Mago Forest

Mago Forest si racconta con la sua innata simpatia

Intervista esclusiva a Michele Foresta, conosciuto dai più come Mago Forest o Mr. Forest, che “con simpatia” si racconta.

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E’ uno tra i personaggi più amati della televisione e non solo: Mago Forest o Mr. Forest – pseudonimo di Michele Foresta – e da questa bellissima chiacchierata si è avuta conferma della genuinità, disponibilità e gentilezza di questo artista, che nonostante la notorietà è rimasto “il ragazzo della porta accanto”.  

Mago, conduttore, comico, scrittore, attore, showman completo… nonchè vincitore del premio “Leone di Vetro”, prestigioso riconoscimento ricevuto nel corso della Mostra del cinema di Venezia 2023, per la categoria “Miglior Attore non Protagonista” per il film “Improvvisamente Natale”.

Benvenuto Mr Forest sul quotidiano “La Gazzetta dello Spettacolo”. Oltre ad essere uno dei più grandi talenti comici, sei anche mago… ma cosa ti piace più dell’essere mago?
«Allora, sei molto gentile; io provo semplicemente di fare il mio lavoro al meglio che, da sempre, è quello di cercare di fare ridere… capisco ci siano persone a cui io possa piacere, ma di certo ci saranno anche quelli che preferiscono altri. Io nasco, come dire, con la parodia del mago. Mi piacevano i maghi, però mi piaceva anche in qualche maniera prenderli in giro, fare la parodia di questi supereroi. Io, praticamente, facevo l’antieroe. Con il tempo e con la Gialappa’s, ho avuto modo di scorrazzare a 360 gradi nella comicità, occupandoci di satire, di politica, di costume, un po’ di tutto. Adesso se non faccio ridere, dico che sono un mago… se invece la magia non mi riesce, dico ma no, io sono un comico!».

Tu hai sempre detto che la tua fonte è stato Mac Roney. Cosa ti affascinava di questo artista, tanto da esserti ispirato a lui?
«A casa mia la televisione è arrivata tardi, non sono nato con la televisione in casa. Forse, i miei l’hanno comprata per me, perché altrimenti ero sempre fuori, a vederla al bar o dai vicini. Uno dei personaggi che mi affascinava era proprio Mac Roney, un mago francese degli anni settanta con l’aria un po’, come dire, alticcia, stralunata. La sua personalità particolare mi affascinava. Spesso era ospite negli spettacoli in prima serata di Mina, era ospite anche nelle trasmissioni del grande Silvan… e non so perché, ma sono stato colpito sin da subito da questo personaggio… iniziai così a fare “magie sbagliate”. Per fare bene la parodia di qualcosa infatti, bisogna conoscere l’argomento per poi, per l’appunto, parodiare. Ho quindi approfondito il tutto, ho iniziato a studiare prima sui libri, poi frequentando i club magici in Italia e seguire congressi anche all’estero.
Ho altresì avuto modo di conoscere Mac Roney ad un congresso di magia. Mi ricordo che eravamo ad Alba, in Piemonte. In quel periodo avevo fatto, tra le altre cose, l’autore a Napoli di un programma che si chiamava “Grazie Mille” con Nino Frassica; qui facevo un po’ l’autore, ed un po’ aiutavo Frassica. Avevo, quindi, accesso agli archivi della RAI… ed io, fingendo che mi servissero per preparare domande per la trasmissione, mi sono fatto dare un bel po’ di videocassette e di materiale di Mac Roney. Quando lo incontrai, gli confidai che avevo molto del suo materiale, mentre lui ne era sprovvisto. Gli feci così una videocassetta e gliela spedii. Dopo un po’ mi inviò una lettera di ringraziamento molto bella, che conservo con piacere. Adesso purtroppo non c’è più».

