Noi non siamo napoletani: il “magnete Napoli” visto da Gianluca Vitiello

Gianluca Vitiello. Foto di Vincenzo De Simone

Noi non siamo napoletani: il “magnete Napoli” visto da Gianluca Vitiello

Il docufilm di Gianluca Vitiello, Noi non siamo napoletani, rovescia i pregiudizi e racconta l’attrattiva irresistibile della città.

Gestione del Negozio - Banner

Sono anni che ascolto Gianluca Vitiello su Radio Deejay ed è sempre un piacere ritrovarlo in un audiovisivo. E così che il cinema si fa specchio di una tendenza sociale sempre più evidente: Napoli non è solo la città che si lascia, ma soprattutto quella che si sceglie, una meta di arrivo e non più solo di partenza. Questa è la tesi potente e coinvolgente del docufilm Noi non siamo napoletani, la nuova opera del regista e speaker radiofonico Gianluca Vitiello, in programma al Cinema Fratelli Marx di Torino il 10 ottobre alle ore 21, con la partecipazione dell’autore.

Dopo aver esplorato la nostalgia di chi ha lasciato il capoluogo campano in Napolitaners, Vitiello torna dietro la macchina da presa per raccontare l’altra faccia della medaglia, quella di chi ha deciso di vivere e lavorare a Napoli, trasformando un noto coro discriminatorio da stadio in una vera e propria dichiarazione d’amore.

Noi non siamo napoletani rovescia i pregiudizi

Il titolo stesso, Noi non siamo napoletani, intende disinnescare e ribaltare in chiave positiva quel coro da stadio che, come ammesso dallo stesso Vitiello, «frange estreme del tifo usano come coro discriminatorio verso la città e la sua gente». Per i protagonisti del documentario, non essere nati a Napoli è un «piccolo cruccio», ma anche e soprattutto una «straordinaria possibilità di osservare la città attraverso uno sguardo meno condizionato e più realistico».

Gianluca Vitiello, che ha vissuto la realtà dell’emigrazione lasciando Napoli per Milano circa 20 anni fa, sentiva «l’esigenza di tornare a raccontare la mia città cambiando punto di vista». Ha cercato storie diversissime, un vero e proprio “giro del mondo” che si conclude a Napoli, includendo persone provenienti da Usa, Giappone, Russia, Palestina, Nigeria e Germania. Il loro racconto non si limita a narrare la vita prima dell’arrivo, ma indaga profondamente su «come il vivere la città ha cambiato il loro carattere e il loro destino».

Napoli, la calamita per professionisti e creativi

I protagonisti del film sono un mosaico di vite professionali e personali: artisti, professionisti, pizzaioli, religiosi. C’è chi è arrivato in gommone dall’Africa, chi per amore, e chi è stato semplicemente «affascinato dalla sua narrazione».

Una delle testimonianze più significative è quella dell’artista e attivista statunitense Jimmie Durham, Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia (scomparso nel 2021), che ha trovato a Napoli una grande fonte di ispirazione. Con la sua tipica ironia, Durham ammise di essersi sentito a casa proprio «perché folle e piena di problemi». Il film mostra la città in tutta la sua complessità, un luogo dove, come evidenziato in alcune recensioni di settore, «le cose normali sono impossibili ma i miracoli accadono tutti i giorni».

La crescita dell’attrattiva: dati e tendenze

L’irresistibile attrazione che Napoli esercita sugli stranieri non è solo un fatto di storie individuali, ma trova riscontro in dati e trend del settore turistico e, in parte, lavorativo.

Secondo i dati recenti dell’Osservatorio sul Turismo del Comune di Napoli, la città ha registrato una crescita significativa dell’attrattiva, posizionandosi come la seconda città italiana (dopo Roma) per permanenza media dei turisti, pari a tre giorni (fonte: report “Napoli cresce con il turismo”, 2024). Inoltre, il 91,3% dei turisti stranieri dichiara di voler tornare, un dato che sottolinea l’elevato livello di soddisfazione. Sebbene gran parte dei flussi siano legati al turismo, questa tendenza evidenzia una percezione positiva della città a livello internazionale.

Il documentario stesso rivela come l’arrivo dei protagonisti sia spesso legato a opportunità lavorative nel settore turistico, culturale o artistico, come nel caso di chi parla fluentemente lingue straniere e trova impiego in hotel, agenzie di viaggio e ristorazione, come testimoniano le frequenti offerte di lavoro per profili multilingue sulla piazza campana. L’attrattiva di Napoli si fonda sull’autenticità e sulla cultura (voti sfiorano il 4,4 su 5 per storia, paesaggio ed enogastronomia, secondo il report comunale), elementi che la distinguono dalle altre città e che i “nuovi napoletani” del film hanno saputo cogliere.

L’impatto trasformativo della città

Il racconto di Noi non siamo napoletani, con i suoi 70 minuti di testimonianze autentiche e una colonna sonora originale a cura di Simone Paleari (che canta anche l’inedito Doce e Sale con Vitiello), enfatizza come Napoli regali ai suoi cittadini d’adozione una serie di qualità preziose: leggerezza, gioia di vivere e reazione alle avversità.

Queste storie sfidano direttamente i vecchi pregiudizi sulla pericolosità e disegnano un quadro plurale e vivo della città, in cui ogni persona, pur non essendo napoletana per nascita, contribuisce a ridefinire l’anima del capoluogo partenopeo. Il film riesce a cogliere l’essenza di una Napoli accogliente che, pur conservando un confine sottile sull’essere “includente” come evidenziato nell’intervista a Vitiello, riesce comunque a trasformare chi la sceglie, rendendola un modello di integrazione e un faro di speranza per chi è in cerca di un destino nuovo

Potrebbe interessarti

Logo - Pop Corn Festival del Corto

Pop Corn Festival 2025: il programma

Tre giorni di grande cinema, ospiti VIP e cortometraggi da Oscar: ecco il Pop Corn Festival che che Fa il Pieno e non ti aspetti.

Andrea Dianetti

Il Pop Corn Festival del Corto per Andrea Dianetti

Torniamo ad intervistare l'attore e presentatore italiano, Andrea Dianetti, che sarà alla guida del “Pop Corn Festival del Corto” 2025.

Napoli 2050. Immagine realizzata con AI

Napoli 2050: il futuro sogna in grande dal mare

Gli Studenti dell'dell’ITI Galileo Ferraris immaginano con "Napoli 2050", una città avveniristica tra acqua e verde urbano.

Saeculum

Arriva il docufilm Saeculum

Il Centro Sportivo della Guardia di Finanza e AF Project presentano il docufilm "SAECULUM – 100 anni di successi e tradizioni".

Il poster di Liberi

Liberi: Viaggio intimo nei monasteri di clausura spagnoli

Il docufilm "Liberi" svela un mondo di silenzio e spiritualità. Nelle sale un'occasione unica per scoprire la vera libertà.

Angelo Caianello e Mia Russell in A domani. Foto di Leandra Vali

A domani: pioggia di premi per il corto napoletano

Il toccante cortometraggio "A domani" di Emanuele Vicorito conquista il Nastro d'Argento e il Premio UniCredit dopo Cortinametraggio.

Lascia un commento