Sergio Melone ed il suo album di debutto che parla dell’arte delle possibilità mancate: ecco Deleted Scenes.
Ci sono storie che non arrivano mai al montaggio finale. Relazioni che si interrompono prima di definirsi, frasi immaginate che non superano il confine tra pensiero e voce. È in questo territorio sospeso — quello delle cose che avrebbero potuto essere — che nasce “Deleted Scenes”, il debut album di Sergio Melone, attore, insegnante di inglese, content creator e cantautore classe 1991.
Un progetto che tiene insieme linguaggi diversi — musica, didattica, cinema, scrittura digitale — con sorprendente naturalezza. Dieci tracce (più un’intro) che guardano alle relazioni contemporanee con una consapevolezza nuova, più adulta, più nitida. Un disco che non racconta ciò che è stato, ma ciò che non ha fatto in tempo a diventare.
Il punto di partenza è un’intuizione semplice e potentissima: le “deleted scenes” non sono solo un contenuto extra dei DVD, ma la metafora perfetta delle relazioni moderne.
Quelle interrotte, labili, improvvise. Quelle che restano sospese nella testa di chi le ha immaginate, senza mai trovare una forma.
Melone ci è arrivato osservando ciò che vede ogni giorno nel suo lavoro di docente: una generazione che vive rapporti brevi, discontinui, sfuggenti. L’inizio di una storia sembra durare più della storia stessa. È la fotografia di un fenomeno che diversi studi internazionali hanno messo a fuoco: molti legami, soprattutto tra giovani, si concluedono prima ancora di potersi definire.
“Deleted Scenes” esplora proprio quella zona d’ombra, il limbo tra il possibile e il reale. Un mondo fatto di capitoli mai scritti, appuntamenti rimandati, messaggi rimasti a mezz’aria. Un archivio emotivo che tutti, almeno una volta, abbiamo visitato.
Melone prende in prestito la grammatica audiovisiva per costruire un racconto musicale che assomiglia a un film interrotto a metà.
Il montaggio diventa lo strumento per leggere sentimenti spezzati, direzioni mai prese, occasioni sfiorate.
Le tracce funzionano come scene isolate, ognuna illuminata da un punto di vista diverso:
- “Without Me” cattura l’istante esatto in cui una relazione implode.
- “With Me” torna indietro, ma senza ingenuità: è la post-produzione del rimpianto.
- “The Sun and the Moon” trasforma l’attrazione mancata in un’eclissi emotiva.
- “My Perfect Movie Scene” mette in scena la storia perfetta… che esiste solo nella mente.
- “Dear Love” è una lettera che arriva troppo tardi.
- “Hey Girl”, tra i brani più delicati, si muove nel territorio del lutto, dove l’assenza diventa dialogo.
Il risultato è un disco in cui nulla accade davvero davanti alla camera: tutto vive tra le righe, fuori campo, in quella parte marginale che solitamente viene tagliata perché troppo fragile, troppo vera.
«“Deleted Scenes” rappresenta quello che non ho vissuto fino in fondo», spiega l’artista. «Le scene che avrei voluto vedere sullo schermo della mia vita, ma che non sono mai state girate davvero».
Cosa resta quando una storia non diventa storia? È la domanda che attraversa l’intero album — ed è anche la domanda che abita la contemporaneità sentimentale.
Melone non cerca una risposta facile, né una chiusura consolatoria. “Deleted Scenes” non è un album che rimargina: è un album che guarda. Che osserva i pezzi rimasti a terra, le parole non dette, gli inizi senza fine.
Musicalmente, alterna ballad pop intime a momenti più narrativi, mantenendo sempre un linguaggio pulito, internazionale, costruito su un inglese naturale e scorrevole.
È un lavoro che funziona sia come diario emotivo sia come concept album: un equilibrio raro per un debutto.
Sergio Melone
Nato a Bari nel 1991 e cresciuto a Roma, Melone ha attraversato più mondi: la recitazione (molti lo ricordano come Eduard Zonte nella serie “Maggie & Bianca Fashion Friends”), la danza, la musica, l’insegnamento.
Una formazione accademica tra lingue e marketing, e una personalità che unisce sensibilità e disciplina.
Il suo percorso musicale parte nel 2023 con “With Me”, seguito nel 2025 da “The Reason Why I’m Broken”, un brano nato da un episodio personale che lo ha portato a riflettere sul potere distruttivo delle parole.
Oggi Melone si racconta come “il ragazzo della porta accanto”, quello che “non ha mai avuto le parole giuste al momento giusto”. E forse proprio per questo la sua musica funziona: perché non pretende di essere perfetta. È piena di esitazioni, tentativi, sincerità spiazzante.
“Deleted Scenes” è la sua opera più compiuta: un film emotivo fatto di frammenti, essenziale e diretto, che parla non solo di ciò che è stato, ma di tutto quello che non siamo riusciti a vivere.
In un momento storico in cui la musica pop tende a raccontare l’amore come una serie di finali veloci e prevedibili, Sergio Melone sceglie l’esatto contrario: racconta gli inizi, gli spigoli, gli spazi vuoti.
Le storie senza definizione. Le scene tagliate.
E proprio lì, in quell’area non dichiarata, trova un linguaggio nuovo. Più maturo, più consapevole, più onesto. Perché le possibilità non vissute, a volte, parlano più forte delle storie finite.
La Gazzetta dello Spettacolo Il quotidiano dello ShowBiz


