Gianfranco Gallo in Un vizietto napoletano. Foto di Mina Fiore
Gianfranco Gallo protagonista di "Un vizietto napoletano". Foto di Mina Fiore

Un vizietto napoletano: Gallo all’Augusteo convince il pubblico

Passano gli anni dalla prima stesura, ma “Un vizietto napoletano” di Gianfranco Gallo continua ad essere uno spettacolo di grande attualità e riflessione. In scena al Teatro Augusteo di Napoli, la commedia scritta, diretta e musicata dall’attore napoletano, liberamente ispirata a “La cage aux folles” di Jean Poiret, dal quale fu tratto nel 1978 il famoso film “Il vizietto” di Molinaro, sfida la pandemia e va in scena con un pubblico entusiasta.

La versione aggiornata dello spettacolo vede in scena Gianfranco Gallo insieme ad un cast poliedrico ed “effervescente” come Gianni Parisi, Salvatore Misticone, Gianluca Di Gennaro, Giosiano Felago, Raffaele Parisi e Nando Romano.

Il cast di Un Vizietto napoletano in scena
Il cast di Un Vizietto napoletano in scena

La recensione

Senza ombra di dubbio, Gianfranco Gallo mette su uno spettacolo che è da gustare tutto d’un fiato: senza mai essere banale o ripetitivo, riesce con maestria ad “interpretare seriamente, ciò che non è sempre visto seriamente”. Dal ruolo duro e deciso di un “padre di sentimento”, a quello di Butterfly, artista che è alla ricerca della sua espressione più spontanea del talento. In scena recita a fronte, canta e balla con una tale naturalezza, che il palcoscenico diventa ogni volta un angolo conosciuto di casa propria.

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Accanto a lui Gianni Parisi, che mai scomposto in scena, dona un “equilibrio serio” allo spettacolo, rendendo forse il suo personaggio l’eterna lotta tra la moralità e l’immoralità dovuta ad un sentimento. L’ironia più pura è interpretata invece da Salvatore Misticone, che attraversa il palcoscenico con disinvoltura, consapevole che ad ogni suo cenno, può arrivare il sorriso sul volto dello spettatore.

Gianfranco Gallo e Gianni Parisi
Gianfranco Gallo e Gianni Parisi

Le “Bananine” interpretate da Giosiano Felago, Raffaele Parisi e Nando Romano, denotano una naturalezza comica che viene caratterizzata soprattutto nella fisicità di ognuno e che riporta lo spettatore a vivere i momenti più ilari dello spettacolo, senza rendersi nemmeno conto spesso dell’interpretazione di un ruolo dannato che nella realtà possano rivestire certe figure.

Anche il misterioso Gianluca Di Gennaro con il suo essere sornione è ben addentrato, tirando fuori quell’aura di mistero che poi si trasforma in sofferente ilarità durante il corso dello spettacolo.

Gianfranco Gallo e Gianluca Di Gennaro
Gianfranco Gallo e Gianluca Di Gennaro

La giusta considerazione della scena arriva anche grazie a Lisa Imperatore, Stefania Aluzzi e Gianluigi Esposito, che rispecchiano nella recitazione la ripresa di quei temi principali che a distanza di anni dalla prima edizione, risultano sempre più attuali.

Un vizietto napoletano

Siamo nell’anno del Giubileo, la politica gestisce fondi per ristrutturazioni di strade e palazzi da inserire nei percorsi da offrire ai pellegrini. Butterfly, artista omosessuale, è proprietario col suo compagno Antoine del locale Banana Blu, storica casa del teatro ‘en travesti’ napoletano, nella zona del porto. Purtroppo l’impresa non va più bene: tutto è invecchiato, come la stessa Butterfly e i quattro travestiti del corpo di ballo. Il locale è in cattive condizioni e andrebbe sistemato.

Tra i frequentatori del locale c’è Aristide, gay non dichiarato, che per questioni personali deve mantenere in pubblico la fama di etero (suo fratello, politico di destra, è acerrimo nemico di tutto ciò che rappresenta il ‘diverso’, e lui ha bisogno dei suoi soldi) e ha anche scelto una ragazza da sposare, come copertura. Improvvisamente al Banana Blu si presenta una giovane dai modi spicci che cerca suo padre, mai conosciuto: la madre, in carcere, le ha detto nome e cognome del suo genitore, lo stesso nome e cognome di Butterfly, Andrea Michelini…

Le dichiarazioni del regista espletate anche sul palco della prima

Gianfranco Gallo sullo spettacolo racconta: “Nel 2000, anno del Giubileo, sentii di scrivere un lavoro ispirato a La cage aux folles, il testo del 1973 dal quale poi nel 1978 fu tratto il famoso film “Il Vizietto”. Ho citato le date perché oggi, a distanza di quasi 50 anni dal lavoro di Molinaro e a più di 20 dal mio, le loro trame, il loro humus e le loro atmosfere sono diventate un vintage teatrale di inestimabile valore.

Siamo nel mondo degli artisti gay en travesti, persone che vivevano una sessualità e una vita libera, senza problemi, in un’epoca in cui nemmeno si pensava di poter parlare di diritti, di matrimoni, di adozioni nell’ambito del mondo omosessuale, persone a volte imprigionate in un corpo a loro estraneo, altre volte potenti della loro cosciente ambiguità, ma sempre empatiche, estroverse, in superficie allegre. Siamo chiaramente nella Commedia, per cui l’argomento dello scontro di due realtà apparentemente incompatibili è qui dipinto con l’acquerello, sotto il quale però ho cercato di far leggere, a chi voglia interessarsene, un più criptato messaggio.

Lo spettacolo musicale al quale il pubblico assisterà è un tourbillon di situazioni comiche portate, spero con eleganza e puntualità, fino allo svolgimento finale. Un mix di personaggi, musiche ed esilaranti situazioni che sorprenderanno per la novità delle loro tinte. Ho cercato l’Umanità e non la caricatura fine a stessa, ho reso ridicolo l’imbarazzo della gente cosiddetta ‘comune’ e non il ‘diverso’, che nel mio spettacolo è l’unica vera realtà ammessa e consentita“.

Scritto, musicato e diretto da Gianfranco Gallo, ispirato a “La cage aux folles”, con le scene di Flaviano Barbarisi, i costumi di Anna Giordano e le musiche di scena di Vincenzo Sorrentino.

Su Francesco Russo

Francesco Russo, giornalista e direttore del quotidiano "La Gazzetta dello Spettacolo", comunicatore digitale ed ufficio stampa di eventi e VIP.

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