Oggi attraversiamo insieme le pagine del nuovo libro di Simone Ruggerini, dal titolo L’uomo nei sogni, per la nostra rubrica “Libri e Scrittori”.
Nella vita di Tommaso, non tutto va come dovrebbe, anzi, un susseguirsi di dolori si insinua nel suo cuore come un veleno e lo convince a compiere un gesto disperato e senza ritorno.
Ma un incontro misterioso, destinato a stravolgere il corso della sua esistenza, rappresenterà un nuovo inizio in cui sogni, realtà e suggestioni si sfumano per sempre.
L’apparizione della sfuggente Maria Chiara e del giovane Simmi, la minaccia dei cosiddetti Guardiani e un albergo in costante mutamento lo condurranno in un rischioso viaggio alla scoperta di sé, i cui soli confini sono quelli imposti dai limiti della mente.
È questo il cuore del nuovo romanzo dello scrittore Simone Ruggerini, un horror psicologico in cui nulla è come appare e che parla dei fantasmi quotidiani di ognuno di noi.
Simone Ruggerini, benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo. Il tuo romanzo è l’espressione di un periodo complesso che hai vissuto personalmente?
Grazie mille. Ti ringrazio per la domanda, effettivamente ho scritto questo romanzo in un periodo della mia vita dove sono entrato in contatto con un certo tipo di sofferenza personale, e credo che questo, soprattutto nella primissima e nell’ultima parte del romanzo, si percepisca molto. Ne approfitto anche per dire che, nonostante la struttura del romanzo sia quella horror onirica e se vogliamo in parte anche grottesca, essa è intrisa di numerosi spunti autobiografici.
Come affronta, Tommaso, il labile confine tra sogno e realtà?
Inizialmente, la gestione delle due realtà, quella della vita vissuta e quella onirica, sarà piuttosto complessa per Tommaso. Paradossalmente, tanto più il confine da te citato si assottiglierà fino a scomparire, più Tommaso riuscirà a lasciarsi andare e ad affrontare l’intrecciarsi di queste due realtà nella maniera più giusta possibile affinché lui possa arrivare a comprendere ciò che sta dietro a tutta la sua Odissea interiore che racconto.
L’albergo in continuo cambiamento può essere inteso come una metafora della nostra psiche e delle nostre esigenze più intime?
L’albergo onirico che prende così tanto spazio nel romanzo è effettivamente una struttura psichica che utilizzo come “contenitore” di una sequenza di eventi, esperienze e scenari che parlano della vita di Tommaso, ma non solo. Senza dubbio, quindi, ci ritroviamo in uno spazio dove fare emergere e iniziare a conoscere le nostre esigenze profonde, le nostre pulsioni, i nostri bisogni e le nostre ferite interiori. Possiamo quasi dire che ciascuno di noi possiede una struttura del genere all’interno, che qui mi è piaciuto rappresentare come un albergo.
Maria Chiara e Simmi entrano nella vita del protagonista in modo sfuggevole e a volte ambiguo: possiamo identificarli come simboli dell’inconscio?
Questo che mi chiedi vale tantissimo per il personaggio di Simmi, che ad un certo livello di lettura può essere sicuramente definito come un simbolo, o comunque un rappresentante dell’inconscio, anche solo per il fatto che apparentemente è un personaggio che fa parte esclusivamente del mondo onirico. Non voglio però dire altro per non rovinare la sorpresa di alcuni passaggi importanti del romanzo ai potenziali lettori. Il discorso invece è diverso per Maria Chiara, anche lei potrebbe essere definito il simbolo di qualcosa, forse dell’amore, ma comunque ha tutta un’altra specificità e funzione nel discorso narrativo.
Simone Ruggerini ritieni, in chiusura, che i fantasmi di Tommaso siano i fantasmi da cui tutti siamo visitati, presto o tardi?
Non ho alcun dubbio che molti di questi fantasmi che hai citato siano stati anche incontrati nella propria vita da Chi vorrà leggere il romanzo, magari non nella forma specifica che ho descritto, ma in altre che però possono assolutamente risuonare, dato che alcuni dei temi che affronto sono la solitudine, la perdita, il tradimento, la distanza emotiva, la dipendenza, le ferite dell’infanzia… tutti aspetti questi che fanno parte dell’inevitabile sofferenza che caratterizza l’essere umani.