Mago Forest in un ballo con Belen Rodriguez
Mago Forest in un ballo con Belen Rodriguez

Se ti dico: “Gustavo”, cosa ti viene in mente?
«Silvana, ma tu hai studiato! Che ricordi! Allora, io facevo ragioneria negli anni ‘70 a Nicosia, in provincia di Enna, ed erano gli anni delle prime radio libere. Un gruppo di miei insegnanti aveva creato proprio una di queste radio libere che si chiamava Radio Nicosia. Io a scuola ero molto particolare e, forse per vincere la timidezza, cercavo di mettermi in mostra, di apparire sempre vivace, in qualche maniera facevo “lo scemo”.
Mi piaceva far ridere i miei compagni, intrattenerli… ed allora un professore mi disse: “Scusa, ma anziché fare lo scemo qua, perché non vieni in radio?” Iniziai così a frequentare questa radio dove c’erano dj “anziani”, che mi facevano mettere in ordine i dischi, sistemare… poi piano piano ho iniziato a fare anche dei personaggi, e tra questi c’era proprio Mago Gustavo! Gustavo era un mago disfattista, che rispondeva a finte telefonate, durante le quali non dava mai speranze. La gente, poi, iniziò a chiamare, si divertiva a chiamare… ed io continuavo a non dare mai una via di possibilità, una soluzione che potesse andare bene a chi chiedeva consigli. Prevedevo, insomma, solo disastri e baratri.
Facendo il mago mi appassionai ancora di più ed insieme ad un mio amico di Nicosia, Nino Bonelli, che voleva fare il prestigiatore, decidemmo di iniziare insieme a fare i primi spettacoli: io come Mago Gustavo e lui come Mago Prestigiatore. Fu un bellissimo periodo, giravamo per i vari oratori, avevamo 16 anni, facevamo spettacoli di cui i nostri genitori neanche sapevano… Ci organizzavamo al momento, trovavamo qualcuno che avesse la macchina e che fosse maggiorenne e ci facevamo accompagnare nei paesi più vicini».

Nel corso della tua carriera artistica, tu hai condotto anche Zelig con grande successo. Ti farebbe piacere ritornare alla conduzione, se ci fossero nuove future edizioni?
«Allora, all’epoca Bisio decise di non continuare a presentare la kermesse, così proposero a me ed alla Mannino di condurre. Eravamo consapevoli che il passaggio del testimone sarebbe stato un compito molto arduo però, a dispetto dei timori, fu un’edizione molto bella e molto divertente. Zelig è un po’ la mia casa, è l’habitat naturale per ogni comico. Il palcoscenico, il pubblico vero, il teatro… sono stati davvero anni meravigliosi. A Zelig, in realtà, io iniziai a lavorare prima ancora che diventasse Zelig vero e proprio. C’era, infatti, un localino in Via Le Monze che si chiamava “L’Ultimo Metro”, dove forse ho fatto uno dei miei primi spettacoli. Nel tempo si sono ingranditi ed hanno, così, creato il locale di Zelig. Successivamente arrivò la televisione… ebbene sì, mi sento proprio parte integrante del progetto Zelig. Adesso, però, penso che un posto migliore del GialappaShow, per come sono fatto io, per le mie attitudini, non ci sia».

A proposito di GialappaShow, secondo te qual è il segreto del vostro grande successo?
«Qual è il segreto di questo grande successo? Sai cosa… io credo che certe cose accadono, un po’come la “famosa ciambella col buco”. Con la Gialappa’s io ho lavorato dal 2001 al 2010, poi le strade si erano un po’ divise perché la Gialappa’s non faceva più programmi, motivo per cui io ho iniziato a fare altre cose. Quando camminavo per strada era una costante essere fermato sempre per lo stesso motivo, quasi fosse un tormentone: “Quando tornate? Quando rifarete Mai dire goal?”. Ricordo che fecero anche dei gruppi social, dove richiedevano il ritorno delle nostre trasmissioni. Improvvisamente poi è accaduta la magia di TV8 che ha creduto in questo progetto. Il nostro gruppo era già solido perché la Gialappa’s, oltre ad essere i miei datori di lavoro, nel tempo sono diventati anche grandi amici nella vita. Ma il segreto del successo è anche dovuto ad un gruppo di comici bravissimi, con i quali andiamo tutti d’accordo. Ci sono un bel po’di autori, tutti bravi… dietro c’è un lavoro intenso, altrimenti rimarrebbe soltanto il “non-sense”, poi è chiaro che il grande giudice di tutto è sempre il pubblico. Pubblico sovrano. Ovviamente tutti vorremmo fare qualcosa che funzioni sempre, ma a volte riesce, a volte no. È capitato anche a noi di farne alcune che non sono riuscite; stavolta è andata bene e ci godiamo il momento!».

