Ideatore del programma “The Coach“, Luca Garavelli è pronto a parlare del suo programma, giunto alla sua quasi sesta edizione.
Una persona che sa bene cosa vuole e che voleva, a suo modo, regalare felicità, grandi sogni, a chi lavora nel dietro le quinte e non solo. Non da meno gli insegnanti, a cui Garavelli e Zarotti hanno voluto regalare il giusto merito. A capitanare il tutto, i conduttori Rocco Pietrantonio e Chiara Esposito.
Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Luca Garavelli. Come stai?
Sto bene, grazie! Abbiamo da poco terminato la quinta edizione del programma, The Coach, e ci prepariamo ad affrontare l’organizzazione della sesta edizione.
The Coach, il programma di cui ci parlavi, ha avuto vita da una tua idea. Come è nato il tutto, dunque?
L’idea di The Coach è da associare a me e a Marco Zarotti. Abbiamo sentito forte il desiderio di realizzare qualcosa di buono, che regalasse emozioni reali, intense, specie a chi avrebbe lavorato per noi. Il tutto è nato così, spontaneamente, regalando visibilità anche agli insegnanti. Dietro ogni talento vi è un appoggio, una persona che ha contribuito a renderlo tale, e questo non poteva di certo passare in secondo piano.
Cosa si nasconde dietro le quinte di The Coach?
Momenti difficili e, al contempo, momenti belli, densi di significato. Preferisco non soffermarmi su nullo, nello specifico.
Il Covid19, recentemente, ha posto un fermo sulle nostre vite. Come è riuscito, il programma, ad andare avanti senza subire variazione alcuna?
Ci ha insegnato che nulla deve essere dato per scontato, prima di tutto. The Coach ha riscontrato un maggiore successo di pubblico proprio in quel periodo. Il nemico denominato Covid19 non ha scalfito affatto il nostro lavoro, per fortuna. Ci siamo detti che ce l’avremmo fatta e così è stato.
Cosa puoi anticiparci sulla sesta edizione del programma?
Purtroppo non posso anticiparvi nulla, come immaginerete. A breve ne saprete di più. Seguiteci!