Il collegio dei sogni perduti, di Megan Freeman
Un mondo senza la possibilità di sognare è un mondo senza libertà: la nuova opera tutta da leggere di Megan Freeman.
Megan Freeman ci regala un’opera potente e inquietante che titola Il collegio dei sogni perduti, pubblicato da Rizzoli l’1 luglio 2025. Questo lavoro si inserisce in un contesto distopico che esplora temi universali come i sogni, la libertà e il pericolo dell’apatia collettiva. Ambientato in un istituto chiamato Wildsmoor, il romanzo ci presenta una società in cui i giovani studenti sono privati della capacità di sognare e di vivere appieno la loro esistenza.
La protagonista, Emily Emerson, è una ragazza che sin dall’infanzia ha dovuto affrontare la terribile Sindrome di Grimm Cross, una malattia misteriosa che provoca allucinazioni e strani sogni. La descrizione che Freeman fa del progressivo decadimento della mente di Emily è tanto affascinante quanto angosciante. Fin da quando aveva otto anni, Emily ha iniziato a percepire il mondo in modo diverso: i suoi pensieri prendevano forma e si manifestavano nel reale, portandola a creare illusioni che si scontravano con la cruda realtà del college.
L’atmosfera di Wildsmoor è palpabile e opprimente. Gli studenti, costretti a vivere come ombre, sembrano dimenticare il passare del tempo, schiacciati da una routine asfissiante e da farmaci che mascherano i sintomi della loro condizione. L’abilità di Freeman nel dipingere questo ambiente claustrofobico riesce a trasmettere al lettore una sensazione di impotenza e desolazione. Le pagine scorrono veloci mentre ci immergiamo nelle vite dei ragazzi, tutti uniti dalla stessa sorte ma ciascuno con le proprie battaglie interiori.
L’entrata di Emir nella vita di Emily segna un punto di svolta cruciale nella narrazione. A differenza degli altri studenti, Emir è vivace, curioso e sfrontato, capace di mettere in discussione l’autorità del college e i dogmi ai quali gli studenti sono stati forzati ad aderire. La sua presenza rappresenta una breccia nel muro dell’indifferenza e della rassegnazione. La dinamica tra Emily ed Emir si evolve in modo complesso, mostrando come la vera connessione tra individui possa accendere una scintilla di cambiamento. Grazie a Emir, Emily inizia a comprendere che i responsabili del college non sono solo incapaci di guidare i giovani verso un futuro luminoso, ma che hanno anche intenzioni malvagie, ingabbiando i ragazzi per motivi oscuri.
Freeman riesce a dare voce a una critica sociale incisiva attraverso il racconto di Emily, sollevando interrogativi sulla salute mentale, sull’educazione e sulle conseguenze di un sistema educativo che ignora il benessere individuale. Il romanzo pone in evidenza la vulnerabilità degli adolescenti, spesso ridotti a corpi anonimi e conformisti, privati della loro capacità di sognare e di sperare. La lotta di Emily per riappropriarsi della sua identità e dei suoi sogni diventa così una metafora della ricerca di libertà e autenticità in un mondo sempre più controllato.
Il collegio dei sogni perduti è un romanzo avvincente che invita alla riflessione. Le tematiche affrontate da Megan Freeman risuonano profondamente e la sua prosa, densa di emozioni e di immagini suggestive, cattura il lettore dalla prima all’ultima pagina. La storia di Emily ed Emir è una celebrazione della potenza dei sogni e della necessità di resistere contro coloro che cercano di soffocarli. Un libro che, pur nella sua drammaticità, offre una luce di speranza e un invito a non rinunciare mai a ciò che siamo e a ciò che possiamo diventare.