Felice Corticchia. Foto di Paola Lustrissimi.
Felice Corticchia. Foto di Paola Lustrissimi.

Felice Corticchia: amo tutto ciò che riguarda il set e la lavorazione di un film

Per la nostra intervista oggi incontriamo Felice Maria Corticchia classe 1966, noto autore teatrale, sceneggiatore e regista. Corticchia studia sceneggiatura e regia presso la Scuola Europea di Cinema; frequenta il Laboratorio del teatro comico di Milano/Navigli; vanta collaborazioni di prestigio come la fiction Rai1 “Le 5 giornate di Milano” diretto da Carlo Lizzani con Giancarlo Giannini e Daniela Poggi.

Felice Corticchia. Foto di Paola Lustrissimi.
Felice Corticchia. Foto di Paola Lustrissimi.

E’ l’autore del dramma, in atto unico, “Il Silenzio nella Conca D’Oro” in cui racconta la vita di Emanuele Basile, ufficiale dei carabinieri ucciso dalla mafia nel 1980 presto in scena a Roma con debutto Nazionale in Teatro a Roma poi in tournee. E’ finalista al Premio Grinzane Cavour, e molteplici sono i premi in carriera ricevuti per la sua regia, per citarne solo alcuni, è stato insignito del “Premio speciale Anfora di Calliope sezione Arte e spettacolo” del “Premio Prestige per le Arti – Sezione Cinema e Spettacolo “ e del “Premio Ischia” per il teatro. Ha nel cassetto già pronti diversi progetti cinematografici.

Ben trovato Felice Corticchia e grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande per questa intervista. Autore sceneggiatore e regista: una scelta o un caso?

Assolutamente una scelta precisa, nata da una grande passione, come una necessità interiore di voler raccontare e suscitare emozioni negli altri. Questa passione fa parte di me fin da giovane. A Palermo, che è stata sempre un città/teatro a cielo aperto, vedevo e seguivo il grande Pasquale Squitieri o Damiano Damiani, intrufolandomi nei set. Il colpo di fulmine fu vedere in azione il regista Francis Ford Coppola che stava girando “Il Padrino parte terza”. Da li è nato un amore, passavo le intere giornate sui set, incantato ad osservare ogni minimo movimento dei registi e di tutto il cast tecnico ed attoriale.

Dove cogli gli spunti per i soggetti dei tuoi spettacoli? La leggerezza può essere anche una chiave per tematiche più drammatiche?

Sono un acuto osservatore della società e del mondo che mi circonda. Amo stare tra la gente e traggo spunto dal comportamento delle persone e dai fatti della vita quotidiana per poi scrivere dei testi o comici o di denuncia. Poiché sono cose che sento profondamente, proprio perché tratte dal quotidiano, per imprime maggiore personalità all’opera, preferisco dirigerla poi direttamente. Sono inoltre convinto che la leggerezza sia un modo per arrivare al pubblico anche attraverso storie drammatiche a volte in modo più incisivo e meno doloroso a livello di impatto emotivo.

Felice Corticchia, hai lavorato con attori di grande calibro, come è stata questa esperienza?

Felice Corticchia. Foto di Paola Lustrissimi.
Felice Corticchia. Foto di Paola Lustrissimi.

Ho collaborato nella lavorazione de “Le 5 giornate di Milano” diretto da Carlo Lizzani e li ho avuto il piacere e l’onore di collaborare con grandi protagonisti del cinema italiani come Giancarlo Giannini, Daniela Poggi e Fabrizio Giffoni. In particole con Giffoni devo dire che si è instaurato un rapporto di empatia profonda, essendo una persona che stimo molto anche a livello umano. E’ stata un’esperienza meravigliosa e di grande arricchimento professionale anche collaborare con Carlo Lizzani e Blasco Giurato, fratello di Luca Giurato, grande autore di fotografia. Ho avuto così modo di apprendere sul campo tecniche cinematografiche di livello ed in più di stare vicino a dei grandi attori, dei mostri sacri, vedendoli agire con estrema professionalità.

Quali sono gli aspetti che più ti affascinano del tuo “mestiere”?

Innanzi tutto amo raccontare storie e trasmettere emozioni. Mi sento un privilegiato perché comunque faccio uno dei mestieri più belli ed affascinanti del mondo. Amo tutto ciò che riguarda il set e la lavorazione di un film, sia dalla pre-produzione fino a giungere alla post-produzione. Si crea una sinergia ed un’atmosfera di grande magia, si sta tutti insieme, si condividono momenti, sacrifici ed i cuori si riempiono di malinconia quando si giunge all’ultimo giorno di lavorazione. Stessa cosa vale anche per il teatro: è molto emozionante e coinvolgente, condividere i camerini con gli attori che considero come una famiglia, una sorta di figli, fratelli, anche perché dietro le quinte e sulle scene, porto con me una squadra e li porto avanti tutti assieme con grande armonia. Non è sempre facile, il regista deve coordinare un lavoro complesso che parte dal momento della scrittura fino alla messa in scena e alla direzione degli attori, ma la passione e l’amore è tale che poi si superano tutte le difficoltà. Questo è uno dei lavori che non si può fare solo per denaro, ma soprattutto lo si fa per l’amore ed il rispetto di questa che è la settima arte. Anche per il teatro vale lo stesso, anzi c’è maggiore tensione perché l’impatto con il pubblico è immediato e diretto. Nel cinema con il montaggio e altre tecniche si possono correggere gli eventuali errori, in teatro no.

Il ideale di Felice Corticchia, per piacerti, quali caratteristiche deve avere?

