Io sono nato qui al Nuovo Teatro Sancarluccio

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Benedetto Casillo torna a calcare il palcoscenico del Nuovo Teatro Sancarluccio, per lo spettacolo ‘Io sono nato qui’ che andrà in scena dal 19 al 29 novembre, di cui è autore ed interprete. Benedetto Casillo proviene dalla scuola comica napoletana, il sodalizio artistico con Renato Rutigliano nel duo I Sadici piangenti lo rende popolare nel mondo del cabaret napoletano, ma non solo, grazie a battute fulminanti e testi scritti di propria mano.

Il suo eclettismo trova la naturale collocazione in film al fianco di Luciano De Crescenzo in ‘Così parlò Bellavista’ e ‘Il mistero di Bellavista (Oi dialogoi) ‘, ed altre pellicole di genere comico, ma il legno del palcoscenico è un richiamo troppo forte per Casillo che ritorna al cabaret napoletano ed al teatro, portando in scena commedie scritte di suo pugno e opere di Eduardo De Filippo.

Quale esperto delle tradizioni e delle usanze popolari napoletane, Casillo traduce in chiave comica preghiere antiche, storie di santi dimenticate dal tempo ed altre suggestioni della cultura partenopea.

L’ultimo lavoro ‘Io sono nato qui’ è un remix di gag,monologhi, battute fulminanti e testi tratti dal suo repertorio e portati in scena in uno spettacolo esilarante, che dedica al compianto Renato Rutigliano.

Abbiamo incontrato il maestro Casillo in occasione della presentazione della stagione teatrale del Nuovo Teatro Sancarluccio che ci ha parlato dello spettacolo.

Io sono nato qui artisticamente, al Sancarluccio, lo spettacolo è un po’ il ricordo di tutta la mia carriera, ho iniziato qui nel 1973 con I Sadici piangenti ed il primo spettacolo di una certa importanza è stato qui al Sancarluccio e si chiamava ‘Napoli ha fatto tredici’. Si faceva tutti i lunedì ed era monotematico, un argomento a sera, una sorta di talk show, ad esempio una sera si parlava dell’emigrazione, un’altra del lavoro, ed era tutto a braccio. C’erano gli autori che erano Angelo Fusco, Renato De Falco, è stata un’esperienza fantastica. I primi lavori che ci assegnarono erano un Teatro del grand guignol per cui io e Renato scegliemmo proprio il nome de I Sadici Piangenti perché ricordava questa cosa. Questo spettacolo ricorda quei tempi, ma fino ad un certo punto perché i testi sono di una attualità incredibilmente valida, dopo quarant’anni certi titoli come ‘O’ curnicione’ , ‘San Ciro e o’ patatern’, dove si parla di rivendicazioni sociali sembrano scritti proprio oggi. Ecco io parlerò con l’aiuto di altri attori perché Renato non c’è più e vorrei dedicarlo anche a lui questo spettacolo. Ricorderò alcuni dei pezzi che all’epoca fecero storia con I Sadici Piangenti’.

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