Il nuovo film di Paolo Sorrentino, “La Grazia”, con un magistrale Toni Servillo, arriva il 15 gennaio. Trama, cast e le recensioni.
Il conto alla rovescia è quasi terminato. Dopo l’acclamato trionfo all’82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – dove ha ricevuto critiche entusiastiche dalla stampa e ha assicurato a Toni Servillo la prestigiosa Coppa Volpi per la Migliore Interpretazione Maschile – e un tour trionfale nei festival mondiali come Telluride, New York e Londra, il nuovo film di Paolo Sorrentino, “La Grazia“, si prepara ad approdare nelle sale italiane. La data da segnare sul calendario è il 15 gennaio, con distribuzione a cura di PiperFilm.
Il regista Premio Oscar® firma una pellicola che è stata definita «un film toccato dalla grazia, con Toni Servillo che giganteggia» da Simone Emiliani di MyMovies, e come «compatto, sommesso, allarmante e scandito dalla percezione di una fine che non riguarda solo i personaggi della finzione» da Valerio Caprara de Il Mattino. Queste dichiarazioni dimostrano che Sorrentino ha saputo rinnovare il suo linguaggio, toccando temi universali con la sua inconfondibile eleganza.
Toni Servillo: il Presidente “ordinario” stretto tra legge e coscienza
Al centro di questa nuova opera, l’undicesima per la precisione e la settima in coppia con Sorrentino, c’è ancora una volta il talento di Toni Servillo. L’attore veste i panni di Mariano De Santis, un Presidente della Repubblica immaginario, vedovo e cattolico, che si trova alla fine del suo mandato. Un uomo “normale” in un ruolo straordinario.
La sinossi ufficiale ci rivela che, tra giornate che rischiano di scadere nella noia istituzionale, spuntano gli ultimi, difficilissimi, compiti: decidere su due delicate richieste di grazia. Due veri e propri dilemmi morali che si intersecano in maniera apparentemente inestricabile con la sua vita privata. De Santis, mosso dal dubbio e con grande senso di responsabilità, dovrà prendere una decisione.
«Con La Grazia Paolo Sorrentino chiede, attraverso il mio personaggio, una cosa importante al pubblico: di restare umani!» – ha dichiarato Toni Servillo in occasione del trionfo a Venezia.
Servillo interpreta un uomo chiamato a scegliere tra la rigidità della legge e il peso della pietà, come evidenziato anche dal regista stesso che, a Venezia, ha precisato: «Non è una storia di potere. È una storia di misericordia». Il Presidente De Santis non è quindi una caricatura o un’icona del potere, ma un ritratto intimo della responsabilità etica e della solitudine che essa comporta.
Il cast: dai dilemmi pubblici a quelli privati
La narrazione di Sorrentino intreccia abilmente la dimensione istituzionale e quella personale. La figura della figlia, Dorotea (interpretata da Anna Ferzetti), giurista come il padre, gioca un ruolo cruciale. Il loro è un rapporto fatto di dialoghi e silenzi in cui l’apertura e la visione del mondo della figlia riescono a influire sul pensiero del padre, portandolo ad accogliere la «bellezza del dubbio».
Il cast si completa con nomi importanti come Orlando Cinque, Massimo Venturiello e Milvia Marigliano, in ruoli che, pur non essendo centrali quanto quello del Presidente, contribuiscono a tessere la complessa rete di relazioni umane e istituzionali che circondano De Santis. Da notare anche la presenza, in un cameo, del cantante Guè Pequeno.
Estetica e Produzione: la cifra inconfondibile di Sorrentino
Dietro la macchina da presa, la qualità è garantita da un team tecnico di altissimo livello che collabora da tempo con il regista:
- Fotografia di Daria D’Antonio (per la prima volta direttrice della fotografia per Sorrentino in un lungometraggio);
- Montaggio di Cristiano Travaglioli (A.M.C.);
- Scenografia di Ludovica Ferrario;
- Costumi di Carlo Poggioli.
Prodotto da The Apartment (società del gruppo Fremantle) in associazione con Numero 10 e PiperFilm, con Annamaria Morelli e lo stesso Paolo Sorrentino tra i produttori, il film si avvale di una struttura produttiva solida e internazionale. MUBI detiene i diritti mondiali del film (esclusa l’Italia), a conferma dell’interesse globale per l’opera.
Il trailer e il teaser poster, appena rilasciati, promettono l’abituale tocco visivo di Sorrentino, ma con un tono più contenuto, che la critica ha descritto come una «elegia» in cui la «vertigine barocca… è sublimata qui in visioni essenziali». La pellicola, della durata di 131 minuti, è già pronta a conquistare il pubblico italiano, forte anche del premio ottenuto al Chicago International Film Festival per la Miglior Sceneggiatura.
Non resta che attendere il 15 gennaio per immergersi nell’ultima riflessione di Paolo Sorrentino sui confini tra potere, affetti e l’essenza della condizione umana, un’opera che, secondo le prime recensioni, si inserisce nel solco della sua filmografia dialogando con Il Divo e La Grande Bellezza, ma con una rinnovata maturità.
La Gazzetta dello Spettacolo Il quotidiano dello ShowBiz


