Enrico Capuano. Foto di Danilo D'Auria
Enrico Capuano. Foto di Danilo D'Auria

Enrico Capuano: la musica per vivere

“Milano è sud” è il titolo del nuovo singolo del cantautore Enrico Capuano, da sempre capostipite del folk rock italiano.

Il singolo che ci presenta è stato realizzato insieme a Dunia Molina, presente anche come voce del brano, in un ‘racconto’ fatto di emozioni, di ritmi diversi. Un uomo che vive di musica, per la musica, con una frequenza vitale tutta sua.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Enrico Capuano. Parlaci di come si è sviluppato “Milano è sud”, il tuo ultimo singolo realizzato insieme a Dunia Molina?

“Milano è sud” è un paradosso, un pezzo realizzato in Olanda, prima di tornare nella bellissima Italia. Nel pensare a questa ‘discesa’ ci siamo resi conto che il nord e il sud sono angolazioni che partono da punti di vista differenti, al di là dei paraocchi che tutti noi abbiamo sui soliti luoghi comuni. Una canzone scherzosa che esce fuori dal classico folk rock che mi accompagna dal 1980 e che, mi auguro, mi permetterà di farmi scoprire ad un pubblico più vasto, forse ancora all’oscuro del mio fare musica, dei miei tanti live ed anni di belle intenzioni.

Una bellissima collaborazione con la Molina ma, in futuro, con chi altri avresti piacere di collaborare?

Ricordo con gioia la collaborazione con Di Cioccio de La Premiata Forneria Marconi e Grazia Di Michele, persone a cui tengo molto. Se solo fosse possibile, in futuro, sarei felice di poter incrociare il mio percorso con un artista a cui tengo tantissimo, Tom Morello (ride). Suona la chitarra in un modo sublime, oltre i soliti schemi classici.

A tuo avviso, questo percorso in musica, doveva andare proprio così oppure ti saresti aspettato altro? Inoltre, se ti fosse possibile accedere ad un programma televisivo, accetteresti?

Sono felicissimo del percorso compiuto e sì, positivamente parlando, occuperei volentieri un posto, se possibile, all’interno di un contenitore televisivo musicale. Siamo nell’era dei social, dei nuovi costumi, quindi è essenziale dover prendere parte a qualcosa che, a suo modo, possa permettere una visibilità giusta, adeguata, seppure caratterizzata da differenti stili musicali.

Enrico Capuano che bilancio ne trai da questo anno che volge quasi alla sua conclusione?

È stato un anno di meditazione, dopo quarantatrè anni di musica, dopo un trapianto di cuore, esperienza molto forte. Credo sia necessario, invece che ritirarsi, vivere la vita al massimo, senza precludersi nulla, lavorando sui live, in ogni luogo possibile, rispettando sempre il pubblico.

Cosa puoi anticiparci, a tal proposito, sul tuo futuro artistico?

Una nuova tournée in preparazione, con un gruppo ancora più ampio, sia folk che rock, con un percussionista nuovo, molto bravo e giovane, per dare un tocco ancora più forte, internazionale, alla nostra musica, volgendo anche uno sguardo ai festival europei.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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