Cosimo Alberti. Foto di Francesco Mattiello
Cosimo Alberti. Foto di Francesco Mattiello

A tu per tu con Cosimo Alberti di Un posto al sole

Oggi la nostra attenzione è puntata su Cosimo Alberti, l’amato vigile Salvatore Cerruti di Un posto al Sole, che si è reso disponibile per il nostro magazine raccontandoci un po’ di lui.

Cosimo Alberti. Foto di Francesco Mattiello
Cosimo Alberti. Foto di Francesco Mattiello

Benvenuto Cosimo Alberti, iniziamo con una domanda di rito: quando ti sei accorto di avere attitudine verso la recitazione?

Ero un bambino, avevo circa 5 anni frequentavo la “primina” presso un complesso religioso. Avevo un carattere solare ed espansivo. Una domenica mattina ero con mio padre di ritorno a casa da una passeggiata. Mia madre ci comunicó che era venuto Padre Roberto a chiedere se volevo accettare la parte di San Giuseppe in una commediola per il Natale.

Quella notizia mi sbalordì non poco e provai un’emozione simile a quella che possono provare i grandi attori quando ricevono un riconoscimento internazionale. Anche se non capivo bene cosa volesse dire ricevere una parte teatrale istintivamente, però, sentivo di mostrare ai miei genitori la sorpresa e la felicità per l’offerta ricevuta.

Incominciai a far scivolare lentamente dalle mie mani che penzolavano abbandonate sui miei fianchi, il giubbetto e il giocattolo che mi aveva comprato papà e con lo sguardo perso nel vuoto e rapito da quella comunicazione, ripetevo sognante: “Saró San Giuseppe, sarò San Giuseppe…” Fu in quel momento che mi accorsi di avere una naturale predisposizione verso la recitazione. 

Cosimo Alberti. Foto da Ufficio Stampa
Cosimo Alberti. Foto da Ufficio Stampa

Attraverso Salvatore Cerruti, il tuo personaggio in Upas, di cosa ti sei arricchito?

Nonostante il suo mezzo secolo Cerry è un ragazzone ingenuo che si accontenta di poco, un romantico che cerca il principe azzurro. È un sognatore ad occhi aperti. Io mi sono arricchito della sua semplicità, della sua leggerezza, della sua innocenza. 

Il ruolo che ricopri in Upas, è quello di un vigile molto disponibile, che crede nei valori dell’amicizia tanto da affrontare prove molto particolari. Quanto ti senti vicino a lui caratterialmente, nella realtà?

Mi sento molto vicino al mio personaggio. Anch’io sono molto disponibile e credo fortemente ai valori dell’amicizia. In questo infatti siamo molto simili. Anch’io ad esempio rinuncerei alla mia vacanza preferita per stare vicino ad un’amica in difficoltà. Anch’io ospiterei in casa un’amica con problemi di cuore. L’unica differenza è che non riuscirei mai a “rubarmi” la paternità altrui e peggio ancora indurre la madre a nasconderla al padre vero. In effetti provo un certo disagio a recitare questa parte ma si sa questo è recitare e bisogna farlo sempre bene! 

A chi ti senti di dover dire “grazie”?

Ai vertici della Fremantle e della Rai Fiction che hanno creduto in me come attore e dato sempre più spazio ad un personaggio che aveva esordito in sordina quasi nell’anonimato. 

Se Cosimo Alberti non fosse diventato attore a cosa avrebbe aspirato?

Solo per un brevissimo periodo ho desiderato diventare uno scienziato. Mi feci regalare da papà anche la scatola del piccolo chimico. Poi padre Roberto mi prese nella sua “compagnia” e da allora ho sempre voluto fare l’attore! 

Secondo te, qual è il segreto del successo di Upas, che risulta essere una delle soap più amate di sempre…?

Il segreto è svelato in ogni puntata: La qualità del prodotto che si ottiene dalla bravura degli attori e la professionalità di tutti coloro che stanno dietro le telecamere. Metti poi che è  ambientata in una città magica e il gioco è fatto. 

Il complimento più bello che hai ricevuto?

 Sono tutti belli. Ricevere un complimento è già di per se bello. Però il più bello è stato di una signora che evidentemente emozionata per avermi incontrato inaspettatamente in un supermercato mi urló: “La vedo tutte le sere da 23 anni!!!” Non ebbi il coraggio di dirle che siccome siamo minimo 50 attori non possiamo mai andare in onda tutti insieme ogni sera, inoltre io faccio parte del cast da appena cinque  anni. 

Peggiore sentimento al mondo?

Non so se sia un sentimento ma è una componente umana che detesto più di ogni altra cosa: L’IRRICONOSCENZA! 

Che consiglio ti sentiresti di dare ai ragazzi che vogliono avvicinarsi al mondo dello spettacolo?

Di studiare recitazione presso una buona scuola. Il talento, la prestanza fisica e la fortuna sono importanti ma se sai anche recitare sei al top! 

Per concludere, ringraziando Cosimo Alberti della disponibilità… hai un solo desiderio realizzabile, cosa chiederesti?

Vorrei avere la parte di protagonista in un film di successo nel 2020.

Su Silvana De Dominicis

Vice direttore di La Gazzetta dello Spettacolo, amante degli animali, la natura e la cucina veg. Umiltà e sensibilità sono nel contempo i miei pregi e difetti.

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