Deve avere innanzitutto una bella sceneggiatura in grado di emozionare e coinvolgere il pubblico. poi le immagini, le inquadrature hanno per me grande importanza, non da meno la colonna sonora che aiuta il pubblico a immedesimarsi in ciò che si sta narrando in immagini. Un “ensemble” che deve saper trasportare le persone in quell’ora e mezza di visione del film. Sono molto meticoloso e sto molto attento ad ogni dettaglio che mi piace curare personalmente, dal set alle scenografie, dai costumi alle inquadrature ovviamente seguo anche il montaggio. Il regista deve aiutare gli attori e dirigerli traendo il meglio da ognuno di loro, capendo la psicologia dell’attore e le sue potenzialità. E’ importante che il regista in qualche modo sia anche un po’ attore per trasferire meglio lo spirito del personaggio per l’interpretazione più giusta. Anche nel teatro amo curare tutti i dettagli.

Ci parli del tuo docufilm “Michele Russo. Una Vita per la Pittura” girato tra Termini Imerese e Alia che racconta in modo intenso e commovente la storia di questo grande Maestro ed artista ancora vivente.

E’ un documentario in lungometraggio nel quale racconto appunto la vita artistica e certi momenti personali di questo grande artista siciliano, allievo del noto scultore Filippo Sgarlata un artista Premio Oscar alla pittura consegnatogli dal Principe Ranieri di Monaco ed apprezzato anche in molte parti del mondo. Attraverso la sua storia esalto anche i paesaggi, i gusti della mia amata Sicilia. Lo racconto attraverso la sua testimonianza diretta e anche con le testimonianze di amici, critici, collezionisti e personalità del mondo culturale della città di Termini Imerese, che hanno avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo sia come artista che come uomo.

Felice Corticchia è siciliano. Cosa ha significato per te intraprendere questa carriera lontana dalla tua terra, talvolta anche oltre confine?

Roma è una città che mi ha accolto, in cui vivo e che amo. E’ la capitale indiscussa dello spettacolo, ma la Sicilia ce l’ho nel cuore ed è una costate ispirazione per me. Amo raccontare dei personaggi siciliani che hanno dato lustro a questa terra, amo anche che si parli di loro e non solo della Sicilia alla ribalta per fatti di cronaca giudiziaria. Poi noi siamo “viaggiatori”, anche oltre confine, infatti un regista è sempre una risorsa importante anche per produzioni estere ed anche io ovviamente sono disponibile in tal senso, ma l’Italia resta una delle mete privilegiate delle arti e del cinema internazionale. Una terra che vanta i migliori tecnici, le migliori scuole di doppiaggio, ottime maestranze e dunque pur vedendo che in molti privilegiano le produzioni estere per me l’Italia rimane la meta numero uno e appena posso scappo nella mia terra natia tanto amata: la Sicilia. Sono fiducioso in ogni caso ed auspico un rilancio in tal senso. Vedo che qualcosa sta già cambiando e quanto prima, son certo, l’Italia tornerà protagonista mondiale del cinema.

Felice Corticchia. Foto di Paola Lustrissimi.
Felice Corticchia. Foto di Paola Lustrissimi.

Com’è trattare tematiche così differenti tra loro e a volte così delicate come quello della mafia che racconti nel tuo spettacolo teatrale “Il silenzio nella Conca d’oro”?

Per me è un onore raccontare una pagina di storia siciliana, sia pure drammatica, attraverso gli occhi di un grande servitore dello Stato, il Capitano dei Carabinieri Emanuele Basile, che ha immolato la sua esistenza per garantire alla gente un futuro di giustizia e libertà. Tutti i miei lavori mi emozionano e sono come dei parti, ma in particolar modo questo mi procura una maggior emozione perché parliamo di un grande uomino che ha con il suo esempio migliorato e fatto grande la terra di Sicilia e l’Italia.

Felice Corticchia pluripremiato, ma qual è il riconoscimento più importante per te da un punto di vista affettivo?

Sentire l’applauso del mio pubblico, perché un artista senza pubblico non è nulla, non esiste. Il premio che ricevo, per me, è un’ipoteca di maggiore responsabilità che sento verso il mio pubblico, cui avverto di dover dare di più. Questo è la parte “inquietante” del ricevere premi e riconoscimenti, che certamente fanno piacere e sono un riscontro del buon risultato del proprio lavoro fatto con sacrifico e costruito giorno per giorno senza clamori. Quindi sono sempre onorato quando ne ricevo uno. Sono dunque tutti importanti, non voglio menzionarne uno solo farei certamente torno a qualcuno. Un premio che ricevo lo rivolgo in qualche modo anche a tutti i miei collaboratori come risultato di squadra

Felice Corticchia sei senza dubbio un regista amato e il pubblico ti sta seguendo con molto interesse ed affetto, ci parli dei tuoi prossimi impegni?

Volentieri, debutto in prima nazionale prossimamente in teatro, a Roma, con due spettacoli da me scritti e diretti, in maggio con “Il Silenzio nella Conca D’Oro”, come dicevamo prima, un dramma in atto unico, poi a giugno con “Stasera ve la canto io” un monologo musicale molto divertente. Per entrambi ho voluto come protagonista l’attore siciliano Manfredi Russo che proseguirà con me la tournée estiva. Lato “movie” sono impegnato nella promozione del film “Michele Russo. Una Vita per la Pittura” che partecipa anche a diversi festival cinematografici. Poi altri progetti che non voglio al momento svelare, perché ancora prematuri e che traguardano l’autunno.

Su Ester Campese

Giornalista, scrittrice. Iscritta all'albo giornalisti Italia (regione Lazio) è anche membro dell'USPA - Agenzia stampa giornalistica internazionale - collegata al German Daily News.

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