Elettra Zeppi: da sempre innamorata del mio ambiente naturale

Elettra Zeppi: da sempre innamorata del mio ambiente naturale

Quattro chiacchiere con l’attrice Elettra Zeppi, protagonista al teatro dello spettacolo dal titolo “402”. Ecco l’intervista.

Innamorata del teatro, un luogo vissuto da sempre, così come di suo figlio, l’attrice Elettra Zeppi attualmente in scena al Cometa Off di Roma, dal 14 al 19 gennaio, con un suo spettacolo, “402”.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Elettra Zeppi. Attualmente impegnata in teatro nella pièce teatrale “402”, insieme al collega Gabriele Linari. Quali soddisfazioni sono legate a quest’ultima esperienza?
Le soddisfazioni sono tante perché si tratta di uno spettacolo che ho scritto e il fatto di poterlo riprendere dopo due anni mi rende molto felice, così come il regista che lo ha voluto e il Cometa Off stesso. Tanto devo anche alla produzione Teatro di Alice per questo thriller sociale, la società di cui faccio parte insieme a Francesca La Scala e Walter Del Greco. Poterlo ripetere in una versione nuova, con un nuovo coprotagonista, mi rende felice, anche per la stima che nutro in Gabriele Linari.

Gabriele Linari ed Elettra Zeppi
Gabriele Linari ed Elettra Zeppi

Quali sensazioni sono legate al palcoscenico, al pubblico presente dinanzi a te?
La magia dello spettacolo dal vivo consiste proprio nel sentire la presenza del pubblico, qualcosa di tangibile, emotivo e forte. Il fatto di poter trasmettere questa forte emozione fa il suo gioco, rende tanta pienezza, arricchimento, così come tanta ansia, se vogliamo.

Che ricordo hai dei primi passi mossi nella recitazione e quanto sei cambiata da allora?
Ero giovanissima all’epoca, quando frequentavo la scuola di Enzo Garinei, con Sofia Amendolea, due artisti immensi che hanno contribuito a regalarmi delle basi solidissime, che difficilmente dimenticherò. Certo, si cambia, si vive un’altra dimensione, qualcosa in continua trasformazione, e l’esperienza ti forgia, ti fa capire come andare avanti. Se avessi avuto l’esperienza di oggi vent’anni fa probabilmente avrei compiuto altre scelte.

Credi manchi qualcosa a questo tuo percorso e quali registi non hai ancora incontrato?
I registi sono un po’ come i colleghi, l’importante è trovarne sempre di stimolanti, che possano arricchirci, in modo da continuare ad apprendere. Ho fatto poco cinema, non ne soffro, ma sarei felice di sperimentare sempre più la macchina da presa senza mai accantonare il mio ambiente naturale, il teatro.

Quale ruolo nel corso degli anni hai, invece, sentito più affine a te?
Da due anni porto in scena “Central Park West”, di Woody Allen, con la Compagnia di Avallone, in cui interpreto una psicanalista, una donna molto forte, simile a me ma meno nell’essere, invece, quasi anaffettiva. Tra i tanti personaggi potrei parlarti anche di Anna di “402”, anch’essa forte, capace di rialzarsi da una situazione drammatica.

C’è qualcosa di questo mestiere che ti ha delusa, a suo modo?
Tantissime cose e tra tutte la pochezza che si riscontra spesso a livello organizzativo. Mi sono scontrata, in passato, con produzioni scarse, seppure caratterizzate da nomi importanti, ma la poca serietà è qualcosa che non amo particolarmente.

Sei mamma di un bellissimo bambino e, a tal proposito, volevo chiederti quali valori cerchi di trasmettere a tuo figlio affinché possa affrontare al meglio il suo futuro?
Cerco di trasmettergli il valore dell’onestà, della generosità e della responsabilità, principi cardine su cui fare leva sempre, gli stessi valori che sono stati trasmessi a me.

Quali anticipazioni sul futuro artistico di Elettra Zeppi?
Come ti dicevo sono ancora in ballo con “Central Park West” e con “402”, ancora in giro per qualche data. Sono, inoltre, in lavorazione sul futuro di “402”, affinché possa girare il più possibile anche fuori dalla nostra realtà romana.

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