Incontriamo Gonzalo Trujillo, storico protagonista de “Acacias38”, l’amata serie spagnola ancora in voga in Italia, nonostante abbia ormai chiuso i battenti nel paese di origine.
Un artista stimato, con una sana passione per la recitazione e per la fotografia, attività che svolge con piacere e a pieno ritmo da anni. Presto sarà sul set di un nuovo film, “Se tutte le porte sono chiuse”. Ne approfittiamo per fare quattro chiacchiere con lui e per conoscere qualcosa in più sui suoi trascorsi.
Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Gonzalo Trujillo. Come stai?
Ciao Alessia, grazie per questo spazio. Sto molto bene e sono felice di poter parlare di nuovo con te.
Viviamo un periodo particolare, caratterizzato da una inaspettata pandemia. Come lo affronti e quali consapevolezze ha apportato al tuo vissuto?
Cerco di prendermi cura di me stesso, evitando di nuocere alla salute altrui. Oltretutto, le vittime legate al Covid19 sono state anche vicine al mio ambito, al teatro. Proprio per questo motivo, tra dicembre e gennaio, sono stati sospesi molti spettacoli. Fortunatamente, sembra che la situazione stia migliorando, gradatamente.
Cosa ti ha spinto ad intraprendere la carriera da attore?
La risposta non è affatto semplice. Ancora oggi rappresenta un mistero, anche per me. Credo che a spingermi verso questo mestiere sia sta la voglia di giocare, di vivere tante storie e personaggi, la curiosità per altri mondi, altre epoche.
Nel tuo curriculum, ruoli importanti, che ti hanno concesso di diventare popolare anche in Italia. Parliamo de “Una Vita/Acacias38” e “Il Segreto”. Che ricordi hai di entrambe le esperienze?
Porto con me un ricordo meraviglioso da quelle esperienze, specie di “Acacias38”, il set che ho avuto modo di vivere più a lungo. Ho appreso tanto nell’impersonare Mauro San Emeterio, un ruolo che il pubblico ha accolto molto bene. Ho avuto modo di conoscere persone fantastiche, di valore, in quel periodo. Entrambe le serie, tra l’altro, sono state realizzate dalla stessa casa di produzione, Boomerang Tv, caratterizzate da persone valide, sia dal punto di vista professionale e umano.
Sui tuoi social, ancora oggi, compaiono foto in cui sei insieme a degli ex colleghi di entrambe le serie. Il set aiuta ad incrementare i rapporti?
Si, siamo molto uniti tra noi e, quando possibile, ci vediamo, trascorriamo del tempo insieme. Lavorare sullo stesso set, giorno dopo giorno, aiuta ad accrescere la stima, i rapporti umani.
Attualmente sei impegnato nello spettacolo teatrale, “Fin de Engano”. Di cosa parla?
Si tratta di una sitcom in cui alla base vi sono segreti di famiglia e un forte bisogno di essere se stessi. Una commedia veloce, simpatica, che ci ha divertito molto durante la realizzazione.
Che rapporto hai con il pubblico, con chi ti ferma per strada?
Adesso mi fermano meno di prima, ma il rapporto resta buono. Le persone sono gentili, affabili. Ricordo che una volta, poco prima di scendere alla mia fermata metro, una ragazza mi si affiancò per dirmi, semplicemente, “Grazie mille per il tuo lavoro”. Mi ha reso felice ricevere quel complimento.
È ormai nota la tua passione per la fotografia. Come si è sviluppato il tutto?
Mi è sempre piaciuto scattare foto, sin da bambino. Ricordo che per la mia comunione mi fu regalata una macchina fotografica automatica che, da allora, non ho mai abbandonato. Alcuni anni dopo, mio fratello maggiore, mi ha insegnato ad utilizzare una reflex e a sviluppare un rullino. Una passione sempre più in crescendo e da allora, difatti, sono anche un fotografo.
Non meno importante, il canto, nel tuo percorso artistico. Ti andrebbe di parlarcene?
La musica è parte della mia vita, da sempre. Da bambino era un semplice gioco da vivere con gli amici. Successivamente, quando mi sono avvicinato al teatro, ho scelto di voler approfondire anche il canto, prendendo poi parte ad alcuni musical.
Hai avuto modo di visitare la nostra penisola?
Si, ci sono stato diverse volte. Amo il tuo paese! L’ultima volta è stata l’estate scorsa. Sono stato a Napoli, a Pompei, per poi spostarmi in Calabria, a Tropea. Mi sono divertito molto e questo capita sempre quando sono in Italia.
Un tuo sogno nel cassetto?
Mi auguro che la guerra possa avere presto fine!
Cosa puoi anticiparci sui tuoi progetti futuri?
A giugno prenderò parte al film di Antonio Cuadri, “Se tutte le porte sono chiuse”. Non vedo l’ora di essere sul set!