L'acqua è più profonda di come sembra da sopra, di Fedez

L’acqua è più profonda di come sembra da sopra, di Fedez

L’autobiografia di Fedez, “L’acqua è più profonda di come sembra da sopra”, svela verità intime su malattia, Ferragni e battaglie personali.

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Il personaggio pubblico Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, è tornato a far parlare di sé non con un nuovo singolo, ma con un progetto di scrittura sorprendentemente intimo e senza filtri: l’autobiografia L’acqua è più profonda di come sembra da sopra (Mondadori, in uscita il 21 ottobre 2025). Questo non è il suo primo approccio con la saggistica, ma rappresenta un’inedita e profonda confessione, un viaggio che l’autore stesso definisce come un’esigenza di «ricostruire e dare senso a ciò che, da fuori, poteva sembrare solo disordine».

Il libro, ispirato anche dal suo brano sanremese Battito, promette di immergersi nelle sfide più complesse della sua vita. Non si tratta solo di gossip, ma di un’analisi cruda di fragilità, errori e cadute che per anni sono rimaste nascoste dietro la facciata di successo e sorrisi patinati.

Il Matrimonio con Chiara Ferragni e l’Ambiente Insopportabile

Uno dei nodi cruciali affrontati nell’opera è inevitabilmente la fine del matrimonio con l’imprenditrice digitale Chiara Ferragni. Fedez non si sottrae dal fornire la sua versione dei fatti, offrendo retroscena sulla complessità del loro rapporto. In un passaggio che ha già fatto molto discutere, il rapper descrive l’ambiente sociale e lavorativo legato alla ex moglie con toni al vetriolo.

Parlando della cerchia di amicizie e collaboratori di Ferragni, ha ammesso: «Durante il matrimonio con Chiara Ferragni ho frequentato persone insopportabili. L’azienda di mia moglie io la vedevo come il Rotary Club e di conseguenza trattavo tutti come tratto gli snob. Ovvero peggio di come loro trattano gli altri». Questa dichiarazione, riportata da diverse testate, rivela un profondo senso di alienazione e disagio che covava dietro le telecamere, segno che le loro «differenze emergevano come iceberg pronte a far affondare la nave».

La Malattia, la Salute Mentale e il Fondo Raggiunto

Il percorso personale di Fedez non può prescindere dal racconto della malattia – la scoperta e la lotta contro il tumore – e, soprattutto, della salute mentale. L’autobiografia scava a fondo nel periodo di depressione e nei pensieri più oscuri, un argomento che l’artista ha sempre trattato con coraggio.

«La lotta più temuta è quella contro noi stessi, in cui viviamo accompagnati dai nostri fantasmi, danziamo con le nostre debolezze che fingiamo di non vedere», si legge in un estratto del libro. Come evidenzia KissKiss.it, Fedez racconta apertamente il ricorso agli psicofarmaci e la fatica di vivere con pensieri suicidari, definendo il tentativo di dormire come «una specie di suicidio parziale. Tentare di dormire il più possibile per non vivere».

Il libro diventa così un mezzo per dare voce a chi si sente “sbagliato, imperfetto, fallito” e un percorso di autoanalisi e resilienza. L’artista dichiara che non si tratta di uscirne bene, ma di mostrare come il crollo e la caduta costringano a cercare un senso e a ricostruire: «Cadiamo perché la vita non smetterà di riproporci la stessa lezione, finché non la faremo nostra».

Il Linguaggio della Prosa: L’Obiettivo Oltre la Superficie

Con L’acqua è più profonda di come sembra da sopra, Fedez si cimenta in una scrittura più estesa e meno vincolata dalla rima, un passo successivo al processo catartico iniziato con la musica. L’obiettivo è chiaro: andare oltre la superficie che ha caratterizzato gran parte della sua vita pubblica, dove la sua immagine, spesso scomposta e frammentata come la copertina del libro, è stata al centro di polemiche e giudizi.

Nonostante l’inevitabile attenzione mediatica per i dettagli più gossip, come l’accenno a presunte “brutte frequentazioni” e le critiche alla politica, l’intenzione di fondo è offrire una chiave di lettura più umana e universale della sua esperienza. Il giornalista Mario Adinolfi, ad esempio, ha addirittura suggerito di candidare il libro al Premio Strega, definendolo un lavoro «unico e sorprendente, mai noioso» e capace di riavvicinare il pubblico al piacere della lettura profonda.

Il libro è in definitiva un invito per il lettore a guardare con maggiore profondità le proprie cadute. Come l’artista stesso sintetizza: «Forse per la prima volta nella mia vita è proprio la superficie a spaventarmi, non il fondo». Un messaggio potente, in un momento storico dove la narrazione social tende a celebrare solo il successo esteriore.

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