Soave, con il suo singolo, “Lacrime” racconta una storia che nessuno riusciva a sentire: il protagonista si trovava bloccato sul fondo.
Aggrappandosi ad un ricordo malinconico di un amore passato, riesce lentamente a risalire. Le lacrime che gli rigano il viso si portano via l’oscurità lasciando spazio alla luce. Nei suoi occhi si intravede la nostalgia, che si congiunge alla voglia di tornare a sognare. Lo incontriamo per la nostra rubrica dedicata ai Talenti.
Ciao Soave, benvenuto su “La Gazzetta dello Spettacolo”. Quando e come hai iniziato il tuo percorso con la musica?
Ciao e grazie per questa bella opportunità di potermi presentare. Ho iniziato a scrivere nel 2018, ma sono sempre stato immerso nella musica. Suono la chitarra e canto da quando avevo 4 anni, ma il momento di svolta è stato quando ho recitato in un paio di video per jackelosmilzo. Ho avuto la possibilità di entrare in contatto con la realtà di RKH, che è stata una vera fonte di ispirazione. Le persone che lavoravano lì erano (e lo sono ancora) degli idoli per me, con grandi progetti e tanto da cui imparare. Dopo un giorno di riprese, sono tornato a casa e ho cominciato a scrivere la mia prima canzone: fototessere.
Cosa puoi dirci del tuo brano: “Lacrime” le lacrime sono salate e amare come il mare o possono avere un altro significato?
Lacrime è un brano che racconta il dolore e la fatica che si prova quando ci si separa da una persona con cui abbiamo dei ricordi indelebili. Le lacrime hanno più facce e più “sapori”, dipende tutto dal motivo per cui stiamo piangendo. Nel mio caso, le lacrime mi hanno dato la forza di tornare a sognare e di rialzarmi.
Sogni nel cassetto o nuovi progetti di Soave?
Continuare a lavorare per l’arte. Il mio sogno nel cassetto è trasmettere qualcosa alla gente. Continuerò a scrivere, a cantare e a suonare, sperando che un giorno possa invitarvi ad un mio concerto.