Canto del benessere e vibralchimia interiore, di Bresciani e Caruso

Canto del benessere e vibralchimia interiore, di Bresciani e Caruso

Amati ed elimina lo stress attraverso la voce, questo l’obiettivo del libro di Elena Bresciani e Renato Caruso.

Elena Bresciani, esperta di voci femminili che segue in tutta Italia, oltre alla fama come cantante lirica che l’ha portata a cantare in ogni parte del mondo, dal Vaticano alla Carnegie Hall di New York, è plurilaureata in Lettere all’Università Statale di Milano, in Canto Artistico al Conservatorio Donizetti di Bergamo, in Voice Performance al Trinity College of Music di Londra e si è inoltre specializzata in Educazione alla Teatralità all’Università Cattolica di Milano e in Teologia Spirituale alla Facoltà Teologica di Milano.

L’avevamo incontrata un anno fa per parlare dei suoi 25 anni di insegnamento con all’attivo centinaia e centinaia di casi di studio nella lirica, nel jazz, nel pop e nel musical festeggiati proprio nel 2024.

Oggi la ritroviamo per farci raccontare del suo nuovo libro, che nel frattempo è uscito edito da Fingerpicking, scritto con il chitarrista e compositore Renato Caruso con la prefazione del chitarrista e scrittore Luca Francioso, dal titolo “Canto del benessere e vibralchimia interiore” Amati ed elimina lo stress attraverso la voce.

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Ben ritrovata Elena Bresciani su La Gazzetta dello Spettacolo. Il libro esplora un approccio innovativo al canto come strumento di benessere. Da dove è nata l’idea di scriverlo e come è avvenuta la stesura a quattro mani?
Il libro è stato la naturale conseguenza di quattro anni di ricerche sul canto curativo, Renato Caruso è un esperto di neuroscienze ed un profondo conoscitore della fisica acustica, oltre ad essere un chitarrista e compositore di rara sensibilità ed un amico, gli ho raccontato cosa stavo facendo ed è stato naturale unire le forze in un libro.

Quali sono le tue ispirazioni musicali e spirituali?
Fare ogni giorno meglio del giorno prima nella musica e nella vita è l’aspirazione, l’ispirazione dipende dal mio momento umano e artistico-creativo. Ciò che è ispirazionale questo mese dal punto di vista musicale è Bach, la ricerca armonica per inediti nel pop, la musica di Santa Hildegard von Bingen per il coro, ovviamente Bach e Santa Hildegard sono anche di ispirazione spirituale; spiritualmente questo mese Santa Teresa d’Avila, Carlo Acutis e non vedo l’ora che sia aprile per la Sua Santificazione, le conversazioni con Don Gianluigi Bellometti che è il mio padre spirituale e mi ha indicato uno splendido libro sulla preghiera scritto da Anthony Bloom.

Si fa riferimento a termini come “chakra” e “alchimia”. Come si integrano nella ricerca?
Nel dialogo interreligioso e definendone il campo semantico. Se nel mio progetto di ricerca faccio riferimento alla tradizione vedica e buddista devo usare i loro termini. L’alchimista è colui che ricerca, l’Eremita dei tarocchi, l’Ulisse di Dante e Saba, chi vuole crescere interiormente, è un simbolo, un archetipo di crescita personale, se però qualcuno lo vuole fraintendere e additare la mia ricerca come esoterica o deriva new age, lo faccia pure, ma non è così, lo scandalo sta sempre nell’occhio di chi guarda. A ogni chakra corrisponde una nota della scala musicale e più frequenze curative. 

Potremmo affermare che quest’opera è un invito a riflettere anche sul silenzio e la crescita personale?
Sì. Silenzio esteriore, interiore, meditativo, silenzio pregato, silenzio musicale. Il silenzio è trasformativo per il sé, perché è una spogliazione, nel silenzio mi annullo e ascolto. Sto. Lascio che lo Spirito parli. Il silenzio è respiro ed esicasmo (preghiera del cuore). Il silenzio è il luogo del Consolatore. Mi cura, consola, lenisce, plasma.

Qual è il tuo messaggio, quindi, per chi si avvicina al canto come strumento di benessere?
Accoglierlo nel silenzio.

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