Alice Bellagamba. Foto di Azzurra Primavera.
Alice Bellagamba. Foto di Azzurra Primavera.

Alice Bellagamba, l’arte è salvezza

A tu per tu con Alice Bellagamba che ci racconta Last Chance

Last Chance è il primo cortometraggio di Alice Bellagamba. Scritto e diretto da Alice, Last Chance è il connubio perfetto tra recitazione e danza che lancia un messaggio forte e reale per il pubblico: l’arte come salvezza.

Alice Bellagamba. Foto di Azzurra Primavera.
Alice Bellagamba. Foto di Azzurra Primavera.

In questa intervista intensa Alice si racconta senza freni e senza barriere, racconta la sua arte, il mondo che la circonda e quella realtà dell’attualità che spesso ci spiazza.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo ad Alice Bellagamba. Presentaci Last Chance, il tuo primo cortometraggio. Come nasce l’idea?

Last Chance è un fantasy ed è un connubio tra recitazione e danza. Ho iniziato a scriverlo in un momento per me molto importante, un momento che mi ha segnato: il momento in cui ci sono stati i vari attentati in giro per il mondo che hanno colpito tutti noi e che continuano a far parte della nostra vita mese dopo mese.

Alice Bellagamba. Foto di Azzurra Primavera.
Alice Bellagamba. Foto di Azzurra Primavera.

Il terrorismo é un tema molto delicato e quando penso a noi esseri umani credo che siamo un genere potente e intelligente ma capace di autodistruggersi. Questa forza autodistruttiva dell’uomo è contraddittoria. Invece di salvarsi, l’uomo tende a distruggersi e a scontrarsi con gli altri.

Quale è il tema principale di Last Chance?

Il tema è la rinascita attraverso l’arte. Io sono un’amante dell’arte. Sin da piccola ho cercato di studiare l’arte il più possibile. Sono cresciuta con i miti degli americani che riuscivano a fare più cose contemporaneamente come Michael Jackson che era sia un cantante che un ballerino. E anche io volevo essere tecnicamente preparata su vari fronti per poi poter sfruttare queste abilità.

Cosa rappresenta per te l’arte?

L’arte è la mia vita. L’arte rappresenta per me la salvezza. Per dirtene una, ho una chiave di violino tatuata sul piede. Credo che tramite la bellezza dell’arte possiamo far uscire fuori l’amore che abbiamo dentro di noi.

Quale pensi sia il messaggio che speri colgano le persone guardando il cortometraggio?

Il messaggio è di speranza. Ho voluto scrivere questa storia per far riflettere e ho voluto che la danza e la recitazione si unissero in un unico linguaggio. Il tema é La rinascita dopo la distruzione del mondo ad opera dell’uomo ed io mi sono inventata questa terza guerra mondiale, che potrebbe accadere subito con un attentato.

Cosa ti spaventa di questi continui attentati, Alice?

Quello che mi spaventa è che quando succede un attentato se ne parla, ma siamo in un mondo in cui tutto scorre velocemente. Quindi se ne parla ma tutto poi scema. Sono preoccupata, stiamo diventando un po’ delle macchine. Abbiamo talmente tante cose da fare e poi perdiamo il senso della vita che é quello di fare del bene. È una cosa che mi fa rabbrividire: parliamo parliamo e poi facciamo finta di niente.

Mi dicevi che l’arte è salvezza…

Certo, ho voluto usare il canale più vicino a me, quello che conosco meglio: la danza.  Con la danza e la recitazione ho voluto esprimere l’arte che salva la nostra specie.

Che esperienza è stata per te questa? Che sensazione hai provato nell’immergerti in questa tua prima opera?

Alice Bellagamba. Foto di Azzurra Primavera.
Alice Bellagamba. Foto di Azzurra Primavera.

Questa esperienza è stata per me la nascita di un qualcosa di importante. Quando la tua storia prende forma su un foglio bianco di Word ti fa capire che stai lasciando un segno e stai creando un qualcosa che prima non c’era. É come la nascita di un bambino. Quando poi, ho visto che piano piano si stava concretizzando tutto tramite delle immagini è iniziato questo sogno e questo cammino. Per me, questo cortometraggio è un piccolo film che racconta una storia, che vuole parlare e far arrivare un messaggio.

Hai trovato difficoltà, visto che questa è la tua prima esperienza come scrittrice e produttrice?

Essendo la prima opera, avevo il terrore. Ma ancora oggi ho il terrore. Last Chance è come un figlio per me. Sono emozionata, perchè lo presenteremo all’interno del Festival dei Tulipani di Seta Nera, un festival per il social. La proiezione sará il 28 aprile, quindi per me è una bella sfida. Sono felicissima…

E come ti sei trovata con il gruppo di lavoro?

Sono felicissima. Ho avuto accanto una grande squadra, una grande famiglia. Per me, queste persone sono dei veri professionisti, degli esperti. Sono le persone migliori che ho incontrato. Niente capita per caso… la cosa che accomuna tutti era una grande umiltà, un aspetto che io amo nelle persone. L’umiltà degli artisti è meravigliosa.

Alice, ma quanta fatica fanno le donne a ricoprire così tanti ruoli nella nostra società?

Credo che l’immagine della donna sia cambiata nel corso degli anni con estrema difficoltà e fatica. Io, per esempio, dico a me stessa che non voglio essere intrappolata in quello che vogliono gli altri. La vita è la nostra. I ruoli che le donne vogliono avere nella società devono essere rispettati e scelti in libertà. La donna è multitasking. La donna è tante cose: madre, compagna, lavoratrice.

Quale è il consiglio che vorresti dare ai giovani che vogliono osare nei loro progetti così come hai osato tu con Last Chance?

Io oso da una vita. Una delle mie frasi preferite è: vola solo chi osa farlo.  Direi ai giovani di sognare e di osare. Se avete un sogno, dovete realizzarlo senza far passare il tempo. Io sono una sognatrice, cerco di realizzarli.

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