Rivista patinata

Fotografi, stylist, brand emergenti? Ecco come attirare l’attenzione di una rivista patinata!

Marco Barbaro

Marco Barbaro
Marco Barbaro

Fotografo di moda e celebrities. È laureato in giornalismo, ha lavorato e prodotto copertine ed editoriali per Playboy, Vanity Fair, Chi, F, Intimità, Diva e Donna.

Da dove si parte per creare una rete di contatti che “contano”?

In questo lavoro l’iniziativa personale è fondamentale. Contano tantissimo le pubbliche relazioni e una buona dose di predisposizione caratteriale utile per: chiedere, lanciarsi, non fermarsi al primo “no”. È una professione in cui conta il “gruppo”, bisogna cercare altri creativi con i quali fare squadra e coloro che hanno bisogno del giusto team building. Il mio consiglio è essere presenti nei luoghi giusti al momento giusto: partecipare quindi alle sfilate di moda e alle presentazioni in cui si possono conoscere uffici stampa a cui abbinarsi. La qualità del lavoro farà poi il resto.

Come si propone il proprio editoriale alla stampa? Chi bisogna contattare?

Qui ci vuole un po’ di strategia. Mi spiego, quando si producono lavori simili si affrontano sempre dei costi che, trattandosi di un’auto-candidatura, non verranno coperti, quindi, personalmente preferisco lavorare con la pull letter, ovvero quell’accordo realizzato in anticipo, che permette di avere crediti più alti e in base al quale la rivista garantisce al fotografo la pubblicazione degli scatti prima della loro realizzazione.
In questo caso, è necessario creare un moodboard da presentare preventivamente alla rivista, con indicazioni di: capi, location, modelle e mood del servizio. Se alla rivista piace tutto il team e il progetto, può commissionarti “con riserva” questo editoriale. La pull letter è un ottimo strumento anche per la stylist che, in questo modo, può chiedere e ottenere abiti di alta moda e collezioni in anteprima. Se, invece, sei alle prime armi non cominciare con nomi blasonati, ma punta alleriviste indipendenti che hanno un profilo più basso, ma una presenza più attiva sul web. Si trovano facilmente su Instagram e, in questo caso, si possono inviare progetti già chiusi o da realizzare.
Le riviste di moda indipendenti vanno scelte in base alla linea editoriale. Valuta quanta risonanza ha la rivista in questione, se viene pubblicata solo online e il numero di follower. Io consiglio sempre di aspettare una settimana, qualora non ci fosse risposta, non fermarti al primo no ma continua perché, magari, non era il momento per quel tipo di contenuto o, semplicemente, è fuori linea.

Vale la pena, quindi, scattare editoriali da inviare come proposte?

Vale la pena per tre diverse ragioni. Uno: è una questione di promozione, avere una pubblicazione su una rivista dà visibilità. Due: niente come l’editoriale consente di sperimentare e trovare il proprio stile. È un allenamento che nessuna scuola può dare e che torna utile sul set. Tre: è uno strumento eccezionale per testare nuovi team creativi e conoscere agenzie di moda che potrebbero commissionarti nuovi lavori. Ricorda: questo è un mestiere in cui vince chi resiste, paradossalmente, chi si scoraggia e molla, pur essendo più bravo “perde”. Bisogna avere la tempra del masochista.

Su Daniela Iavolato

Appassionata di comunicazione e digital, mi occupo di ambiente e green.

Lascia un commento