Giovane e motivata, Jessica Pizzi, protagonista de “Antropophagus II“, l’horror diretto da Dario Germani. Da poco giunta in questo ambiente, Jessica è certa di voler continuare su questa strada, vogliosa di nuovi ruoli, nuove avventure.
Un grazie, in particolare, va alla sua coach, Patrizia De Santis, a cui deve molto, e a tutti coloro che credono nelle sue capacità.
Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Jessica Pizzi. Come stai?
Sto benissimo! Sono in un periodo di ricarica, di ripresa generale. Felice, tra l’altro, per l’uscita di un film a cui ho preso parte, “Antropophagus II”. Questo periodo mi fa ben sperare in una netta miglioria e sono davvero serena, vogliosa di condividere il tutto con voi.
Esattamente, come ha avuto vita il tuo amore per la recitazione?
Credo si tratti di una passione innata. I miei parenti ricordano da sempre questa mia voglia di recitare, di immedesimarmi in ruoli lontani da me. Purtroppo, ho cominciato a realizzare il tutto soltanto da quattro anni.
Chi saresti oggi se non avessi intrapreso questo percorso?
Prima di fare l’attrice ero una dipendente vodafone italia. Un ruolo che, di certo, mi avrebbe portata a fare carriera, ad arricchire anche quel tipo di percorso. Non avrei mai lasciato un’azienda così valida.
Con chi ti piacerebbe lavorare in futuro e quale ruolo vorresti poter interpretare?
Mi auguro di poter essere sempre nelle mani giuste, al di là dei nomi che potrei citare. Penso che ogni regista abbia il suo genio, la giusta scintilla da portare in scena, guidando gli attori nella maniera più adatta possibile.
Un ruolo a cui sei particolarmente legata e che pensi possa avere un proseguo in futuro?
Non ho un ruolo ben preciso di cui poter parlare. Di certo posso dirti che sono a mio agio nei ruoli d’azione, così come il personaggio di Giulia in Antropophagus II. Un ruolo eroico, forte, bello da interpretare. Ad ogni modo, penso che un bravo attore debba saper fare tutto, senza porsi alcun limite.
Parliamo di “Antropophagus II”. Cosa puoi dirci a riguardo?
Si tratta del mio primo film da protagonista. Un lavoro che riprende un cult degli anni ’80, di Joe D’Amato, e che, dunque, potrebbe essere definito un sequel. Un ruolo che mi ha messo a dura prova, sia a livello recitativo che caratteriale. Ricordo le riprese nel tunnel Soratte, vicino Roma, in cui entravamo all’alba per uscire poi in piena notte. Sono stata al freddo, all’umido, nella polvere, al buio. Ricordo, addirittura, di essere stata distesa per ore su di un tavolo con mani e polsi bloccati. Un’esperienza forte, stancante, che ripeterei volentieri.
A seguirti, come agente e acting coach, Patrizia de Santis. Parlaci di lei..
Sì, Patrizia De Santis è la prima insegnante ufficiale di Tecnica Chubbuck certificata ad Hollywood per l’Italia. Nei periodi in cui non giro frequento il suo centro di formazione attoriale bilingue, HT STUDIO DE SANTIS di Roma. Patrizia mi ha seguita come coach anche nella preparazione del mio personaggio in questo film. Penso che lei sia una persona speciale, una seconda mamma, una guida, una persona che mi ha donato una nuova vita. Grazie a lei sono diventata più forte, consapevole, sicura di me. Le devo davvero tanto!
Un sogno nel cassetto di Jessica Pizzi?
Il mio sogno nel cassetto, ad oggi, è quello di diventare un piccolo nome nel cinema.
Puoi anticiparci qualcosa sul tuo futuro artistico?
Al momento sono impegnata nel mondo del doppiaggio, un mondo parallelo al cinema. Una strada che percorrerò, se possibile, di pari passo insieme a quella legata al cinema. Mi piace l’atmosfera che si crea dinanzi al leggio. Se dovessero esserci altri progetti in ballo, a breve, vi terrò aggiornati.