad averci insegnato che i periodi di grandi pestilenze e di altri mali hanno reso l’uomo conscio del fatto che la sua presunta onnipotenza non avrebbe potuto aprirgli gli occhi su qualcosa che soltanto le grandi anime hanno saputo “cantare” nei secoli: lo splendore dell’ignoto, il mistero e la grande scoperta – a mio avviso ancor più meravigliosa -, che l’uomo ha il dono della creatività ma è stato a sua volta creato. Dimentichi del fatto che siamo parte di qualcosa di più grande di noi, abbiamo iniziato a pensare di poter controllare tutto, senza renderci conto, che è quella stessa Natura, contesto nel quale siamo stati generati, superba, degna, che si è inginocchiata al cospetto della sua specie più presuntuosa. ​

La storia, però, ci ha anche insegnato ad essere ottimisti; anche stavolta la nostra specie si salverà, proprio come ci ha raccontato, nei capitoli delle epoche che ci hanno preceduto, di come tutte le volte la Natura abbia dovuto “rimettere a posto” l’essere umano tra tutti gli esseri di questo pianeta!! In realtà, si tratta proprio di una vera e propria pausa sulla partitura di questo MONDO DAL RITMO TROPPO FRENETICO: senza variazioni sul tema stava diventando troppo monotona! È proprio adesso, che ci troviamo in silenzio ad ascoltare l’abbraccio di Persefone che ritorna da Demetra dal mondo dell’Ade e la Terra rifiorisce nel suo splendore, che il nostro silenzio fa sì che la primavera abbia il suono del canto delle tortore e dei passerotti che entra nei balconi invece del rumore dei motori e dei clacson. Adesso ascoltiamo quelle voci gentili dei vicini che, con un tono più basso, sono tornati a salutarsi dai balconi; ascoltiamo il suono dei loro saluti e degli scambi di auguri e di speranza.

I fiori di ciliegio sbocciano per ricordarci che, nonostante la sua caducità, la vita è meravigliosa, persino nelle sue contraddizioni! ​Questa primavera ha lo sguardo pieno d’amore e di compassione degli animali da compagnia che restano lì, anche in questo momento difficile, accanto ai loro padroni e che, forse, gioiscono per averli un po’ più presenti a casa con loro. Quella famosa contropartita della Natura li ha resi immuni a questo virus forse solo per ricordarci che sono i nostri migliori amici da tempi lontanissimi e con loro siamo davvero al “sicuro”! Averli in casa è il dono che adesso hanno occasione di ricambiare, sì, ora ricambiano l’ospitalità e le cure anche regalando un po’ di libertà, “portando a passeggio i loro umani”! I gatti sono lì con il loro sguardo da filosofi a consolarci nei nostri momenti più tristi della giornata e a scaldarci il cuore. Adesso li ringraziamo e molti capiranno che avere un amico di specie diversa in casa è un tesoro da non abbandonare mai, così come loro ci stanno tenendo compagnia adesso che siamo soli nelle nostre abitazioni! Ci regalano gioia… adesso, che ancora più di prima, comprendiamo che abbiamo moltissimo da imparare dagli animali! ​In questa pausa con il punto coronato sulla partitura dovremmo approfittare dei momenti di silenzio e parlare di più con noi stessi per imparare ad amare più profondamente il mondo che verrà… pensare, scrivere su un diario i nostri pensieri e una lista di piccoli obiettivi da realizzare in questo periodo. Prendere spunto dai quei grandi geni della letteratura, dell’arte e della scienza, che in tempi di epidemie e in totale isolamento, hanno scritto e scoperto tesori da regalare ai posteri. Possiamo utilizzare questo tempo di quarantena per diventare persone migliori.

