La prima donna italiana ad entrare a far parte dell’American Society of Cinematographers: abbiamo incontrato Valentina Caniglia.
L’Italia può celebrare un traguardo di portata storica nel mondo del cinema internazionale: Valentina Caniglia, direttrice della fotografia di fama mondiale, è stata ufficialmente accolta tra i membri della prestigiosa American Society of Cinematographers (ASC), la più prestigiosa associazione americana dedicata all’eccellenza nell’arte della direzione della fotografia. È la prima donna italiana ad aver ottenuto questo riconoscimento, e una delle pochissime europee ad averne l’onore.
Fondata a Hollywood nel 1919, l’ASC rappresenta da oltre un secolo un punto di riferimento per l’evoluzione artistica e tecnica della cinematografia a livello globale. L’ingresso nell’associazione, riservato ai professionisti che hanno dimostrato un’eccellenza indiscussa nella loro carriera, è considerato uno dei più alti riconoscimenti nel settore. Tra i membri storici dell’associazione figurano leggende della fotografia.
Nata a Napoli, cresciuta artisticamente tra Londra e New York, Valentina Caniglia è riconosciuta a livello internazionale per la sua visione poetica, la profondità del suo sguardo e la capacità di raccontare storie attraverso la luce e la composizione, in ogni genere: dal cinema indipendente ai documentari, dalla pubblicità ai videoclip musicali.
Ha firmato la fotografia di lungometraggi premiati come Pomegranates and Myrrh, vincitore del Golden Dagger al Muscat Film Festival, e di film come Madeline’s Oil, che le è valso il premio per la migliore fotografia al Louisiana International Film Festival, e Fire in Water, premiato al Los Angeles Film Festival. Tra i suoi progetti più recenti figurano Jesus Land (con Juliette Lewis), Dear… per Apple TV+, la docuserie The Captain per ESPN, e numerose collaborazioni con piattaforme come HBO, Netflix e Showtime. È stata anche due volte vincitrice del Canadian Cinematography Award e dei New York Cinematography Awards, e ha ricevuto riconoscimenti per i suoi lavori pubblicitari per marchi come British Airways, Nike e Ford. Ha inoltre diretto il cortometraggio The Amytal Therapy, ricevendo nomination alla miglior regia in festival internazionali.
La incontriamo per parlare di questo importante traguardo.
Valentina Caniglia, ben trovata sul quotidiano “La Gazzetta dello Spettacolo”. C’è stato un momento preciso in cui hai capito che volevi fare la direttrice della fotografia?
«Sì. Il momento preciso è stato quando ho visto i dipinti di Artemisia Gentileschi, Caravaggio, Vermeer. Da lì ho capito che volevo dipingere con la luce».
Entrare nell’ASC è un traguardo storico. Come hai vissuto quel momento?
«Per me sembra ancora tutto un sogno. È un’emozione così forte che pare surreale. Era da quando ero piccola che sognavo questo momento. Ho lavorato veramente duro per moltissimo tempo, attraversando tanti ostacoli con grande perseveranza… e oggi mi sento al settimo cielo».
Sei la prima donna italiana ammessa. Senti la responsabilità di rappresentare anche altre professioniste?
«La responsabilità è quella di aprire più porte per gli altri. Questo è ciò che conta davvero».
Nello stesso mese sei entrata anche all’Academy. Come cambia, se cambia, il tuo sguardo sul futuro dopo questi due riconoscimenti?
«Questi sono due riconoscimenti prestigiosissimi e provo un’enorme gratitudine per tutto questo. L’importante per me resta fare bene il mio lavoro, contribuendo con la mia fotografia in progetti dove la collaborazione con registi, produttori e attori sia fatta di creatività, innovazione, umanità e praticità nel creare».
La Gazzetta dello Spettacolo Il quotidiano dello ShowBiz


