Sergio Assisi: un mondo tutto da scoprire

Sergio Assisi. Foto di Azzurra Primavera

Sergio Assisi: un mondo tutto da scoprire

L’attore napoletano Sergio Assisi torna al teatro, tornando a parlare di quello che è la vita dell’uomo moderno.

“Il mio regno per una farfalla” nei mesi scorsi lo ha visto Sergio Assisi protagonista al cinema ed oggi lo ritroviamo in scena ne “Mi dimetto da uomo”, una commedia realizzata per portare un sorriso al suo amato pubblico. Un mondo tutto da scoprire quello di cui Sergio ci parla, fatto di punti di riferimento sempre più chiari e precisi e di tanta voglia di vita…

Ben ritrovato su La Gazzetta dello Spettacolo, Sergio Assisi. Il ritorno in teatro è segnato dalla tournée de “Mi dimetto da uomo”, un tuo spettacolo, un modo per portare sorrisi in ogni dove. Cosa puoi svelarci a riguardo?
L’idea c’era già ma faticava a prendere forma perché non era forse il momento giusto per tornare in teatro. Si tratta di un progetto autobiografico con una sua forma teatrale ad impatto, oserei dire analitica, in cui sono davvero racchiuse molte cose della mia vita in chiave ironica. Stiamo affrontando una tournée di provincia al momento, la più bella a mio avviso, e ne sono felice perché il pubblico risponde in maniera più ‘viva’ con il desiderio di poter andare a teatro a vedere un determinato attore.

Quali feedback a riguardo?
Feedback del tutto inaspettati! Quando si hanno delle aspettative capita di ritrovarsi con dei risultati differenti. Ho così pensato di portare in scena questo spettacolo senza pensare a nulla e mi sono ritrovato a ricevere dei commenti, specie da persone normali, più che positivi, meravigliosi. È proprio questo che ti fa venire voglia di continuare a fare questo mestiere…

Questo perché, per come ti ho sempre inquadrato, sei vicino alle persone, alla portata di tutti…
Questo è assolutamente vero, perché è così! Si percepisce il mio modo di essere, benché ci siano anche persone che giudicano, ma poco importa. Ho un’età che mi porta a non avere più bisogno di accettazione da parte degli altri. Faccio ciò che ritengo più opportuno senza preoccuparmi troppo di ciò che si possa pensare, perché va bene così.

Nella scheda del tuo nuovo spettacolo si parla di ‘punti di riferimento’ ormai persi. Quali sono, invece, i tuoi punti di riferimento?
Ne ho davvero pochi, ormai! Sin da piccolo mi sono sempre sentito diverso, mi chiamavano ‘lo strano’, e davvero facevo fatica a comprendere il loro vedermi in maniera diversa. Da qualche annetto ho intuito il perché e voglio continuare ad esserlo, senza pormi alcun problema. I miei punti di riferimento non sono cambiati e non sono sogni di gloria, bensì sono fatti di terra, di semplicità, di persone a cui voglio davvero bene perché simili a me. E, ti dirò di più, nel tempo ho anche scoperto che sono diventato un grande punto di riferimento per gli altri. Mi chiamano, mi cercano per qualsiasi cosa o supporto, e questo fa piacere. Quindi, forse, sono io il mio punto di riferimento, così come lo sono per le persone a cui voglio bene.

Sergio Assisi e Giuseppe Cantore. Foto di Azzurra Primavera
Sergio Assisi e Giuseppe Cantore. Foto di Azzurra Primavera

Quali sono stati, invece, i punti di riferimento avuti nell’approcciarti alla recitazione?
Tornando indietro posso dirti che il motore di tutto è stata la rabbia. Una rabbia scatenata dalla quasi semi povertà che c’era all’epoca. Una rabbia che, unita al talento, ha fatto sì che potessi fare qualcosa di buono. Sono comunque sempre partito da me per arrivare a tutto questo.

Questa domanda per riallacciarci al tuo ultimo film, “Il mio regno per una farfalla”, a cui avrebbe dovuto prendere parte Gigi Proietti, un tuo caro amico, con cui avevi precedentemente collaborato ne “Una pallottola nel cuore 3”. Quali ricordi sono, dunque, legati a Gigi e al consenso ottenuto da parte del pubblico?
Il film ha avuto dei ritmi talmente veloci da averlo vissuto ‘poco’, potrei dire, ma è stato per fortuna apprezzato perché ho potuto portare un mero intrattenimento al pubblico. Qualcosa di semplice, una scelta capace di smuovere un pensiero, qualcosa. La vera storia del film ha però inizio adesso perché sarà venduto alla Rai, alle varie piattaforme, e ne vedremo quindi il gradimento. Il fatto che Gigi avrebbe dovuto essere nel film ha fatto sì che potessi dedicargli un piccolo monologo da “Febbre da Cavallo”, ma sono stati davvero poco ad accorgersene.

I tuoi film hanno toccato Napoli e successivamente Ischia… Cosa possiamo aspettarci prossimamente?
Sto preparando un altro film e ci sono anche altre tre commedie già scritte. L’idea resta quella di poter fare un altro film proprio per l’estate. Lo spettacolo, inoltre, toccherà ancora la provincia e il prossimo anno speriamo di poterlo portare nelle varie città.

Sergio Assisi, che periodo stai vivendo?
Un periodo di tranquillità mentale. Una sorta di strano equilibrio tra le cose che non vanno e quelle che vanno, con uno sforzo minore rispetto a dieci anni fa. Si chiama forse vecchiaia, saggezza? Non lo so… È tutto da scoprire!

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