Palma di Montechiaro (AG) attende anche il regista Salvatore Romano in occasione del Premio Internazionale Donnafugata che avrà luogo presso la scalinata della Chiesa Madre.
Salvatore Romano ci racconta qualcosa in più sul suo lavoro, sulla passione che nutre per questo bellissimo mestiere, e sui progetti futuri…
L’intervista a Salvatore Romano
Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Salvatore Romano. Presto sarai anche tu in quel di Palma di Montechiaro, il prossimo 7 settembre, per coordinare la regia del Premio Internazionale Donnafugata. Cosa puoi dirci a riguardo?
Esattamente, coordinerò la regia e la post produzione del Premio Internazionale Donnafugata in funzione di una messa in onda della serata presso i network televisivi. Felice, soprattutto, di ritrovare Peppe Zarbo, con cui ho stretto una grande amicizia dai tempi di “Un Posto al Sole”, ed anche per via dell’importanza che sta ottenendo di anno in anno il premio stesso.
Da calabrese e amante del mare quali sensazioni ti legano alla Sicilia, il luogo che accoglie il Premio?
Una domanda molto opportuna perché mia madre è siciliana e per metà sono, quindi, calabrese. Ho vissuto tanto il territorio così come gli amici, la famiglia che ho da sempre lì. Chiaramente, quando si parla di questi luoghi viene sempre in mente il mare ma sono caratterizzate anche da tanta arte e profonda sensibilità per questi argomenti. Per tali motivi, quando mi viene offerta la possibilità di partecipare cerco di cogliere sempre al volo l’occasione.
Un po’ come vivere una specie di piccola vacanza invece che un lavoro…
Sicuramente! La possibilità di partecipare ad un Premio come il Donnafugata regala, esattamente, la possibilità di poter vivere anche una sorta di piccola vacanza.
Tempo addietro hai realizzato un secondo film per il cinema, “L’incontro”, proprio con Peppe Zarbo tra i protagonisti. Che ricordo hai di quella esperienza e cosa ti ha lasciato?
Mi ha regalato tanto ed è ancora sulle piattaforme, Amazon Prime in primis. Lo abbiamo fatto uscire, all’epoca, nel periodo del Covid-19 ma, per fortuna, le piattaforme ci hanno concesso tanto altro. Un argomento particolare quello trattato e sono in tanti ancora a guardarlo, motivo per cui sono totalmente soddisfatto.
Recentemente abbiamo avuto ospite di una nostra intervista Gioia Spaziani, tra le attrici attualmente presenti ne “Il Paradiso delle Signore”, di cui sei da qualche tempo regista. Con la Spaziani ci siamo soffermate sul piacere provato nell’aver incontrato una seconda famiglia televisiva, dopo “Un Posto al Sole”, e delle differenze, in bene, riscontrate. Cosa ne pensi?
Ho ritrovato con molto piacere Gioia dopo dieci anni, una grande fortuna. Sono due prodotti diversi con in comune, probabilmente, la velocità nel realizzare il tutto. Un’esigenza nel produrre con dei parametri temporali molto ristretti. La differenza risiede nel fatto che “Un Posto al Sole” si svolge ai giorni nostri mentre Il Paradiso vive delle difficoltà nei costumi e tempi diversi, sebbene abbia una maggiore cura proprio per via delle difficoltà logistiche. Viene girato, differentemente da Un Posto al Sole, in studio, ma sono tanto simili per via dell’esigenza comune di andare in onda, di produrre velocemente…
E fanno entrambe tanto ‘famiglia’, come diceva Gioia, appunto…
Sicuramente! Si creano dei rapporti molto stretti con la troupe lavorando ogni giorno dieci ore, circa, insieme. È, tra l’altro, fondamentale andare d’accordo, trovare un certo feeling, aiutarsi a vicenda e ciò, appunto, succede soltanto nelle migliori famiglie. Quando questo non accade, cosa che succede di rado, diventa un problema per tutti ma, ti dirò, al Paradiso si lavora in armonia e tutti sanno fare bene tutto.
Un tassello mancante a questo tuo percorso?
Mancano tante cose ma, al momento, sto molto bene al Paradiso. Un lavoro molto dispendioso, meticoloso, che non ti consente di fare altro visti i mesi di progettazione. Chiaramente, guardando ad un domani, vorrei poter continuare a fare qualcosa per il cinema, un percorso legato ai miei inizi. A tal proposito, proprio con Peppe Zarbo stiamo portando avanti una casa di produzione, la Yubaba, per puntare uno sguardo altrove.
Prossimi progetti?
Il primo pensiero va a “Il Paradiso delle Signore”, vista la stagione appena avviata e le conferme continue che aspettiamo di anno in anno. Mi auguro di poter anche dare vita ad alcuni progetti che al momento sono ancora in cantiere, in attesa di progressi legati anche ai fondi. In cantiere vi è anche un documentario che stiamo cercando di realizzare proprio con Peppe, Francesco Vitiello e la Yubaba.