Filippo Scicchitano: ho superato la mia prova da padre in “Balene”
Nel cast Rai di “Balene – Amiche per sempre”, incontriamo l’attore Filippo Scicchitano, uno dei protagonisti della serie.
Incontriamo Filippo Scicchitano, tra i protagonisti di “Balene – Amiche per sempre”, la nuova fiction Rai diretta da Alessandro Casali e prodotta da Fastfilm, giunta alla sua terza puntata. Un nuovo ruolo da affrontare, quello di padre, un’esperienza superata, una carriera in continuo divenire…
Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Filippo Scicchitano. “Balene – Amiche per sempre”, la nuova fiction Rai diretta da Alessandro Casale, ti vede tra i suoi protagonisti. Cosa ti ha regalato questa esperienza?
Questo ruolo è stato davvero importante perché per la prima volta ho potuto interpretare un padre, un confronto diretto con una bravissima bambina di soli nove anni. Una prova che sento di aver superato, anche se prima di iniziare a girare, mi creava non poca preoccupazione.
Come ti sei preparato ad affrontare questa ‘prova’?
L’unico modo per potermi preparare era legato alla collaborazione con la piccola Vittoria Maurizio, con il supporto del regista. Una base di partenza caratterizzata da tante prove, condita dalla dolcezza della bambina, mi ha consentito di potermi mettere in gioco. Abbiamo avuto una connessione molto importante.
Ti abbiamo ‘conosciuto’, artisticamente parlando, grazie ad un’altra serie Rai, “Le indagini di Lolita Lobosco”, per poi ritrovarti in altri film e serie di rilievo, come “Finchè notte non ci separi”. Cosa sta regalandoti questa carriera, sino ad oggi?
Sono molto soddisfatto di questa carriera, di tutto ciò che ho fatto. La speranza più grande consiste nel continuare a rinnovarsi, a guardare avanti, incontrando ruoli sempre diversi, qualcosa di fondamentale nell’immaginario di ogni attore.
A tal proposito, quali ruoli vorresti poter impersonare in futuro?
Non saprei dirti quali ruoli vorrei interpretare. Di certo, un ruolo diverso da quelli già portati in video, magari in qualche film più autorale, al cinema o, semplicemente, dei ruoli un po’ più controversi.
Tornando a “Le indagini di Lolita Lobosco”, che ricordo hai di quel periodo?
Quella serie mi ha consentito di poter avere una bella fetta di visibilità, motivo per cui le sono molto grato. Ho avuto modo di portare avanti un personaggio che interagiva con una donna più grande, una sfida importante. Tutto ciò che è venuto dopo lo devo proprio a quel ‘successo’.
Filippp, come vivi il rapporto con il pubblico?
Diversamente da molti altri colleghi, posso tranquillamente uscire in strada, senza problema alcuno. Capita che le persone mi fermino, che manifestino il loro affetto, e questo mi fa piacere, mi rende felice.
Hai avuto modo di collaborare con registi importanti come Ferzan Özpetek, con “Allacciate le cinture” e “Le Fate Ignoranti – La Serie”, cosa porti con te?
Ferzan mi ha dato tanto! Ho avuto modo di conoscerlo a soli diciannove anni e mi ha regalato degli occhi nuovi, una disciplina, un modo di lavorare quasi da ‘sergente’, qualcosa a cui tiene molto. A diciannove anni sei ancora acerbo e ritrovarlo, anni dopo, ha significato qualcosa di diverso, una situazione che ho molto apprezzato.
Quali sensazioni sono, invece, legate al cinema?
Il cinema di significati ne assume sempre diversi. Tra le più importanti c’è la possibilità di sentirsi libero, specie in scena, dando vita al personaggio e allontanando, così, le tue paure. Una sensazione bellissima!
Chi è Filippo e quali passioni caratterizzano il tuo cammino?
I libri e il cinema sono parte delle mie passioni. Non saprei dirti di più dal momento in cui vivo una vita normalissima, tra uscite, incontri con gli amici…

Sono tante le problematiche che attanagliano l’ambiente dello spettacolo e il mondo in genere. Ti andrebbe di fornirci una tua opinione a riguardo?
Sappiamo bene che il tax credit sta fermando il cinema, creando non poche problematiche. Ci auguriamo tutti che possa sbloccarsi qualcosa, il prima possibile. Se di guerra si parla, le vittime purtroppo non torneranno indietro, il genocidio ha già fatto il suo corso, è una guerra che ha già fatto buona parte del suo lavoro.
Quali consigli rivolgeresti a chi pensa di intraprendere un percorso artistico?
Consiglio di stringere i denti perché questo non è un mestiere facile e di avere tanta pazienza e disciplina. Si tratta di un lavoro fatto di attese, di ruoli che non arrivano, di attese anche sul set stesso. Bisogna avere tanto amore, tanta attenzione.
In ultima battuta, cosa puoi anticiparci sul tuo futuro artistico?
Due mesi fa ho finito di girare una nuova serie, per la regia di Luca Brignone, “La buona stella”. Una sorta di poliziesco in cui si intrecciano varie storie, qualcosa di drammatico, in onda nel 2026.
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