Federica Vitali e la sua “voce di perla”

Federica Vitali e la sua “voce di perla”

Intervista al soprano Federica Vitali, definita dalla critica “voce di perla”, e che si racconta nel suo percorso con la Lirica.

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Federica Vitali, soprano nata a Busto Arsizio, cantante lirica da tutti definita “voce di perla”, per la limpidezza cristallina e preziosa del suo fraseggio che con purezza e dolcezza si imprime nei teatri per la sua risonanza flessibilità ed estensione.

Ma chi è l’artista che con intelligenza e perizia tecnica emette dei suoni eterei e folgoranti che permangono negli ascoltatori, oltre alla sua meticolosa tecnica di interpretazione personale?

Personalmente è un piacere, oltre le parole e i convenevoli di cui Federica non ha bisogno, poter intervistare una delle voci italiane che maggiormente rende orgoglioso il mondo della Lirica e che anni fa ho conosciuto in ambito artistico.

Un ambito culturale che andrebbe conosciuto e apprezzato maggiormente dagli italiani, non fosse altro per le eccellenze che onorano l’Arte e la tradizione Operistica, del Melodramma e del Belcanto nate in Italia.

Benvenuta a Federica Vitali sul quotidiano” La Gazzetta dello Spettacolo”. Al di là di queste meritate parole, che ti sono rivolte, se ti dovessi presentare, cosa diresti al pubblico, chi è Federica, artista e donna della Lirica?
Non saprei bene come presentarmi perché, come ogni persona, sono un insieme di tante cose, alcune anche contrastanti tra loro. Sono istintiva, diretta ed entusiasta, appassionata di tante cose; ma sono anche malinconica, molto sensibile e testarda. Sono una stacanovista sul lavoro e determinata nel realizzare i miei sogni.

Quando e come è nata la tua Passione per la Lirica? Da dove trae origine? Poi tra tutti i tuoi maestri a chi devi dire il tuo personale “ Grazie”?
La passione per l’opera è nata per caso. Mio nonno materno aveva una bellissima voce da tenore e cantava spesso arie di Puccini e canzoni napoletane. Un giorno, cercando di imitarlo per scherzo, ho scoperto di riuscire a emettere suoni impostati in modo naturale e istintivo. Ma io non sapevo neanche cosa fosse davvero l’opera! Credevo che “la lirica” fossero semplicemente quelle canzoni che cantava mio nonno. Non ero mai stata in teatro. Al tempo suonavo il sassofono e, conoscendo un po’ di musica, avevo intuito di avere una voce da soprano perché era molto acuta. Così cercai su YouTube “soprano lirico” e il primo video che trovai fu quello di Angela Gheorghiu che cantava La Traviata. Per il mio compleanno mi fu poi regalato un biglietto per Aida all’Arena di Verona con la compianta Daniela Dessì: fu la mia prima opera dal vivo. Inutile dire quanto rimasi folgorata dalla bellezza e dalla potenza di quest’arte. Iniziai a cercare un insegnante vicino casa e a Busto Arsizio trovai il mio primo Maestro, Davide Rocca, che mi insegnò le basi della tecnica vocale. Negli anni ho seguito masterclass con grandissime icone come Montserrat Caballé, Renata Scotto e Giovanna Casolla; devo molto anche ad Alberto Gazale ed Elena Lo Forte, che mi hanno insegnato a interpretare e ad approcciarmi alla voce con mentalità professionale. Infine, ho trovato la mia attuale insegnante, Elisabetta Battaglia, che ha saputo rifinire la mia voce e il mio repertorio, avviandomi concretamente alla carriera. Ci tengo molto a ringraziarla: ha saputo vedere cosa sarei potuta diventare e mi ha guidata nell’accettazione di me stessa e della mia unicità. Ha connesso la mia voce alla mia anima e al mio temperamento.

Vanti un nutrito curriculum di ruoli debuttati, a partire dalla tua Mimì ne La Bohème, nel 2015 e hai calcato i massimi Teatri internazionali. Quale opera ami maggiormente e perché?  Quale ruolo ti lascia sempre quel qualcosa in più?
Sicuramente le opere di Puccini sono quelle che più mi fanno palpitare — da Madama Butterfly a Suor Angelica, fino a Tosca. Tuttavia amo molto anche Verdi, in particolare Otello, Il Trovatore, Don Carlo e Aida. Recentemente ho scoperto Andrea Chénier, che si è guadagnato un pezzo del mio cuore. Perché scegliere una sola opera preferita, quando si può riempire il cuore di tanta bellezza?

Il mese scorso ti trovavi in Austria, a pochi passi dal Danubio, per Tosca, per l’ Oper Klosterneuburg. Ci vuoi parlare della Tosca che hai portato in scena? Quale carica interpretativa e vocale hai dato a questo personaggio?
Tosca è un personaggio affascinante: bisogna riuscire a trasmettere dolcezza, sensualità, gelosia, paura, delusione, ingenuità, frustrazione, ma anche forza e coraggio. Siccome la sento molto vicina caratterialmente, ho cercato di non “costruirla” troppo né di farne una caricatura: semplicemente, ho immaginato come mi sarei comportata io nelle sue stesse circostanze.

Se tu potessi portare in vita un compositore o un cantante. Chi sarebbe e cosa ti piacerebbe chiedergli?
Sicuramente riporterei in vita Giacomo Puccini per chiedergli consigli su come interpretare al meglio la sua musica e per discutere insieme dei suoi personaggi.

Tra le Opere che il panorama offre, quale ti piacerebbe interpretare, che non hai ancora  fatto e perché?
Mi piacerebbe molto debuttare come Nedda ne I Pagliacci, e anche affrontare Manon Lescaut e Aida. Sono ruoli che sento affini sia alla mia voce che al mio carattere.

Quali progetti futuri ti attendono, se puoi parlarmene, in cui  poterti ascoltare e applaudire?
Al momento non posso ancora parlare di tutti i miei progetti futuri, perché i teatri non hanno ancora reso pubbliche le programmazioni. Posso però anticipare che ci sarà il ritorno di Tosca nel giugno 2026 all’Opéra di Saint-Étienne, che segnerà anche il mio debutto in Francia.

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