Gino Rivieccio: la mia vita in “prima classe”
Dall’esordio come attore cinematografico con Ninì Grassia, Gino Rivieccio torna al cinema da protagonista con un nuovo film.
Un nuovo film per Gino Rivieccio, “Da cosa nasce cosa”, realizzato a quattro mani, insieme a sua moglie, Alessandra D’Antonio. Un progetto che ci riporta a dei valori quasi ‘persi’, alla voglia di inclusione, di empatia… Senza tralasciare il viaggio compiuto nello spettacolo, vissuto interamente in ‘prima classe’.
Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Gino Rivieccio. “Da cosa nasce cosa” è il titolo del tuo film, un progetto da te desiderato. Cosa dire a riguardo?
Un progetto che avevamo in cantiere da qualche anno, “Da cosa nasce cosa”, partorito insieme a mia moglie, Alessandra D’Antonio, e prodotto da Edoardo Angeloni, senza alcun finanziamento pubblico. Una sceneggiatura per cui devo grazie anche a Gustavo Verde e ad Alessandro Bencivenga. Mi piaceva l’idea di poter sottolineare un aspetto importante del territorio di Baia Domizia e Villa Literno, il suo essere ricco di storia e di imprenditorialità, parlando di un caseificio, di un suo protagonista…
Quali consensi sino ad oggi?
Il film sta piacendo molto ai ragazzi, alle famiglie, a tutti coloro che si ritrovano in questo nucleo familiare che ancora crede nei valori di un tempo. Crea commozione, attira attenzione…
Quale clima sul set durante la lavorazione?
Era la prima volta che mi cimentavo dietro la macchina da presa, pronto a fare i conti con una realtà diversa. Per questo devo grazie a Giovanni Marzagalli (John Real), per la fotografia, a Francesco Marchetti per le bellissime musiche che si sposavano bene con la storia. Un’esperienza che mi ha fatto crescere, visto il tanto teatro e la televisione fatta. Come amo dire ultimamente, il teatro è la moglie, la televisione l’amante e, forse, il cinema è il bambino che sto crescendo, vista anche l’età.
Cosa ti ha regalato questo percorso?
Mi ha fatto viaggiare in prima classe, una prima classe della vita! Ho scelto di fare ciò che volevo, senza precludermi nulla, mettendo uno stop ai freni che avevo da ragazzo. Ho sempre avuto un unico obiettivo, quello di vivere in mezzo alla gente, e cosi è stato. Il segreto, forse, è nell’andare in scena soltanto se ho qualcosa da dire, il tutto condito da una certa maturità. Qualche errore difensivo sarà capitato ma, per fortuna, non ho mai fatto naufragio.

A livello teatrale, invece, cosa possiamo aspettarci prossimamente?
Vivrò una stagione molto intensa, tanto da non ripetere la trasmissione sportiva che presento da anni. In uscita ci sarà anche un libro, una riflessione, dei pensieri leggeri, edito da Guida, “Che io sappia non so”, e uno spettacolo al Troisi, dal 20 al 30 novembre, “Solo per voi”, realizzato appositamente per quel Teatro. Non ultimo, il 30 e il 31 gennaio, giorno del mio compleanno, porterò in scena uno spettacolo al Teatro Trianon, per poi essere nuovamente in scena, per la regia di Renato Giordano, e con al mio fianco la collega Nathalie Caldonazzo, ne “Una vacanza con i fiocchi”, da me scritta. Un periodo intenso, tanti spettacoli, e ancora presentazioni del film…
La Gazzetta dello Spettacolo Il quotidiano dello ShowBiz

