Alessandro Di Somma: ecco il lavoro creato con mia moglie
A tu per tu con l’attore Alessandro Di Somma, attualmente in scena al teatro con uno spettacolo ispirato ad Hitchcock.
In scena allo Spazio Diamante, sala Black, fino al 12 gennaio con lo spettacolo “39 scalini”, dal film di Alfred Hitchcock per la regia di Leonardo Buttaroni, incontriamo l’attore Alessandro Di Somma pronto a parlarci di questa esperienza.
Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Alessandro Di Somma. Come ha preso forma “39 scalini”?
L’idea è venuta a un membro della compagnia, Marco Zordan, che ha durante una riunione ha proposto l’idea di una nuova produzione. Abbiamo poi letto il copione e ne siamo rimasti entusiasti e da lì in poi si è messa in moto tutta la macchina produttiva che ci ha portato al debutto al Teatro Trastevere.
A cosa riconduci il più grande risultato ottenuto nel tuo lavoro?
Sicuramente l’essere riuscito insieme a mia moglie a creare dal niente una realtà importante come Fortezza Est e ancor prima come Teatro Studio Uno. L’essere riusciti a tradurre in lavoro una passione e un sogno che avevamo in mente ma che sembrava molto difficile da perseguire e realizzare.
Qualche anticipazione legata al tuo futuro artistico?
Mi piacerebbe esportare le buone pratiche di produzione e di direzione artistica sperimentate in questi anni in altri contesti e in altre città, coinvolgendo realtà teatrali fuori dalla metropoli, cercando uno stile di vita meno frenetico che possa portarmi ad ottenere gli stessi risultati.
A cosa devi questa tua passione per la recitazione?
Ai miei genitori, appassionati spettatori, e anch’io da ragazzo andavo spesso in cerca di spettacoli da vedere, con alcuni compagni del liceo. La visione di “Kohlhaas” di Marco Baliani, a soli diciassette anni, mi ha fatto ardentemente desiderare di mettere piede sul palcoscenico.
Con quale artista vorresti poter incrociare il tuo percorso artistico, un domani?
Mi piacerebbe tantissimo lavorare con Pierfrancesco Favino che ho avuto modo di conoscere dopo uno straordinario “La Notte poco prima della foresta”, nel 2004. Siamo rimasti mezz’ora a parlare del suo spettacolo e ogni volta che ci siamo incontrati, per caso o nuovamente in teatro, si è sempre ricordato di me. Una persona gentilissima, un attore meraviglioso, mi piacerebbe chiudere il cerchio proprio con lui.