Mago Forest a GialappaShow

Perché nessuno dei comici, secondo te, ha pensato di fare la tua parodia? Perché sei inimitabile?
«No, no… credo perché sarebbe la parodia della parodia. (ndr sorride)
Già io sono una parodia, io sono un concentrato, un frullato dei conduttori televisivi. Ho assimilato dei dati, dei modi di fare, delle attitudini che poi tiro fuori nei “momenti sbagliati”. Ora che ci penso, però, su Radio DJ c’è un bravissimo comico, Claudio Lauretta, che da anni fa un programma: “Il Mr. Forest Show”, ed in molti pensano che sia io a farlo. Una volta, mentre lo ascoltavo, mi sono detto: “Mamma mia, mi ha rubato proprio l’anima!” La voce è perfetta!
Posso anche farti una piccola rivelazione… ci sarà una puntata che registreremo, durante la quale Favino mi imiterà. Faremo un’apertura con lui che inizia il programma dicendo che vorrà fare un biopic sulla mia vita, proprio come è stato fatto su Springsteen, su Bob Dylan… praticamente lui è venuto a studiarmi per immergersi nel personaggio».

Il complimento più bello che hai ricevuto?
«I complimenti mi mettono un po’ in imbarazzo, però una volta ero in compagnia di Marco Santin ed una ragazza ci ringraziò, ci disse che le avevamo insegnato a ridere. Questo per me fu un bellissimo complimento. Sai, ho immaginato che per lei noi siamo stati un po’ come Pippo e Mario Santonastaso, o Cochi e Renato che furono per me… Magari c’è qualcuno che nel corso della sua adolescenza ha beccato noi. Noi siamo state le loro prime risate».

Nel privato Mr. Forrest è così come lo si vede In televisione?
«Se fossi così sarei da internare (nrd ride) però sì, non sono triste… ho comunque un’indole allegra. In casa mia le risate non mancavano. Eravamo una famiglia modesta, ma l’ironia ha sempre fatto parte di noi, è sempre stata presente in casa nostra».

In conclusione, c’è un sogno nel cassetto che non hai ancora aperto?
«Allora, il sogno nel cassetto è andare in vacanza. Forse dall’esterno non ci sembra ma viviamo una situazione molto impegnativa. Entriamo in un vero e proprio tunnel, un tunnel piacevole, dal quale però non si esce. Lavoriamo tutti i giorni, tutta la settimana. E’ faticoso, anche se poi farlo è divertentissimo. Costruirlo, scriverlo, non è facile. Felice, sicuramente, di essere stanco… però adesso vorrei andare in vacanza, magari dalla mamma, la mamma che mi guarda sempre e che mi giudica. Lei è felice, in particolar modo, di una cosa: mi vede elegante. A lei fa piacere vedermi vestito elegante, sembro un fotomodello…».

Gigi Esposito (Gigi e Ross) nella parodia di Stefano De Martino, Mago Forest e Belen Rodriguez
Gigi Esposito (Gigi e Ross) nella parodia di Stefano De Martino, Mago Forest e Belen Rodriguez

Grazie di cuore a Mr Forest, questa è stata più di un’intervista… è stata una chiacchierata confidenziale, simpatica e allegra. Un personaggio straordinario, ma ancor di più una persona amorevole… perla rara nel mondo odierno.

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