Samuela Salvotti. Foto di Damiano Conchieri
Samuela Salvotti. Foto di Damiano Conchieri

Samuela Salvotti, la donna-scrittrice diretta

Samuela Salvotti si definisce una lettrice onnivora, sebbene abbia una grande predilezione per i classici. Scrittrice molto particolare e donna simpatica e carismatica, la scrittrice desenzanese Samuela Salvotti ci parla in questa interessante chiacchierata della sua scrittura e in particolare di Senza Sensi Di Colpa, il suo nuovo romanzo. Un romanzo indubbiamente molto particolare, che non può lasciare indifferente il lettore

Samuela Salvotti. Foto di Damiano Conchieri
Samuela Salvotti. Foto di Damiano Conchieri

Samuela Salvotti, è da poco uscito per la Castelvecchi Editore il tuo nuovo romanzo Senza Sensi Di Colpa. Un titolo certamente tosto e di grande effetto. Lo hai scelto per questo motivo?

Il titolo è l’unica cosa che ha scelto l’editore, il mio era diverso: La Gioia Di Un Immortale. Ha preferito Senza Sensi Di Colpa: in effetti è molto più diretto e meno letterario. Ma devo ringraziare questa casa editrice perché, a parte il titolo e qualche episodio un po’ troppo “forte”, non mi ha cambiato nulla. Davvero coraggiosi! Conosco la paura di sbagliare quando ci sono autori così diversi dal solito. In fondo sono imprenditori e devono tenere d’occhio anche l’interesse economico.

Il suo indiscusso protagonista è il cinico Carlo Alberto Volsatti, un personaggio particolare e, nonostante non possegga un piacente aspetto fisico, affascinante nel suo modo di raccontarsi e di esporre il suo pensiero. Quando c’è di te in lui?

Più che fascino, suscita attrazione e so il perché. Perché ognuno di noi è in parte così. Meglio ancora: tutti noi conosciamo persone estremamente razionali, persone che non si concedono scelte emotive, ecco Carlo Alberto è così. Ma ripeto, anche noi abbiamo una parte razionale e una parte emotiva, io ho provato a fare un gioco: escludere in una personalità tutto ciò che assomiglia all’amore, all’empatia, all’umana comprensione. Ed è saltato fuori un personaggio atipico, ma anche che tutti noi possiamo riconoscere in noi stessi e in altri.

Possiamo in qualche maniera considerarlo una sorta di tuo alter ego?

Non è un alter ego, è una frazione di ego: abbiamo un cervello che risolve i problemi e abbiamo un cervello che ci fa sentire le emozioni: immaginate una persona che ha una percentuale più alta di razionalità e invece l’incapacità di sentire amore.

A chi o a che cosa ti sei ispirata nel “dipingerlo”?

Mi sono ispirata a molti amici e soprattutto a una parte di me. L’umorismo involontario che hanno queste persone atipiche mi affascina molto, non essendo persone omologate o stereotipate arrivano a fare cose inimmaginabili e questo mi diverte molto.

Tra l’altro nel testo ci sono moltissimi riferimenti artistici e letterari, ne deduco che sia l’Arte che la Letteratura siano due tue grandi passioni, è così? E quali sono i tuoi altri interessi?

Uno scrittore non può non leggere molto. Sia per vivere altre vite ma soprattutto per tenere aperto il canale della creatività, per stare nelle emozioni, per farsi un orecchio, e in primis per capire ciò che è inespresso. Non ho molti altri interessi. Non sono sportiva, se faccio qualche altra attività è ancora molto sedentaria come andare a vedere bei film o in gruppi di lettura, conferenze su vari argomenti, teatro, ecc…

Curi anche un tuo bel blog, ma con quale criterio scegli gli argomenti da trattare?

Il mio sito deve avere tre criteri: devo scrivere qualcosa che non ho mai letto da nessuna parte, dunque un concetto nuovo, un’idea che è venuta a me, poi un altro criterio è che il post sia scritto con umorismo e leggerezza, ma, ultimo criterio importantissimo, con poeticità, con un’attenzione alle parole che risuonino dentro. Non in tutti i post riesco in questo intento, ma davvero è questo che mi spinge a scriverlo ogni tanto. Piuttosto non scrivo per un mese.

Quanto è importante per uno scrittore riuscire a instaurare un fervido dialogo con i propri lettori?

Molto importante. Chiedo sempre dei pareri sul mio libro anche se non piacesse. Imploro le critiche che mi fanno crescere. Ma non nego che mi rende felice aver creato alcune ore di gioia grazie alla lettura del mio libro.

A proposito di lettori, tu che tipo di lettrice sei?

Sono onnivora, ma tendo a leggere più i classici che i contemporanei. Ogni tre libri immortali, uno che è stato scritto in questi anni, molti di questi mi deludono, ma ci sono dei grandi come Houellebecq, Pontiggia, Mazzantini e Nothomb, quattro diverse scritture e differenti autori che mi hanno divertito.

Di-vertere può essere un verbo molto nobile.

Ami leggere i libri in formato cartaceo o non ti dispiace nemmeno leggerli in formato digitale?

Purtroppo ho problemi di spazio in casa. Ho libri dappertutto, non so più dove metterli. E quindi con mio sommo dispiacere uso molto la biblioteca e ancora di più gli e-book, quelli non retroilluminati, leggeri, insomma quelli che assomigliano più di tutti a un libro.

Su Daniela Iavolato

Appassionata di comunicazione e digital, mi occupo di ambiente e green.

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