Chu Quang Manh Thang è uno scrittore, sceneggiatore, film editor e regista vietnamita. Vive a Ho Chi Minh City, dove si è laureato in Scienze Sociali e, successivamente, in Cinema e Teatro. Scrive libri per lettori di tutte le età. Le sue storie sono rappresentate in TV e al Cinema. Collabora con riviste letterarie e case editrici ed oggi è ospite della nostra rubrica Libri e Scrittori.
Il libro è disponibile qui:
Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo a Chu Quang Manh Thang Cinque racconti di vita vissuta, con personaggi che rappresentano la società vietnamita: quali storie e spaccati hai scelto?
Sono felice di poter fare questa intervista su “La Gazzetta dello Spettacolo”; ringrazio per l’interesse nei confronti di “Scene di vita in Vietnam”.
Sono cinque storie vere e caratteristiche, tipiche della società vietnamita. I racconti che scrivo sono principalmente ciò che ho sentito, visto o vissuto in prima persona.
Ho abitato nel Nord del Vietnam per vent’anni e da trenta vivo al Sud. Il bagaglio di ricordi e di esperienze di vita e lavorative in luoghi diversi è stato determinante per la mia scrittura. Affronto diverse tematiche sociali che inserisco nelle mie opere letterarie e nelle mie sceneggiature. Nelle trame si respira la vita quotidiana, perciò i lettori, così come gli spettatori, si sentono partecipi.
Quali sono i posti in cui ambienti i vari racconti e in quale periodo storico?
Le ambientazioni sono diverse, comprendono il Nord e il Sud del Paese, le zone rurali e quelle urbane. Il periodo considerato in “Scene di vita in Vietnam” riguarda la fine degli anni ’90 e parte degli anni 2000, quando il Vietnam ha posto fine a tutte le guerre, da quella con gli Stati Uniti a quella con la Cina ed è iniziata la ricostruzione del Paese.
Quali tematiche principali affronti?
Diverse sono le tematiche che affronto. C’è un racconto sui postumi della guerra, i cui protagonisti sono vittime dell’agente diossina spruzzato dagli americani durante il conflitto. C’è una coppia contrastata e costretta a fuggire, ci sono le differenze sociali e il classismo che influiscono sulle vite sentimentali dei protagonisti e c’è una donna in carriera malata di solitudine.
Il libro include un’intervista fatta a te con approfondimenti sulla guerra, sulla cultura e le tradizioni vietnamite nonché sulla vita passata e attuale di questo popolo. Sono molti gli aspetti non noti in Occidente?
Nel secolo scorso tutto il mondo era a conoscenza della guerra che ci affliggeva. Purtroppo, come spesso accade, gli anni cancellano i ricordi drammatici che hanno segnato la vita delle persone. La gente tende a dimenticare. Oggigiorno i postumi della diossina sono ancora evidenti e condizionano sia fisicamente sia psicologicamente le persone fino alla quarta generazione. Ancora oggi nascono bambini con malformazioni e gravi patologie dovute alle sostanze chimiche tossiche. I giovani vietnamiti hanno una conoscenza superficiale della storia passata che apprendono dai testi scolastici. Nel resto del mondo non si sa quasi nulla. Spetta a noi scrittori non far cadere nell’oblio il passato.
Il Vietnam è un Paese con migliaia di anni di cultura e di storia. Molti sono gli aspetti interessanti da scoprire, per esempio la multietnicità, infatti ci sono cinquantaquattro gruppi etnici, con usi, costumi e tradizioni propri.
Oggi lo sviluppo economico è in ascesa e si spera che il settore turistico si espanda, per questo invitiamo anche i turisti italiani a visitare le nostre bellezze.
Infine, quale messaggio volevi dare ai lettori e alle lettrici?
Viviamo in un mondo dove le guerre, le epidemie, le recessioni e il degrado morale hanno la maggiore e condizionano i rapporti.
Sono nato in un’epoca in cui il Paese era ancora in guerra e sono cresciuto nella povertà, nell’arretratezza, nelle privazioni. Prego ogni giorno che tutto questo male finisca e che l’umanità possa unirsi nel bene e nella pace, ponendo fine a tutti i conflitti e costruendo le basi per una società civile e con buoni sentimenti. Mi auguro che il mio libro possa risvegliare le coscienze.
Ringrazio per questa intervista.