Intervista all’attrice Edy Angelillo, che ci racconta del suo viaggio nel mondo del teatro e del suo prossimo spettacolo in scena.
Incontro con l’attrice Edy Angelillo in scena dal 28 ottobre al 2 novembre al Teatro Golden di Roma in “La matematica dell’amore”, insieme al collega Michele La Ginestra. Uno spettacolo per tutti, un ‘vero gioiello’, come ama definirlo l’artista, da vivere tutto d’un fiato…
Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Edy Angelillo. Dal 23 ottobre al 2 novembre sarai in scena al Teatro Golden di Roma insieme al collega Michele La Ginestra ne “La matematica dell’amore”. Cosa puoi anticiparci a riguardo?
«Potrei raccontarti tante cose! Questo spettacolo è in scena dal 2008, anche se non tutti gli anni, ed è per noi un vero gioiellino da riprendere tutte le volte che ci è possibile. Varie età lo caratterizzano, dalle fasi più piccole della vita fino ai settant’anni, in modo da poter raccontare le vicissitudini di Tommaso e Gerardina, Tom e Jerry. Uno spettacolo da vivere allegramente, senza accantonare un velo di commozione e qualche spunto di riflessione sulla vita».
Quali sensazioni sono legate alle tavole del palcoscenico e quali riti ti accompagnano, di volta in volta?
«Il rito cambia a seconda degli attori e della produzione che mi accompagnano. Con Michele, compagno di scena da una vita, anche in Rugantino, siamo soliti dire: “tutti interi o mezzi rotti, lo mettiamo ai passerotti. Passerotti o spettatori lo mettiamo pure ai tori…” e molto altro, fino al classico, “Merda Merda Merda!”. Tornando alle sensazioni, posso dirti che lo spettacolo è la mia vita! Non ho mai fatto altri lavori, se non quello di dedicarmi alla recitazione. Una paura, quella che ti accompagna in scena, che ben presto sparisce, grazie ad un lavoro che ti diverte, così come il poter sentire le sensazioni del pubblico. Un salto nel buio, questo mestiere, ma resta il lavoro più bello del mondo, al di là del suo essere o meno precario. È la mia vita!».
Come procede con il tuo compagno di scena, Michele La Ginestra?
«Siamo amici da tempo, abbiamo spesso collaborato insieme e, di conseguenza, la complicità è tanta. Si è creato, in poco tempo, un clima di grande affetto, proprio come se fossimo fratello e sorella».
Cosa ti ha regalato questo percorso?
«Tutto! Invece di andare in analisi, oggi, puoi fare tranquillamente l’attore entrando in una vita non tua, in una donna che non sei tu. Qualcosa di bellissimo, che ti consente di sviluppare una grande empatia, toccando temi importanti. Un bagaglio formativo davvero enorme! Il teatro, negli anni, mi ha portato a conoscere qualcosa di me che non pensavo di poter essere o comunque conoscere… ».
Cosa anticipare sul tuo ‘imminente’ futuro artistico?
«Ho dei progetti in ballo, certo, ma tocca cercare una produzione, una distribuzione, un modo per mandare avanti il tutto. Non meno importante, lo spettacolo portato in scena questa estate, “Violazione”, basato proprio sulla violenza sulle donne. Vorrei riprenderlo al più presto!».
La Gazzetta dello Spettacolo Il quotidiano dello ShowBiz


