Daniele Cartocci: amo dare voce ai giovani, ai problemi odierni
A tu per tu con uno dei protagonisti del film “40 secondi” su Willy Monteiro Duarte: si racconta Daniele Cartocci.
L’attore Daniele Cartocci è parte del progetto, “40 secondi”, il film diretto da Vincenzo Alfieri improntato sulla tragica vicenda di Willy Monteiro Duarte, il ragazzo capoverdiano ucciso nel 2020 a Colleferro, dopo essere intervenuto in una lite per soccorrere un amico. Un progetto di cui Cartocci è molto fiero…
Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Daniele Cartocci. Dal 19 novembre potremo vederti al cinema nel nuovo progetto diretto da Vincenzo Alfieri, “40 secondi”, che racconta la vera storia di Willy Monteiro Duerte, ucciso in seguito ad un violento pestaggio. Quali anticipazioni a riguardo?
Da quando mi è stata comunicata la partecipazione al progetto, ho immediatamente avvertito un grande senso di responsabilità. Parliamo di una vicenda drammatica, davvero particolare, per cui ho sentito forte la necessità di studiare, di entrare il più possibile nella storia documentandomi anche attraverso il libro di Federica Angeli, che ne ha riportato l’intera inchiesta. Non ho tralasciato le testimonianze dei presenti. Non meno rilevanti.
Cosa ti ha spinto, in particolar modo, a prendere parte a questo progetto?
Il lavoro di Vincenzo Alfieri, su tutto, il nostro regista. Vincenzo è stato capace di indicarci la strada nella giusta maniera, senza tralasciare nulla.
Quale messaggio lanciare attraverso questa pellicola?
Un messaggio c’è ed è forte e fondamentale ed è legato al sensibilizzare sempre più i giovani al bene, ad agire nel modo più corretto possibile. Banalmente, quando si va in discoteca, si tende a vivere situazioni particolari. Se i giovani presteranno attenzione al film, cosa che mi auguro, molte cose potranno essere evitate. Basta volerlo, seguendo il buon esempio.

Nel 2023 sei stato parte del cast di “Accattaroma”, la pellicola ad opera di Daniele Costantini. Cosa ti ha lasciato quel progetto?
Un’esperienza bellissima! Un set che mi ha regalato una maggiore consapevolezza, che ha ottenuto una più che buona visibilità, e che mi ha regalato anche delle connessioni con questo nuovo progetto, “40 secondi”. Entrambe i film parlano di ragazzi, di storie forti, con tanto in più dovuto alle esperienze personali che ognuno di noi ha portato in quel contesto.
Seppur giovanissimo, cosa sta portandoti questo percorso sino ad ora?
Delle emozioni belle, forti, che in altro modo difficilmente avrei provato. La mia famiglia non sempre mi ha sostenuto, purtroppo, ed ho dovuto lottare per arrivare dove volevo, ma non ho mai mollato. Oggi il loro pensare è quasi cambiato e ne sono felice. Il senso di rivalsa era tanto, volevo averli al mio fianco, dimostrando loro quanto valgo.
Quale ruolo ti piacerebbe impersonare?
Un piccolo sogno, con “40 secondi”, è già stato realizzato. Desideravo dare voce a chi non ha il coraggio di cambiare la propria realtà, motivo per cui essere in quei panni rappresenta un piacere, una grande soddisfazione. Non ho vissuto un quartiere periferico in prima persona ma sono molto affascinato da quelle realtà.
Hai mai pensato ad un piano B, ad una strada ulteriore da seguire?
Sono laureato in economia e finanza, un percorso che è stato letteralmente ‘guidato’ dai miei genitori. Un senso di protezione da parte loro, una forma di disillusione dai miei reali desideri. La recitazione è stata, invece, una mia scelta, un mio sentire, una forte voglia di vivere emozioni solo mie. È nata così la scelta di iscrivermi ad una scuola, uno svago dal quotidiano, prima di diventare un reale mestiere.
Cosa possiamo aspettarci dal tuo prossimo futuro?
Sono alle prese con alcuni provini, senza eludere il teatro. Non appena avrò qualcosa di concreto tra le mani ne parleremo, con piacere.
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