Mario Giammetti - Genesis Tutti gli album tutte le canzoni

Mario Giammetti e i magnifici 15 album dei Genesis

Genesis : tutti gli Album tutte le canzoni! E’ questo il titolo del nuovo libro di Mario Giammetti, e la dice già lunga sul contenuto. Scrittore, giornalista e musicista, Giammetti è uno dei massimi esperti della mitica band Genesis, capofila del genere progressive rock e per questo suo nuovo lavoro ha svolto un importante “servizio”.

Mario Giammetti - Genesis Tutti gli album tutte le canzoni

Ha minuziosamente ripercorso, infatti, a 360 gradi, i 15 album incisi dalla band fondata da Mike Rutherford, Anthony Phillips, Peter Gabriel e Tony Banks (con Steve Hackett che è subentrato nella formazione nel 1970). Ha raccontato le circostanze, le registrazioni e il periodo storico in cui gli album dei Genesis, che hanno fatto la storia del rock, sono stati incisi svelandone storie e curiosità. Un contenuto prezioso che riguarda una storica band che ancora oggi conta milioni di fans sparsi in tutto il mondo…

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo a Mario Giammetti. Genesis Tutti gli Album tutte le canzoni è il tuo ennesimo volume dedicato alla mitica band di prog rock. Da dove è nata la tua passione per questo gruppo e a quando risale?

All’estate del 1973 un ragazzo di Alessandria, più grande di me, mi fece ascoltare su un jukebox di Silvi Marina, in Abruzzo, la versione editata di Watcher Of The Skies. Fui subito colpito dalla stramba atmosfera emanata da quella musica così inglese, ma non avevo né i mezzi né la voglia di approfondire: in piena adolescenza, ero presissimo dai cantautori italiani dell’epoca (Venditti e De Gregori in testa, seguiti da Guccini e Lolli) e non mi preoccupai là per là di andare molto oltre le mie conoscenze, nonostante strimpellassi una chitarra fin da bambino. Poi nel 1978 la folgorazione con And Then There Were Three, tramite una cassetta taroccata donata a mia sorella dal suo ragazzo dell’epoca: fu un colpo di fulmine che mi spinse a recuperare velocemente il tempo perduto. Giusto dieci anni dopo, nel 1988, avrei pubblicato, completamente sconosciuto, il mio primo libro, intitolato Genesis Story e edito dalla Gammalibri. È iniziato tutto da lì.

Qual è il tuo album preferito dei Genesis e perchè?

È una domanda molto difficile in quanto il trittico Nursery Cryme – Foxtrot – Selling England By The Pound penso rappresenti veramente il vertice del progressive rock di sempre. Ma il disco che li precede e quello che li segue sono altrettanto importanti: Trespass rappresenta la nascita dei veri Genesis, per di più con una fortissima influenza folk che sarebbe progressivamente sparita dopo l’abbandono di Anthony Phillips, mentre The Lamb Lies Down On Broadway dimostra che i Genesis, sotto la spinta in particolare, in quel momento, di Peter Gabriel, avevano compreso quanto stessero cambiando i tempi. In pratica, ti ho elencato tutti gli album dell’era Gabriel tranne l’acerbo esordio, ed è difficile non considerare quel lustro come l’apice della creatività della band. Ma diversamente da molti altri so apprezzare l’arte dei Genesis nella sua globalità; con valutazioni diverse come è ovvio che sia, ma con la consapevolezza che il gruppo, persino nell’era più smaccatamente pop a metà anni 80, ha sempre dimostrato di avere una marcia in più. Quella che, in definitiva, li rende davvero unici.

Qual è la tua canzone preferita della band e quale ne è la ragione?

Se proprio dovessi sceglierne una sola, direi The Musical Box, perché racchiude in dieci minuti davvero tutto quello che erano i Genesis di quell’era: gli intrecci di chitarre a 12 corde, le esplosioni ritmiche, il dualismo solistico tra Banks e Hackett, la straordinaria interpretazione vocale e teatrale di Gabriel. Come siano riusciti cinque ventenni, anzi sei, perché c’era pure lo zampino di Phillips, a comporre un’opera di questo livello, è veramente un mistero insondabile.

Qual è la tua canzone preferita dell’era Anthony Phillips?

Vedo il meraviglioso Trespass come un tutt’uno, più che come una raccolta di canzoni. Un album davvero unico e prezioso in cui la figura di Ant è predominante.

Il tuo nuovo volume è arricchito dalla prefazione di Steve Hackett. Come sei riuscito a coinvolgerlo in questo tuo nuovo progetto?

Ho il privilegio di essere un buon amico di Steve e di sua moglie Jo. Sono stato anche al loro matrimonio a St. Albans, in Inghilterra, nel 2011. Non è stato difficile coinvolgerlo nel mio progetto perché Steve è notoriamente molto generoso e disponibile con tutti.

Da grande esperto dei Genesis qual è a tuo parere la differenza fondamentale tra i due grandi chitarristi della band Anthony Phillips e Steve Hackett?

Pur avendo dei tratti in comune, sono in realtà due musicisti piuttosto diversi. Anthony è un eccezionale chitarrista acustico oltre che un pianista provetto e, con il supporto di Mike Rutherford, ha creato un sound che ha fatto epoca: la chitarra a 12 corde, da strumento di semplice accompagnamento o rifinitura, è diventata nelle loro mani il vero e proprio trademark dei primi Genesis, a suo modo rivoluzionario. Steve, che è anche un meraviglioso chitarrista classico, è molto portato invece per la sperimentazione sonora, oltre che essere un solista fluido e virtuoso.

Perchè hai sentito l’esigenza di scrivere questo nuovo libro e nei tuoi progetti futuri ci sarà ancora un altro volume sui Genesis?

Perché finalmente, dopo oltre tre decenni, ho trovato un editore che non ha avuto paura di stampare un libro coloratissimo, di grande formato e altissima qualità grafica. L’idea, poi, era quella di fornire una guida anche per chi magari è entrato da poco in contatto con il magico mondo dei Genesis. Tra l’altro, quando mi sono accordato con l’editore per questo progetto nel giugno 2019, nessuno di noi poteva neanche lontanamente sospettare che ci sarebbe stata una reunion.

Per quanto riguarda i progetti futuri, ho già scritto il seguito del mio primo libro in inglese, pubblicato dalla Kingmaker a maggio (Genesis 1967 to 1975 – The Peter Gabriel Years), che attualmente è in fase di traduzione e sarà disponibile, purtroppo al momento solo per il mercato internazionale, il prossimo anno.

Su Susanna Marinelli

Giornalista pubblicista, ha scritto tra le altre per le riviste Cioè, Debby, Ragazza Moderna, Vip, Eva 3000, Grand Hotel, Gossip, Tutto, Nuovissimo...Ha partecipato come ospite a varie trasmissioni tv tra cui La Vita in Diretta e in radio per Radio2Rai.

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