Nicola Acunzo: una storia che non deve essere dimenticata
Un tema importante al teatro per lo spettacolo di Nicola Acunzo, in scena con “Il Sindaco scomparso”. Ecco cosa vedremo…
Un atteso ritorno in teatro per Nicola Acunzo con “Il sindaco scomparso”, in scena dal 29 novembre al 1 dicembre al Teatro di Villa Lazzaroni di Roma. Una tematica che andava trattata, una persona che va ricordata per il bene fatto, per una sparizione insensata, inattesa e ancora oggi senza risoluzione…
Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Nicola Acunzo. Il 29 novembre sarai in scena al Teatro di Villa Lazzaroni con lo spettacolo “Il sindaco scomparso”, una storia che da dell’incredibile. Cosa puoi svelarci a riguardo?
Ho già un passato con questo personaggio, impersonato in un corto al fianco di Serena Rossi, “Il silenzio di Lorenzo”. Una storia di cronaca nera che potrebbe definirsi anche un giallo dal momento in cui dopo questa sparizione, avvenuta nel gennaio del 1953, non c’è stato alcun ritrovamento, alcun cadavere. Scopriremo, così, quanto c’è di drammatico dietro una sparizione vera e propria, dopo continue ricerche avvenute in ogni dove. Mi è sembrato giusto ricordarlo… E un grazie va a Massimiliano Amato, autore del libro “Il sindaco desaparecido” da cui Paolo Floris ha estratto il monologo teatrale che Fondamenta Teatro ha prodotto.
Un messaggio chiaro e forte da lanciare con questo spettacolo…
Non posso nasconderti che ho fatto richiesta affinché il caso Rago venga riaperto. Un messaggio chiaro e forte, da ex deputato, anche alla politica. Una richiesta specifica, una tematica a cui tengo particolarmente. E chissà che qualcosa non salti fuori…
Quali sensazioni sono legate al tuo ritorno sulle tavole del palcoscenico?
Non mi sono mai fermato, tanto da aver girato “I due papi”, “Il Commissario Ricciardi”, cogliendo sporadiche occasioni. In teatro mancavo da un po’, effettivamente, e tornare rappresenta sempre una bellissima sensazione.
A cosa, o a chi, devi questo ritorno?
All’incontro con Giancarlo Sammartano, colui che dirige il tutto e con cui mi sono sentito sin da subito in sintonia. Avevamo un forte bisogno di raccontare questa verità perché lui ricorda per bene il prima e poi il dopo. Un testimone ha potuto vedere Rago salire su una macchina di grande cilindrata… poi il nulla.
Cosa ti ha regalato fino ad oggi questo viaggio nella recitazione?
Mi ha dato tanto e tanto mi conferma anche la possibilità di realizzare questo spettacolo. La passione per la politica è sempre stata forte, sin da ragazzo, ma dopo questa ‘distrazione’ ho sentito di dover tornare al ‘mio’ teatro. E sono ancora nel pieno del viaggio…
Cosa ti aspetti da parte del pubblico?
Mi aspetto che portino con loro tutto ciò che Rago ha fatto per il paese, come la bonifica, ad esempio, delle terre, l’impostazione agroalimentare, tutto ciò che ne concerne. È giusto che questa persona abbia il suo riscatto, una specie di missione, un monito per me.
Cosa ci riserverà il tuo futuro artistico?
Solo cose belle! Almeno è ciò che mi auguro (ride). Mi alleggerirò, di certo, riprendendo la tournée con Vincenzo Salemme, “Ogni promessa è debito”, e spero siate ancora in tanti a venire a teatro.