Fabio Traversa: le forti emozioni che mi regala il teatro
Un’intervista all’attore Fabio Traversa, dove si parla dei suoi trascorsi cinematografici, ma soprattutto di quello che sente per il teatro.
Il 24 novembre Fabio Traversa sarà in scena con “Strega Bistrega”, un progetto che lo vedrà impegnato e come regista e come attore, al Centrale Preneste Teatro di Roma. Siamo in tanti a ricordarlo nel film di Carlo Verdone, “Compagni di scuola”, e questa nostra intervista è un modo per percorrere la sua intera carriera, ogni emozione provata…
Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Fabio Traversa. Presto potremo applaudirti in “Strega Bistrega”, al Centrale Preneste di Roma, uno spettacolo da te realizzato. Come ha preso forma il tutto?
“Strega Bistrega” risale a circa quattordici anni fa ed è parte della raccolta di fiabe di Italo Calvino, titolo originale “Il bambino nel sacco”. In scena siamo in due, io nei panni della strega ed una giovane e brava attrice veste, invece, i panni di mia figlia, con un bambino inafferrabile che ci sfuggirà fino alla fine. Non vi anticipo altro per non togliervi alcuna curiosità…
Quali consensi da parte del pubblico, sia grandi che piccoli?
Siamo spesso in scena anche per le scuole, specie le materne, e trova sempre un suo senso, benché i bambini si spaventino, di tanto in tanto.
C’è tanto nel tuo curriculum, tra cinema, televisione e teatro ma quali sensazioni sono per lo più legate proprio al palcoscenico?
Ho scoperto tardi, purtroppo, il teatro per cui devo, però, grazie a Nanni Moretti, compagno di scuola. Inizialmente mi incuteva un po’ di timore, diversamente dal cinema, forse perché pensavo di non esserne all’altezza. Negli anni ho poi dovuto un grande grazie al teatro anche perché mi ha concesso di incontrare mia moglie, Tiziana Lucattini, con cui attualmente ho una compagnia, Ruota libera, e gestiamo il Centrale Preneste Teatro dal 2010.
Ti è mai capitato di preferire il cinema al teatro o viceversa?
Non ho dubbi nel rispondere che preferisco le forti emozioni che regala il teatro, così come la possibilità di regalare sensazioni sempre differenti al pubblico, di sera in sera. Nel cinema, così come per la televisione, i tempi sono molto più stretti.
Cosa ti ha regalato questo percorso artistico e quanto sei cambiato da quelli che sono stati i tuoi inizi?
I miei inizi sono stati incerti, insicuri, e tanto devo a Nanni, compagno di scuola, per avermi concesso di potermi approcciare a questo mestiere. Il tempo e la passione, conseguentemente, mi hanno portato ad essere sempre più bravo, oltre ciò che pensavo di poter fare.
Ti ricordo in uno dei film che ho più amato, “Compagni di Scuola”, un periodo felice per tutti, indimenticabile, legato agli anni ottanta. Che ricordo porti con te di quella esperienza?
Sono sempre felice di poter riscontrare da parte del pubblico un grande affetto per questo personaggio, Fabris, che è piaciuto tantissimo. Sono in tanti a riconoscermi, ancora oggi, a complimentarsi, segno che non sono cambiato più di tanto con il passare degli anni e che Carlo Verdone ha avuto un’ottima intuizione. In quel film tutti i personaggi avevano dei problemi ma lui no, lui è stato l’unico a decidere di mandare tutti a quel paese andando via.
In ultimo, Fabio Traversa cosa può anticiparci sul suo futuro artistico?
Produciamo spettacoli di vario genere per le famiglie, essenzialmente, così come una fiaba, “Il principe delle tenebre”, tratta da Italo Calvino. E tanto altro ancora ci sarà…