Ognuno di noi può dilettarsi nella scrittura di racconto personale di questo periodo da lasciare come testimonianza ai nostri cari: un ricordo che, a rileggerlo in futuro, quando tutto questo sarà passato, ci permetterà di guardarci ancora meglio che in una banale selfie!​​ ​Ciascuno di noi potrebbe imparare a cantare o a suonare una canzone che tanto ci piace… o scriverne di nuove, progettare e registrare nuovi provini! ​Adesso si può cucinare con più calma: questa primavera ha il sapore dei pasti che non prepariamo di fretta, il sapore dell’attesa, il sapore di quei baci “diversi” che adesso diamo ai nostri cari o il sapore di quelli di quegli amori che si riscoprono in quarantena sotto lo stesso tetto, o ancora, il sapore di quelle attese degli amori divisi. ​È una primavera che ha il tocco prudente di chi si distanzia per fermarsi come un punto e virgola, per ricominciare con il migliore dei propositi quel discorso appena interrotto. È il ritmo ideale per dedicarsi a quei libri che avevamo comprato o che ci avevano regalato ma che non avevamo mai avuto il tempo di leggere! ​Sono tempi fruttuosi per scrivere quel numero cospicuo di pubblicazioni scientifiche che avevamo lasciato in sospeso… ma anche per scrivere quel contributo letterario che tanto desideravamo consegnare!

Si può disegnare, dipingere, lavorare a maglia, prendersi cura della propria persona e, anche se non lo si era mai fatto prima, fare giardinaggio, dedicarsi a piccoli lavori manuali – magari anche sperimentando nuove soluzioni di arredo, spostando mobili, buttando via quello che inutilmente si era accumulato-, creare ordine e armonia nei nostri spazi per prenderci più cura di noi stessi! Una volta un’amica mi ha fatto leggere un articolo nel quale si scriveva che uno dei segreti della cultura giapponese per essere più felici consisteva nel vivere in piccoli spazi…! Ancora mi ritorna in mente l’altisonante motto coniato dall’architetto e designer tedesco Ludwig Mies van der Rohe che mio fratello cita frequentemente: “less is more!”. In questo periodo in cui impariamo a fare a meno di ciò che è superfluo comprendiamo che si può migliorare attraverso il principio di sottrazione: impariamo ad aggiungere più poesia dando più importanza ad ogni piccolo gesto! E allora… ogni nota delle canzoni che ci tengono compagnia sarà più profonda; ogni scena di quel film o di quella serie che guardiamo ci farà riflettere di più su quello che siamo, quello che abbiamo vissuto! Capiremo ancora di più che quella tecnologia che tanto ci teneva prigionieri e distanti gli uni dagli altri quando eravamo insieme, adesso, iniziamo ad utilizzarla per stare più vicini: adesso guardiamo negli schermi, in quegli stessi cellulari, sperando che ci appaia il volto a noi più caro in video chiamata!

È una tecnologia che ci sta mostrando che possiamo lavorare efficacemente (e anche troppo!!!) con lo smart working, organizzando riunioni di lavoro, lezioni e persino esami e sedute di laurea on line; riducendo gli spostamenti stiamo anche rispettando l’ambiente e spero che quando tutto questo sarà passato faremo tesoro di questa utile esperienza! Ci siamo attivati perché quella tecnologia adesso possa diffondere più di prima libera conoscenza, film, musica, cultura, arte… l’abbiamo finalmente trasformata in uno strumento di vicinanza! Mentre il mondo ci offre più tecnologia per renderci più tranquilla la quarantena, i miei occhi si posano ancor più sulle collezioni di libri antichi on line patrimonio dell’UNESCO, sulle pagine digitali dei libri d’arte del Metropolitan Museum of Art, sulla bozza di un disegno del fratello delle sorelle Brontë del 1848, sulle le pagine social di Musei e Parchi Archeologici…

Allo stesso modo in cui nel Decameron di Boccaccio una novella al giorno era una di compagnia mentre si restava chiusi in un un piccolo spazio, termino le mie giornate con un libro al giorno de La Repubblica di Platone, ne discuto poi nei giorni successivi, nel tardo pomeriggio, al telefono con il mio Tutor di dottorato e mi convinco sempre di più che quell’utopia di una società migliore non è un soltanto un sogno ma un modello che si potrebbe applicare. Leggere in questo periodo non soltanto ci fa viaggiare nel tempo e nello spazio ma ci permette di parlare con noi stessi per imparare ad amare più profondamente il “Mondo che Verrà”.

Su Silvana De Dominicis

Vice direttore di La Gazzetta dello Spettacolo, amante degli animali, la natura e la cucina veg. Umiltà e sensibilità sono nel contempo i miei pregi e difetti.

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